Un viaggio formativo all’insegna della valorizzazione del patrimonio culturale è giunto al termine con la prima edizione di d:cult dell’Università di Genova. Questa iniziativa ha coinvolto giovani da ogni parte d’Italia in un programma intenso, ricco di esperienze pratiche e opportunità di crescita, favorendo così la nascita di idee progettuali innovative.
Un percorso formativo ricco e variegato
Il programma d:cult ha previsto ben 250 ore di formazione tra lezioni frontali, sopralluoghi a varie realtà e workshop pratici. Un percorso complessivo che si è sviluppato su 600 ore di esperienza diretta presso 15 eccellenze culturali nel territorio. Ogni partecipante ha avuto l’opportunità di immergersi nel contesto culturale, visitando luoghi di rilevanza storica e architettonica, e interagendo con professionisti del settore.
I momenti chiave del programma hanno incluso un bootcamp intensivo di due giorni svoltosi a Voltaggio, un’occasione per consolidare il legame tra teoria e pratica. Non sono mancati momenti di incontro e discussione aperti al pubblico, che hanno consentito di ampliare il dibattito sulla cultura e la sua valorizzazione nella società contemporanea. Complessivamente, il corso ha visto la partecipazione di 35 docenti, ognuno portatore di esperienze specifiche e competenze dedicate.
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Progetti concreti per valorizzare il patrimonio culturale
I giovani partecipanti di d:cult non si sono limitati ad apprendere, ma hanno ideato sei proposte progettuali destinate a promuovere il patrimonio culturale dei territori. Tra queste, si segnala il progetto Maavs, mirato a trasformare il Museo Archeologico Alta Valle Scrivia di Isola del Cantone in un centro di sviluppo culturale e sociale. Questo approccio potrebbe favorire una sinergia tra il museo e la comunità locale, promuovendo attività culturali e eventi che attraggano visitatori.
Un altro progetto, NarraVo, si focalizza sulla Pinacoteca di Voltaggio, proponendo di integrare il patrimonio culturale locale in un sistema più ampio che contempli il turismo escursionistico e le attività all’aperto. La proposta Open Peschiere, invece, mira ad aprire al pubblico la storica Villa Pallavicino, offrendo eventi e iniziative che ne esaltino la bellezza e la storia.
Le proposte continuano con Margini in evidenza, che ha come obiettivo il recupero del patrimonio storico-artistico in aree periferiche, e un nuovo allestimento museale per Santa Maria di Castello, ideato per migliorare l’accessibilità per le persone con disabilità visive. Ultimo, ma non meno importante, il progetto di un podcast, dispARTE, dedicato ai temi culturali e storico-artistici, destinato a un pubblico più ampio.
Collaborazioni e prospettive future
La prima edizione di d:cult è stata diretta dallo storico dell’arte Giacomo Montanari e ha visto l’impegno di una rete di partner di alto profilo, tra cui la Fondazione Edoardo Garrone, la Fondazione Friends of Genoa, la Fondazione Passadore 1888 e la Camera di Commercio di Genova. Questo ampio supporto ha contribuito a garantire la riuscita del progetto, fornendo expertise e risorse.
Con l’esperienza della prima edizione, i promotori sono già al lavoro per pianificare la seconda edizione, prevista per il 2025. L’intento è di continuare a formare nuovi professionisti del settore culturale, capaci di portare avanti idee innovative e progetti concreti che possano davvero fare la differenza nella promozione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano.