Nel quartiere di cappella cangiani a Napoli, la comunità si riunisce per ricordare tre operai morti sul lavoro venerdì scorso. In piazzetta Pica si svolge una veglia serale organizzata dai sacerdoti del quinto decanato dell’arcidiocesi partenopea. La funzione rappresenta un momento di preghiera ma anche di protesta contro le condizioni che hanno portato alla tragedia.
La protesta dei sindacati e la richiesta di giustizia
Alla veglia si accompagna la determinazione dei sindacati, in particolare la Uil Campania e la Feneal Uil regionale, che hanno deciso di entrare attivamente nel procedimento giudiziario come parte civile. Da queste organizzazioni arriva una dura accusa contro chi, a loro avviso, antepone il profitto alla tutela della vita dei lavoratori.
Il sostegno e la voce dei rappresentanti sindacali
Giovanni Sgambati e Andrea Lanzetta, rappresentanti dei sindacati coinvolti, sottolineano come questi incidenti non debbano più essere considerati fatalità. Essi parlano chiaramente di «colpa» e rivendicano un ruolo attivo nell’assistenza alle famiglie colpite, mettendo a disposizione supporto legale e morale. Il loro impegno punta a far sì che fatti simili non vengano archiviati velocemente e a garantire che la giustizia agisca in modo efficace contro i responsabili.
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La veglia in piazzetta Pica, un momento di preghiera e memoria
La veglia si tiene precisamente nel luogo in cui è avvenuto l’incidente mortale, trasformando piazzetta Pica in uno spazio di raccoglimento e riflessione. I partecipanti si uniscono nel Rosario, guidati dai sacerdoti locali, per rendere omaggio alle vittime e sostenere le famiglie colpite. La presenza dei fedeli non è limitata alla dimensione religiosa: la comunità ha sentito il bisogno di manifestare solidarietà di persona nello stesso spazio della tragedia.
Il cardinale Mimmo Battaglia, impegnato a Roma per il Giubileo dei Giovani, non partecipa fisicamente ma ha inviato un messaggio che sarà letto durante la cerimonia. Il suo scritto ribadisce la vicinanza della Chiesa alle vittime e il richiamo all’importanza di evitare che simili eventi si ripetano. La veglia si presenta quindi anche come un monito per istituzioni e cittadini, affinché la sicurezza sul lavoro diventi un impegno condiviso.
Il dolore e la rabbia di una città che non vuole più piangere vittime sul lavoro
Napoli, con questa veglia, manifesta un dolore profondo accompagnato da un senso di rabbia per le continue morti sul lavoro che segnano la città e il territorio circostante. La comunità di cappella cangiani esprime un disagio collettivo, che non si risolve nella semplice commemorazione ma si traduce in una richiesta concreta di cambiamento.
La rabbia nasce dall’idea che un diritto fondamentale come la sicurezza possa essere sacrificato alle esigenze economiche. Le famiglie delle vittime ricevono così un sostegno morale pubblico, grazie a una cittadinanza che guarda con attenzione alla difesa della dignità dei lavoratori. La mobilitazione di ieri sera segnala anche uno stallo che va superato, con controlli più severi e responsabilità precise per chi gestisce il lavoro in condizioni rischiose.
Il dramma di cappella cangiani invita istituzioni e società civile a un esame serio sulla tutela della vita sul posto di lavoro. Nel silenzio della veglia risuonano preghiere ma anche il grido di una comunità che non accetterà più queste perdite senza risposte e cambiamenti concreti.