Università della Calabria lancia un simulatore di frane per studiare il dissesto idrogeologico

Università della Calabria lancia un simulatore di frane per studiare il dissesto idrogeologico

Il Camilab dell’Università della Calabria sviluppa un innovativo simulatore di frane per migliorare la previsione e la gestione del dissesto idrogeologico, contribuendo alla sicurezza delle comunità italiane.
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Università della Calabria lancia un simulatore di frane per studiare il dissesto idrogeologico - (Credit: www.ansa.it)

Il dissesto idrogeologico è un fenomeno sempre più presente nel panorama italiano, segnato da frane e smottamenti che mettono a repentaglio la sicurezza di intere comunità. In questo contesto, l’Università della Calabria offre un contributo significativo attraverso il Camilab, un laboratorio specializzato nella cartografia ambientale e modellistica idrogeologica. Grazie alla creazione di un simulatore di frane, il Camilab intende migliorare la preparazione e le strategie di mitigazione in risposta agli eventi climatici estremi.

Il simulatore di frane: un innovativo strumento di ricerca

Il simulatore di frane sviluppato presso il Camilab rappresenta una vera e propria eccellenza a livello internazionale. Come descritto in una nota ufficiale dell’Università della Calabria, lo strumento offre dimensioni generose e una gamma di sensori all’avanguardia, il che consente di generare scenari realistici simili a quelli osservabili negli eventi franosi. Questa innovativa attrezzatura è fondamentale per prevedere le condizioni di innesco delle frane, consentendo ai ricercatori di apprendere e adattarsi meglio alle problematiche legate alla difesa del territorio.

Design flessibile e capacità di personalizzazione sono le caratteristiche principali di questo simulatore. Dotato di sensori in grado di monitorare le forze fisiche che influenzano i processi di deformazione e rottura, il sistema include anche video registrazione, laser per misurazioni degli spostamenti e dispositivi per analizzare le velocità coinvolte. Grazie a due canali indipendenti, gli esperti possono studiare la fase di propagazione delle frane e formulare strategie di mitigazione, valutando il posizionamento di strutture di protezione.

Un approccio pratico alla risoluzione dei problemi di dissesto

La ricerca condotta con il simulatore di frane si basa sulla riproduzione di casi reali in condizioni controllate. Giovanna Capparelli, ideatrice del progetto insieme al professor Versace, ha sottolineato l’importanza di questa innovazione: “Analizzando i diversi tipi di terreno e simulando le piogge, riusciamo a riprodurre casi concreti e a individuare le condizioni predisponenti gli eventi franosi.” Questa capacità di simulazione è particolarmente utile per l’analisi di situazioni straordinarie di pioggia e per l’esame di condizioni stratigrafiche complesse.

In particolare, il simulatore ha permesso ai ricercatori di simulare inclinazioni di fino a 50 gradi, un aspetto cruciale per la comprensione delle dinamiche di collasso del terreno. È possibile nei laboratori del Camilab esaminare ampi campioni di terreno prelevati in aree ad alto rischio, come Sarno, un comune emblematico per eventi di colate di fango storicamente devastanti. Attualmente, il laboratorio collabora con una task force ministeriale per affrontare gli smottamenti che hanno colpito Casamicciola, sull’isola di Ischia, fornendo dati e modelli utili per una gestione più efficace delle emergenze.

Riconoscimenti e collaborazioni internazionali

Le ricerche condotte dal Camilab non sono passate inosservate. L’ente ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di “World Centre of Excellence on Landslide Risk Reduction 2023-2026” dal International Consortium on Landslides. Questo attestato, supportato da organismi di rilievo come UNESCO, UNISDR, WMO, FAO e IUGS, testimonia l’importanza del lavoro svolto per la riduzione del rischio di frane a livello globale.

Il laboratorio non solo si distingue per l’innovazione tecnologica, ma anche per la sua capacità di integrare ricerca e applicazione pratica in situazioni di emergenza. La collaborazione con enti pubblici e privati sta migliorando la gestione del dissesto idrogeologico in Italia, creando un esempio di come la scienza possa rispondere efficacemente alle sfide contemporanee legate al cambiamento climatico.

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