Il progetto del bypass ferroviario a Trento sud continua a registrare aggiornamenti sulle tempistiche di avvio dei lavori. Dopo i ritardi emersi nei mesi scorsi, la situazione dell’opera evolve tra sfide geologiche e questioni tecniche nelle diverse aree del cantiere. Le informazioni più recenti, arrivate dall’osservatorio ambientale e da esperti coinvolti nel monitoraggio, offrono un quadro dettagliato sugli ostacoli e sulle prospettive legate al completamento di questa infrastruttura.
Motivi del ritardo e ruolo dell’osservatorio ambientale
Da marzo 2023 l’osservatorio ambientale e per la sicurezza sul lavoro monitora costantemente il progresso del bypass ferroviario. Stefano Robol, coordinatore dell’organismo, ha spiegato durante una conferenza stampa che “non si sono prodotti ulteriori ritardi rispetto alla previsione di circa un anno e mezzo sottolineata dall’impresa Tridentum a fine febbraio in consiglio comunale”. La principale causa del rallentamento risiede nelle condizioni idrogeologiche del territorio.
Problemi geologici emergenti
In particolare, durante gli scavi sono stati incontrati massi molto più grandi e diffusi di quanto indicato dalle indagini preliminari. Questo ha imposto una revisione delle tecniche di scavo e ha rallentato l’avanzamento delle frese. Il monitoraggio dell’osservatorio ha preso parte a oltre cento incontri con i vari soggetti coinvolti, permettendo di aggiornare con precisione la cronaca dei lavori e di intervenire sui rischi ambientali e di sicurezza.
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Il ritardo non è da attribuire quindi a cause gestionali o organizzative, ma a problemi imprevisti di natura geologica che hanno imposto una necessaria revisione dei piani operativi. L’attenzione resta puntata sulla capacità di adattare il cantiere alle caratteristiche di un terreno più complesso del previsto, per assicurare il rispetto delle norme sulla sicurezza.
Criticità nel tratto a nord e stato delle opere preparatorie
La situazione si complica spostandosi verso la parte nord del tracciato del bypass, dove si sommano più problemi contemporaneamente. Stefano Robol ha ricordato che la zona dello scalo Filzi si trova sotto lavori di preparazione specifica per le frese. Questi interventi sono strategici per consentire l’avvio degli scavi meccanizzati.
Problemi legali e condizioni infrastrutturali
Non lontano da lì, intorno al ponte di Nassiriya, permane una situazione problematica: il ponte, fondamentale per la viabilità nell’area, è attualmente sotto sequestro giudiziario. Questo blocco condiziona inevitabilmente la prosecuzione delle opere e rallenta la programmazione delle attività.
Durante il nono sopralluogo al cantiere, l’ingegner Massimo Negriolli, presidente del comitato tecnico-scientifico dell’osservatorio, ha sottolineato che “nonostante le difficoltà, cominciano a delinearsi elementi visibili dell’opera”. Ad esempio, si stanno realizzando i cordoli guida. Questi elementi servono da supporto laterale e delimitano le strutture da scavare, mostrando un avanzamento concreto della fase tecnica.
Complessivamente, il tratto nord presenta quindi una serie di criticità che si intrecciano e rallentano il flusso dei lavori, richiedendo interventi di coordinamento particolarmente attenti. La gestione di queste problematiche è necessaria per evitare ulteriori slittamenti nel calendario dei lavori.
Incertezza sui costi e aspetti progettuali ancora da definire
Tra le questioni più delicate rimane quella economica. Il comitato tecnico-scientifico segnala infatti un’incognita sull’aumento dei costi dell’opera. Il progetto definitivo della cosiddetta “parte B”, cioè la fase dedicata al lavoro delle frese meccanizzate, è tuttora in fase conclusiva.
Valutazioni economiche in corso
Massimo Negriolli ha chiarito che “solo al completamento e alla validazione di questa parte sarà possibile fornire numeri più precisi riguardo alle spese e ai tempi di realizzazione”. Il potenziale aumento dei costi potrebbe influire anche sulla pianificazione complessiva e sulle risorse necessarie.
Questa situazione rende delicata la gestione del budget destinato all’opera e pone il comitato nella posizione di dover adattare piani e programmi in base agli sviluppi progettuali e alle verifiche sul campo. L’incertezza finanziaria si associa dunque a una fase di affinamento tecnico ancora in corso, che resta strettamente legata alle condizioni del cantiere e alla definizione operativa degli interventi.
L’attenzione ora si concentra sulle prossime settimane, quando la parte B del progetto sarà approvata e renderà possibile una mappatura chiara e definitiva delle tempistiche e dei costi per l’avvio effettivo delle frese a Trento sud.