Trattative per il rinnovo del mandato Unifil: il ruolo dell’Italia in una fase delicata per il Medio Oriente

Trattative per il rinnovo del mandato Unifil: il ruolo dell’Italia in una fase delicata per il Medio Oriente

La missione Unifil nel Sud del Libano, guidata dall’Italia con 10.000 militari di 48 paesi, attende il rinnovo del mandato Onu che influenzerà la stabilità regionale e gli equilibri diplomatici.
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La missione Unifil, attiva nel Sud del Libano dal 1978 e guidata dall’Italia, è al centro di trattative per il rinnovo del mandato Onu, decisivo per la stabilità regionale e gli interessi italiani. - Gaeta.it

La missione Unifil, presente nel Sud del Libano dal 1978, è al centro di una nuova fase di trattative cruciali per il suo rinnovo. Questa operazione internazionale, nata dopo l’invasione israeliana del 1978, coinvolge oggi quasi 10.000 militari da 48 paesi e vede l’Italia in posizione di comando. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deciderà a breve se prorogare o meno il mandato, un passaggio che potrebbe incidere significativamente sulla stabilità regionale e sugli interessi italiani.

La storia e le funzioni di Unifil nel contesto mediorientale

Unifil è stata istituita con la risoluzione 425 del Consiglio di sicurezza Onu il 19 marzo 1978, in risposta all’invasione israeliana del Libano verificatasi quel mese. Lo scopo primario è monitorare la cessazione delle ostilità tra Israele e il Libano, prevenire il riaccendersi dei conflitti e sorvegliare il rispetto del ritiro israeliano dal territorio libanese. Nel corso dei decenni, il mandato della missione è stato più volte rinnovato per garantire un fragile equilibrio in un’area caratterizzata da tensioni politiche e militari continue.

Dettagli sul mandato attuale e il processo decisionale

Il mandato corrente, approvato lo scorso 28 agosto 2024, scadrà il 31 agosto 2025. Il rinnovo spetta al Consiglio di sicurezza che include cinque membri permanenti con diritto di veto: Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. Questi ultimi hanno in passato condizionato le decisioni sull’operazione, rendendo il rinnovo un processo spesso complesso. Unifil mantiene un ruolo chiave per la stabilità del sud Libano, sorvegliando l’area di confine e collaborando con il governo libanese per evitare escalation militari.

L’Italia assume la guida della missione e il dispiegamento dei suoi contingenti

Dallo scorso 24 giugno, l’Italia guida la forza Unifil attraverso il generale Diodato Abagnara. Il quartier generale si trova a Naqura, città costiera del Libano meridionale, dove si è ufficialmente insediato il comando italiano subentrando al generale spagnolo Aroldo Lázaro Sáenz. La missione include circa 10.000 militari di 48 nazioni diverse, con 1.000 soldati italiani, il secondo contingente più numeroso dopo quello indonesiano.

Il rilievo del comando italiano

Il generale Luciano Portolano, capo di Stato Maggiore della Difesa, ha partecipato alla cerimonia di passaggio di comando, evidenziando l’importanza del ruolo italiano nel mantenimento della pace. Il 2 agosto, la brigata Taurinense ha assunto la responsabilità di una delle unità operative di Unifil, la Joint Task Force – Lebanon Sector-West, sostituendo la Brigata Pozzuoli del Friuli. Questa rotazione segna una continuità nella presenza e nelle operazioni italiane, focalizzate su compiti di monitoraggio, sorveglianza e supporto alle istituzioni locali.

L’impegno diplomatico dell’Italia per sostenere Unifil e la stabilità regionale

Il governo italiano ha intensificato l’impegno diplomatico per favorire la prosecuzione del mandato Unifil. A metà giugno 2025, a margine del vertice G7 di Kananaskis, la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha incontrato il segretario generale Onu António Guterres. Dalla discussione è emersa la volontà di lavorare su una possibile riforma dell’Onu e rafforzare il ruolo italiano nella missione. Il governo punta a garantire una partecipazione attiva e una maggiore efficacia dell’operazione nel sud Libano.

Nuovi incontri diplomatici di rilievo

Ad inizio luglio 2025, il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani ha incontrato a Washington il segretario di Stato Usa Marco Rubio. Nel colloquio è stato rimarcato il bisogno di sostenere la presenza Onu in Libano con particolare attenzione alla stabilità e alla sicurezza della regione. Il governo di Roma insiste sulla necessità che missioni come Unifil continuino a operare efficacemente, evitando vuoti di potere e possibili crisi militari.

Le tensioni internazionali e le indiscrezioni su un possibile stop al mandato Unifil

Fonti non ufficiali riportate da Jerusalem Post e Israel Hayom all’inizio di giugno 2025, hanno ipotizzato un accordo tra Stati Uniti e Israele per interrompere le operazioni di Unifil nel sud Libano. Secondo queste notizie, Washington avrebbe deciso di non rinnovare il mandato, mentre Tel Aviv non avrebbe cercato di sfidare questa scelta americana. Questi segnali hanno alimentato dubbi sulle sorti della missione e sull’impatto che una sua conclusione potrebbe avere sul fragile equilibrio mediorientale.

Rischio per la stabilità regionale

La presenza Onu costituisce un elemento di contenimento delle tensioni lungo il confine israelo-libanese. La fine di Unifil potrebbe scatenare reazioni impreviste sia sul piano militare che politico. L’Italia, con un ruolo guida nel comando della missione, si trova così a fronteggiare una situazione delicata, in cui diplomazia e operazioni sul terreno si intrecciano. Le decisioni del Consiglio di sicurezza nelle prossime settimane saranno cruciali per definire il futuro di Unifil e per la stabilità dell’area.

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