La finale di Vegâteau 2025 ha acceso la scena della pasticceria vegetale il 4 maggio a Bergamo, presso il Daste, con una dimostrazione chiara che i dolci senza prodotti animali possono conquistare palati esperti e appassionati. L’evento, che ha registrato il tutto esaurito con 100 posti disponibili, ha raccolto professionisti, giornalisti e pubblico comune attorno a un concorso di pasticceria senza ingredienti di origine animale. Tra profumi intensi e colori vivaci, la manifestazione ha mostrato una realtà dolciaria spesso sottovalutata che punta su tecnica, gusto e innovazione.
La struttura e il sostegno del contest vegâteau
Il concorso Vegâteau è organizzato da LAV onlus con il supporto di Funny Veg, ed è diventato un appuntamento centrale per la pasticceria vegana italiana. Questa edizione si è svolta con il patrocinio di APEI – Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana – insieme ai Consorzi Artigiani Pasticceri di Bergamo e Brescia e al Comune di Bergamo. La collaborazione con media specializzati come Italia a Tavola e Pasticceria Internazionale ha aumentato la visibilità dell’evento, mentre sponsor tecnici come KitchenAid e Hoplà hanno contribuito con premi e forniture.
Una doppia giuria per valutazioni approfondite
La formula di Vegâteau unisce una giuria tecnica selezionata e una giuria popolare. Tra il pubblico, infatti, sono stati scelti cinque assaggiatori che, guidati da Giulia Giunta della FunnyVeg Academy, hanno preso parte alla valutazione dei dolci. La giuria tecnica, invece, è composta da nomi noti del mondo della pasticceria e della ristorazione, tra cui Marco Pedron e Umberto Rocca del ristorante Joia di Milano, locale premiato per la cucina vegana e vegetariana. Questa doppia valutazione combina i gusti esperti con quelli dei consumatori abituali, offrendo un quadro ampio sulle proposte in gara.
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I dolci vincitori e le loro caratteristiche
A emergere dal concorso sono stati cinque dolci che hanno conquistato premi diversi per tecnica, sapore e impatto visivo. Il primo posto è andato a Carlo Lipari della Pasticceria Boifava di Montichiari con la torta Mirea. Questa creazione si presenta con un aspetto semplice, quasi tradizionale, che però nasconde una ricerca puntuale negli ingredienti. Il dolce unisce cacao trinitario, gelée di lamponi al 100% di polpa e panna vegetale a base di soia e cioccolato fondente Guanaja. La copertura alterna burro di cacao rosso e glassa fondente impreziosita da foglia oro e ricciolo di cioccolato temperato.
Riconoscimenti per le altre creazioni
Al secondo posto Lisa Angelini di Trieste ha proposto la Torta Gioia, che ha conquistato anche il premio della giuria popolare. Il terzo posto è andato a Matteo Colajanni del Dav Pastry Lab di Albano Sant’Alessandro con il dolce Le Panier, premiato con prodotti forniti da Hoplà. Manola Mandrile di Bra ha ricevuto la nomination di Italia a Tavola grazie alla Torta Pierina, mentre il premio KitchenAid Coffee Lovers è stato assegnato a Donna Concetta Marilanda Maiello di Maruzzella Gioia del Gusto .
Il significato culturale e tecnico di vegâteau
Vegâteau 2025 ha dimostrato che la pasticceria senza ingredienti animali non è una nicchia, ma contiene potenzialità importanti in termini di sapore e presentazione. Marco Pedron, presidente di giuria, ha evidenziato come molti dolci abbiano stupito per originalità e cura nei dettagli, pur con qualche riserva su un eccesso di zuccheri in alcune proposte. L’evento ha richiamato attenzione sul fatto che l’alta pasticceria può mantenere elevati standard anche escludendo burro, uova e panna tradizionale.
Donato Ceci, responsabile LAV Bergamo, ha sottolineato come Vegâteau rappresenti più di una gara: è un messaggio verso un cambiamento necessario nei modelli alimentari. L’adesione di pasticceri provenienti da diverse regioni italiane conferma la spinta crescente verso una cucina dolce che rispetta etica e ambiente, oltre a valorizzare la professionalità di chi lavora senza compromessi sugli ingredienti di origine vegetale.
L’impatto sull’identità dolciaria di Bergamo e sull’attenzione verso la pasticceria vegana
La scelta di celebrale la finale a Bergamo non è casuale: la città e la sua provincia vantano una ricca tradizione dolciaria artigianale, qui intrecciata a una nuova sensibilità verso modelli alimentari diversi. L’iniziativa ha attirato pubblico locale e specializzati, rafforzando l’immagine del territorio come luogo fertile per innovazioni nella gastronomia dolce. La collaborazione attiva con enti locali e consorzi dimostra un interesse concreto a integrare questi nuovi approcci nel tessuto produttivo e culturale.
Una sfida tecnica trasformata in opportunità
L’evento segna un passo avanti per chi osserva la pasticceria come espressione creativa ma anche sociale. Levare dalla ricetta basi classiche di origine animale ha spesso significato una sfida tecnica. Qui, invece, queste difficoltà sono trasformate in risultati pratici e gustosi pronti per il mercato. La crescente richiesta di opzioni vegane alimenta così una pagina nuova della tradizione dolciaria, orchestrata da mestieri che non rinunciano alla qualità.
Vegâteau 2025 ha messo al centro un concetto che va oltre il semplice gusto: mostrare come il rispetto per la natura possa andare di pari passo con la perizia dolciaria. Il pubblico e gli esperti hanno visto con chiarezza che la pasticceria senza derivati animali non solo esiste, ma può diventare un modello riconosciuto e apprezzato su scala nazionale, e forse anche oltre.