Il dramma umanitario a Gaza continua con un bilancio che si aggrava di ora in ora. Negli ultimi giorni almeno 19 persone, bambini compresi, sono decedute per malnutrizione all’interno della Striscia. Le crescenti difficoltà di accesso al cibo e ai beni di prima necessità, in un contesto di blocco e conflitto, hanno messo in ginocchio ospedali e famiglie, con conseguenze pesantissime soprattutto per i più piccoli.
Il bilancio delle vittime per fame a gaza: dati e testimonianze
Secondo le fonti dell’ospedale dei Martiri di al-Aqsa a Deir al-Balah, nella zona centrale di Gaza, almeno 19 persone sono morte di fame nelle ultime 24 ore. Tra queste c’è anche una bambina di appena quattro anni, Razan Abu Zaher. Il portavoce dell’ospedale, dottor Khalil al-Daqran, ha descritto una situazione drammatica: gli ospedali non dispongono più delle scorte alimentari necessarie per assistere pazienti e personale medico. La crisi è tale che molti operatori sanitari sono ormai debilitati fisicamente per la fame, compromettendo il loro lavoro quotidiano.
Da quando è iniziato il conflitto nell’ottobre 2023, almeno 76 bambini sono morti per malnutrizione secondo la CNN. Questi numeri denunciano un deterioramento rapido e grave delle condizioni di vita a Gaza, colpite da restrizioni agli approvvigionamenti, distruzioni e isolamento. Le strutture sanitarie, in questo quadro, sono sottoposte a uno stress estremo, incapaci di offrire cure anche basilari agli infanti affamati.
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La carenza di beni di prima necessità negli ospedali di gaza
Non sono solo i generi alimentari a mancare nell’area ospedaliera, ma anche prodotti essenziali come il latte in polvere per neonati. Al-Daqran ha sottolineato che ormai non è più possibile garantire neppure una sola bottiglia di latte per i piccoli che soffrono la fame. Questa carenza aggrava condizioni già precarie, esponendo i bambini a rischi gravi e a insufficienze nutrizionali irreversibili.
L’assenza di alimenti fondamentali arriva in un momento in cui la popolazione dipende quasi esclusivamente dagli aiuti esterni, bloccati o insufficienti. Oltre alle vittime dirette per mancanza di cibo, cresce il numero di persone, specie anziani e bambini, con diagnosi di malnutrizione riconducibile a queste difficoltà. Le strutture sanitarie faticano a resistere tanto nelle forniture quanto nello sforzo di assistere.
Le parole del portavoce dell’ospedale e l’impatto sulla popolazione infantile
A Gaza si sta vivendo una «fase di carestia» senza precedenti, ha commentato il portavoce dell’ospedale, descrivendo scenari dove la morte per fame è ormai realtà quotidiana. I bambini, ha aggiunto, sono le vittime più vulnerabili di questa emergenza. Si trovano privati due volte della loro infanzia: prima con i bombardamenti che distruggono tutto e uccidono, poi con la mancanza di cibo e cure che conduce a una lenta agonia.
La piccola Razan è diventata simbolo di questa crisi dimenticata, un caso che mostra l’estremo bisogno di aiuti alimentari adeguati e di accesso alle cure. Il silenzio della comunità internazionale è stato definito «assordante», mentre le condizioni disperate alimentano una crisi dai contorni umanitari gravi. L’ospedale dei Martiri di al-Aqsa continua a lanciare appelli per ricevere supporto urgente e alleggerire una situazione che non lascia scampo a chi vive sotto assedio.
Il contesto della crisi umanitaria a gaza
In definitiva, la carenza grave di cibo e le conseguenze sulla salute a Gaza rappresentano una tragedia umana in continua evoluzione. Gli ospedali e la popolazione sono in condizioni critiche mentre resta incerta la ripresa dei rifornimenti e la fine del blocco che peggiora la situazione giorno dopo giorno.