A genova cresce il patrimonio immobiliare confiscato alla criminalità organizzata: 68 beni a disposizione del comune

A genova cresce il patrimonio immobiliare confiscato alla criminalità organizzata: 68 beni a disposizione del comune

La gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata a Genova promuove legalità e riqualificazione urbana, con iniziative che coinvolgono istituzioni e comunità per un cambiamento sociale significativo.
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A genova cresce il patrimonio immobiliare confiscato alla criminalità organizzata: 68 beni a disposizione del comune - Gaeta.it

La gestione e la restituzione dei beni confiscati alla criminalità organizzata si stanno rivelando un aspetto chiave nel processo di legalità e riqualificazione urbana a Genova. Con 68 immobili già nella disponibilità del Comune, la lotta alla mafia continua a segnare passi significativi, come dimostra il caso della “Confisca Canfarotta” del 2019, che ha comportato l’acquisizione di 44 immobili. Questa iniziativa non solo evidenzia l’importanza delle operazioni di confisca, ma rappresenta anche un’opportunità di rilancio per i quartieri interessati.

Crescita del patrimonio immobiliare confiscato

L’andamento delle confische immobiliari a Genova ha mostrato un aumento sostanziale nel corso degli anni. Rispetto al 2006, quando erano solo due gli immobili confiscati, i dati segnalano un incremento che ha visto un passaggio a sette immobili nel 2007. Il periodo compreso tra il 2015 e il 2017 ha registrato un totale di dieci trasferimenti per il Comune, mentre negli ultimi due anni, 2022 e 2023, sono stati otto i beni confiscati, di cui sette nel primo anno e uno nel secondo. Questi trasferimenti non solo riflettono l’impegno delle istituzioni locali nella lotta contro le organizzazioni criminali, ma pongono il focus anche sulla necessità di un costante monitoraggio e gestione del patrimonio confiscato.

I beni confiscati, situati in diverse zone della città, comprendono aree come il Centro Storico, Sampierdarena, San Teodoro, Sestri Ponente, Voltri, San Martino e Quarto. Questa distribuzione geografica evidenzia un impegno nella ridistribuzione di beni dalle aree più problematiche verso forme di riutilizzo sociale e culturale. Tali iniziative offrono alla comunità locale l’opportunità di ridisegnare la fruizione di spazi pubblici, contribuendo alla rinascita sociale e alla promozione della legalità.

Il ruolo delle istituzioni nel recupero dei beni

Il recupero dei beni confiscati è frutto di un lavoro coordinato tra diverse istituzioni, come confermato dall’assessore al Patrimonio, Francesco Maresca. Le forze dell’ordine, la Procura della Repubblica e la Direzione Antimafia, insieme agli uffici comunali, sono impegnati in una sinergia che richiede dedizione e impegno costante. Maresca sottolinea l’importanza di questo operato, evidenziando l’assoluta necessità di un approccio integrato per il ripristino della legalità a Genova. Grazie a questa cooperazione, molti beni sono stati restituiti alla collettività, generando opportunità economiche e sociali per i cittadini.

Questa azione non è solo di carattere repressivo, ma mira a creare un cambiamento profondo nella percezione della legalità e della giustizia. Le iniziative di riutilizzo dei beni confiscati vanno oltre una semplice riconquista di spazio; puntano a restituire un senso di appartenenza e fiducia alla comunità, affinché possa nuovamente sentirsi parte attiva e protagonista della vita cittadina.

Iniziative future e progetti di sensibilizzazione

L’amministrazione comunale non si ferma qui. È in corso la progettazione di un immobile da intitolare ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, simboli indiscussi della lotta alla mafia. Inoltre, si sta lavorando per realizzare un Festival dei beni confiscati, evento volto a sensibilizzare la cittadinanza riguardo al valore della legalità e dell’uso sociale di questi beni.

Queste iniziative non solo promuovono una maggiore consapevolezza e partecipazione da parte della comunità, ma servono anche a dare visibilità all’importante lavoro svolto contro la criminalità organizzata. Il coinvolgimento della società civile è fondamentale, e progetti come il Festival potrebbero offrire l’occasione di riflessioni significative sui temi della legalità, della giustizia e della memoria collettiva. Il percorso intrapreso rappresenta una risposta concreta e continua all’azione delle mafie, rafforzando la resilienza della comunità genovese.

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