Nel carcere di Udine sta per nascere una nuova sala polifunzionale, pensata come spazio aperto alla partecipazione della comunità esterna. Il progetto punta a integrare il carcere con la città attraverso un intervento strutturale e culturale, sostenuto da varie realtà locali e dal settore sociale. La nuova struttura, oltre a segnare una svolta nell’organizzazione interna, entra nel più ampio percorso di ristrutturazione dell’istituto penitenziario ormai in fase avanzata.
Caratteristiche della nuova sala polifunzionale e spazi dedicati
La nuova sala polifunzionale si sviluppa su una superficie di circa 200 metri quadrati ed è progettata per essere un ambiente modulare. Al suo interno troverà spazio un teatro con una capienza di 98 posti, aule destinate allo studio e una hall con accesso dall’esterno del carcere. Questo ingresso indipendente è un elemento chiave per favorire la fruizione pubblica degli spazi, così da creare un luogo di incontro tra detenuti e cittadini.
L’idea alla base della progettazione è quella di proporre un ambiente multifunzionale in cui si possano svolgere attività culturali, eventi formativi e momenti di socialità. La ristrutturazione di questa area fa parte di un piano di riqualificazione dell’istituto che mira a migliorare gli spazi interni senza rinchiudere il carcere in una logica esclusivamente di restrizione o isolamento. L’area esterna accessibile rappresenta una novità significativa nel contesto italiano, soprattutto per un istituto di medio-piccole dimensioni come quello di Udine.
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Il contributo delle istituzioni e del terzo settore
Il progetto ha visto la collaborazione di enti pubblici, cooperative sociali, università e la partecipazione del terzo settore. Un ruolo rilevante è stato quello della cooperativa Dinsi Une Man, che ha donato 20mila euro per la realizzazione, contribuendo in maniera concreta al finanziamento. Questo gesto ha permesso di attivare spazi culturali che saranno di beneficio anche per la comunità esterna.
Legacoop Fvg ha ospitato la presentazione del progetto e il suo presidente, Paolo Felice, ha illustrato come l’iniziativa rappresenti un cambiamento di visione rispetto al concetto tradizionale di carcere. Si tratta infatti di un’opportunità per riflettere sulla responsabilità condivisa nel reinserimento sociale delle persone detenute, andando oltre un modello di mera detenzione.
Il Garante comunale dei diritti delle persone detenute, Andrea Sandra, ha riconosciuto l’importanza dello spazio come punto d’incontro tra due comunità finora separate, quella carceraria e quella cittadina. Le richieste di utilizzo della sala polifunzionale provengono da più fronti e testimoniano l’interesse di diversi soggetti nel voler partecipare a un’interazione aperta.
Il percorso di ristrutturazione e la trasformazione dell’istituto penitenziario
I lavori di ristrutturazione dell’istituto penitenziario di Udine sono iniziati nel 2021 e si avviano alla conclusione prevista per gennaio 2026. Questo intervento ha portato a importanti cambiamenti negli spazi di vita e di attività per le persone detenute. Tra i risultati già raggiunti si segnalano l’apertura di nuove sezioni dedicate alla semilibertà, la creazione di aule scolastiche, una biblioteca e ambienti per la socialità. Anche una palestra ha trovato posto tra le strutture rinnovate.
La sala polifunzionale come tappa finale
La sala polifunzionale rappresenta l’ultima tappa di questo percorso. Tra le voci che hanno seguito l’iniziativa spicca quella di Bruna Gover, coordinatrice di Legacoop Fvg, che ha sottolineato l’eccezionalità dell’iniziativa. È la prima volta che spazi interni al carcere sono destinati a essere condivisi con la cittadinanza.
Il progetto riassume una pratica che fa dialogare la detenzione con la partecipazione civile, puntando a ridurre distanze e barriere. Si decostruisce così l’idea del carcere come luogo chiuso e lontano, proponendo invece un modello aperto che coinvolge varie realtà della società civile regionale.
Questa nuova prospettiva costituisce un esempio concreto di come la collaborazione tra pubblico, associazioni e mondo accademico possa generare azioni capaci di cambiare e migliorare l’esperienza carceraria. L’accessibilità della sala polifunzionale al pubblico segna un punto d’arrivo importante in questo processo di trasformazione, che coinvolge dimensioni architettoniche, sociali e culturali insieme.