Negli ultimi tre anni scolastici, 287 studenti hanno lasciato la scuola a 16 anni nella provincia, una cifra che emerge dai dati presentati dall’assessora alla scuola Francesca Gerosa. Questi numeri sono stati discussi in consiglio provinciale a seguito di un’interrogazione della consigliera Pd Mariachiara Franzoia. La distribuzione degli abbandoni mostra una certa stabilità nel biennio 2021-2023, con un lieve calo nel 2023-2024. Il fenomeno riguarda soprattutto alcuni indirizzi di studio e si concentra maggiormente tra i ragazzi. Vediamo i dettagli più precisi per inquadrare la situazione.
L’andamento dell’abbandono scolastico tra 2021 e 2024: dati e tendenze
Tra gli anni scolastici 2021-2022, 2022-2023 e il primo periodo del 2023-2024, in totale 287 studenti hanno interrotto il percorso scolastico a 16 anni. I dati mostrano che nel biennio iniziale, tra il 2021 e il 2023, circa un centinaio di ragazzi hanno abbandonato la scuola ogni anno. L’anno 2023-2024 invece registra una diminuzione rispetto ai dati precedenti. Il trend complessivo segnala una certa stabilità nel tempo, con qualche segnale di riduzione da monitorare nelle rilevazioni future.
Fenomeno persistente e necessità di interventi
Questa continuità nelle cifre fa capire che il fenomeno non è episodico ma persistente nel territorio. L’assessora Gerosa ha puntualizzato che questa è una problematica da affrontare con attenzione per offrire soluzioni mirate. La presenza costante di studenti che lasciano la scuola indica una criticità nei percorsi formativi e nel sostegno agli studenti in questa fascia d’età. Le istituzioni scolastiche e la provincia stessa si trovano a dover intervenire su questi numeri per evitare che peggiorino negli anni successivi.
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La distribuzione del fenomeno: quali scuole e indirizzi sono più coinvolti
L’abbandono scolastico colpisce in particolare i percorsi di formazione professionale, che registrano 176 casi su 287. Sono quasi i due terzi degli abbandoni totali. Seguono i licei con 52 studenti che hanno interrotto gli studi a 16 anni, mentre il tecnologico conta 25 casi. Il settore economico registra 20 abbandoni, l’artistico 17, mentre il professionale quinquennale solo 5. Nella scuola secondaria di primo grado il fenomeno appare marginale con soli due casi rilevati.
Criticità nei percorsi di formazione professionale
La concentrazione di abbandoni nei percorsi di formazione professionale evidenzia una possibile difficoltà nel garantire il successo scolastico in questi indirizzi. Può trattarsi di problemi legati alla motivazione, alle difficoltà personali o a condizioni esterne che portano gli studenti a lasciare il percorso. Nei licei la minore incidenza però non esclude che anche in questi indirizzi ci siano ragazzi in difficoltà. Discorso simile vale per gli istituti tecnici e economici, dove il fenomeno si mantiene più limitato ma presente.
I dati suggeriscono di orientare l’attenzione su misure di supporto rivolte soprattutto ai percorsi professionali. Questi indirizzi, spesso frequentati da studenti con background più fragili, necessitano di interventi che favoriscano la permanenza e il completamento degli studi. Il numero contenuto nella scuola media di primo grado non esclude che l’abbandono possa presentarsi in forma indiretto o posticipata, ma in questa fascia di età è meno diffuso l’abbandono definitivo.
Differenze tra genere e limiti dei dati raccolti
Gli abbandoni scolastici a 16 anni riguardano prevalentemente la componente maschile. Sono circa due terzi dei casi totali, il che segnala un divario importante tra ragazzi e ragazze nella persistenza sul percorso scolastico. Questa differenza conferma osservazioni già registrate a livello nazionale e indica la necessità di interventi specifici per i giovani maschi, spesso più a rischio di lasciar perdere gli studi.
Va segnalato che i dati ufficiali potrebbero sovrastimare il fenomeno reale. Non ci sono infatti informazioni precise sugli studenti che si sono trasferiti fuori provincia o che hanno sospeso la frequenza per poi riprendere gli studi. Questo aspetto è importante perché comporta che le cifre non rappresentano soltanto abbandoni definitivi, ma anche ritiri temporanei o cambi istituto non documentati in modo dettagliato.
Migliorare la raccolta dati per interventi più efficaci
Per questo motivo gli enti locali hanno sottolineato la necessità di migliorare la raccolta e la gestione dei dati relativi agli studenti nelle province limitrofe e nelle segnalazioni di trasferimenti. Senza questi dati certi è difficile capire con precisione quanti giovani abbandonino definitivamente la scuola e quanti invece proseguano altrove o successivamente. L’attenzione quindi dovrà spostarsi anche su strumenti di monitoraggio più accurati per definire meglio i numeri e intervenire in modo più puntuale sui gruppi più in difficoltà.