Un’operazione antimafia ha portato all’arresto di 97 persone a Reggio calabria, coinvolte in attività criminali come associazione mafiosa, traffico di droga e scambio elettorale politico-mafioso. Le indagini, coordinate dalla procura, delineano ancora una volta la presenza forte e organizzata della ‘Ndrangheta nel territorio, confermando un quadro che non ha subito variazioni fondamentali rispetto al passato. Questo intervento si inserisce in un percorso processuale destinato a far luce su molte delle dinamiche collusive e criminali presenti nella provincia.
Dettagli dell’operazione millennium e il ruolo della procura di reggio calabria
Questa mattina, durante una conferenza stampa, il procuratore Giuseppe Lombardo ha descritto i risultati dell’operazione “Millennium“. Sono stati arrestati 97 soggetti implicati in reati che vanno dall’associazione mafiosa al sequestro di persona. Lombardo ha spiegato che, nonostante il tempo trascorso dall’indagine Crimine risalente al 2010, la struttura della ‘Ndrangheta non è mutata. Quello che sorprende è la persistenza della “Provincia”, la componente apicale dell’organizzazione, che resta operativa. Il procuratore ha anche sottolineato l’importanza delle intercettazioni telefoniche, fondamentali per aggiornare la mappa criminale. Ha fatto notare che, sommando tutte le intercettazioni raccolte, si arriva a un totale equivalente a 233 anni di ascolto, sottolineando l’intensità del lavoro investigativo svolto dalle forze dell’ordine.
Testimonianze dei referenti delle forze dell’ordine e implicazioni sociali
Il sostituto procuratore Sandro Dolce ha evidenziato come l’indagine confermi la coesione e l’unitarietà della ‘Ndrangheta come struttura organizzativa criminale. Il comandante generale dei carabinieri Salvatore Luongo Buongiorno ha definito l’intervento “di grande rilievo”, a indicare l’importanza sociale e investigativa dell’operazione. Gli investigatori hanno sottolineato la capacità della cosca Alvaro di mantenere il controllo su ampie zone della provincia, anche grazie alla resilienza di soggetti già sottoposti a pena detentiva. Il sostituto procuratore Stefano Musolino ha osservato che la capacità della pena di modificare comportamenti appare limitata. La società in cui operano questi soggetti, secondo lui, tende forse a considerarli ancora come figure autorevoli, piuttosto che riconoscerne la pericolosità. Ha osservato come la repressione giudiziaria non basti da sola, e che senza un investimento culturale ed economico, il quadro resta immutato.
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Il coinvolgimento nel voto e il fenomeno dello scambio elettorale
Walter Ignazitto, procuratore aggiunto, ha delineato un quadro preoccupante legato alla permeabilità della criminalità organizzata nell’ambito elettorale. Nel corso delle indagini, è emerso un sistema diffuso di “rastrellamento” di voti, dove varie figure si sono offerte per sostenere il candidato più vantaggioso in cambio di favori e incarichi. La strategia prevedeva un vero e proprio baratto elettorale, senza distinzione di partito, con l’obiettivo di ottenere privilegi strategici al momento della nomina al Consiglio regionale. Questo sistema sottolinea il legame tra criminalità e politica a livello locale, suggerendo una capacità di infiltrazione e condizionamento persistenti.
Continuità e radicamento della ‘ndrangheta nel territorio reggino
Non a caso, l’operazione Millennium conferma come la ‘Ndrangheta abbia mantenuto la sua capacità di controllo malgrado gli anni e le azioni giudiziarie. Gli arresti si collocano in una storia più ampia di indagini che mostrano un’organizzazione che rifiuta di scomparire o di indebolirsi. La conferma che la struttura non ha cambiato forma dal 2010 in poi indica un modello di organizzazione molto solido, radicato nel territorio e capace di adeguarsi alle circostanze. Le intercettazioni con la loro enorme mole hanno ricostruito non solo le disposizioni criminali ma anche i legami sociali e politici che continuano a sostenere la presenza mafiosa a Reggio calabria.
L’intervento avviato oggi segna dunque un passaggio di rilievo nella lotta contro la criminalità organizzata, tracciando ancora una volta la complessità dei rapporti tra mafia, politica e società locale. Le indagini proseguiranno per definire più precisamente ruoli e responsabilità, ma i primi risultati disegnano una realtà difficile da scardinare e oggetto di costante attenzione da parte delle autorità.