Un percorso attraverso i ponti sul fiume Isonzo tra storia, tecnica e paesaggio in occasione di Go!2025

Un percorso attraverso i ponti sul fiume Isonzo tra storia, tecnica e paesaggio in occasione di Go!2025

La mostra a Gorizia celebra i ponti sul fiume Isonzo, evidenziando il loro ruolo storico, tecnico e culturale nel collegare territori e culture, con la collaborazione tra Ordine degli ingegneri e Camera degli ingegneri della Slovenia.
Un Percorso Attraverso I Ponti Un Percorso Attraverso I Ponti
La mostra “Il fiume Isonzo e i suoi ponti” a Gorizia, organizzata dall’Ordine degli ingegneri in collaborazione con la Camera slovena, esplora il valore storico, tecnico e ambientale dei ponti che collegano le sponde del fiume, simboli di connessione culturale e resilienza territoriale. - Gaeta.it

La provincia di Gorizia ospita una mostra dedicata ai ponti sul fiume Isonzo, organizzata durante le celebrazioni di Go!2025 dall’Ordine degli ingegneri locale in collaborazione con la Camera degli ingegneri della Slovenia. L’evento esplora il significato storico, tecnico e ambientale delle infrastrutture che hanno segnato lo sviluppo delle comunità lungo il fiume, evidenziando il ruolo cruciale di queste strutture nel collegare territori e culture.

La scelta del tema e il valore simbolico dei ponti

L’Ordine degli ingegneri della provincia di Gorizia, guidato da Alberto Pich, ha elaborato un progetto che concentra l’attenzione sul fiume Isonzo e sulle sue infrastrutture di collegamento, con particolare riguardo ai ponti che attraversano il corso d’acqua. I ponti non sono solo elementi tecnici, ma diventano simboli di connessione tra sponde diverse. Superano barriere naturali rappresentando la continuità fisica e sociale tra territori, permettendo scambi economici e opportunità di dialogo. Considerando la complessità ambientale del fiume, la scelta di questo argomento intende sottolineare come spesso l’opera umana conviva con elementi naturali delicati, riuscendo a fondere capacità ingegneristiche con paesaggi di grande valore culturale e naturale.

Un equilibrio tra ambiente e costruito

Questo equilibrio tra ambiente e costruito non riguarda solo aspetti puramente tecnici, ma si intreccia con la storia dei luoghi e delle comunità che sul fiume si sono sviluppate nel corso dei secoli. Ogni ponte racconta della volontà di superare limiti geografici e ostacoli naturali, trasformandosi in ponti sociali e culturali capaci di assumere significati molto più ampi del solo tragitto fisico.

La mostra nell’ambito di Go!2025: dettagli e obiettivi

L’esposizione si svolge all’Auditorium della cultura friulana e ha preso il via ufficialmente il 13 maggio, con un’inaugurazione molto partecipata. Alla presentazione erano presenti, tra gli altri, Edino Valcovich, responsabile scientifico dell’iniziativa, e Giorgio Brandolin, coordinatore, insieme alla vicesindaca di Gorizia Chiara Gatta. La mostra si propone di avvicinare un vasto pubblico a tematiche complesse, come il rapporto tra opere ingegneristiche e ambiente, ponendo attenzione alla salvaguardia del paesaggio e alla storia del territorio isontino.

Sezioni e temi dell’esposizione

Il percorso espositivo si articola in sezioni dedicate a diversi aspetti: dalla progettazione tecnica alla storia dell’architettura dei ponti, fino all’analisi del contesto ambientale e paesaggistico in cui queste opere sono inserite. Si vuole anche sensibilizzare sulle ricadute sociali e culturali delle infrastrutture, mostrando come la relazione tra uomo e natura si rifletta nella costruzione e nella conservazione di questi manufatti.

Storia e vicissitudini dei ponti sul fiume Isonzo

Il fiume Isonzo ha rappresentato nei secoli confine e via di comunicazione tra popoli, culture e poteri diversi. I ponti che lo attraversano hanno subito le conseguenze di eventi bellici che hanno segnato profondamente la regione. Le guerre, in particolare le due guerre mondiali, hanno causato demolizioni e danneggiamenti rilevanti alle infrastrutture, interrompendo collegamenti fondamentali per l’economia e la vita quotidiana.

Distruzioni e ricostruzioni

Gli invasori barbarici e i conflitti successivi hanno più volte modificato il paesaggio e i centri abitati attorno all’Isonzo. La mostra ripercorre anche queste distruzioni e le ricostruzioni successive, che testimoniano la resilienza delle comunità e la capacità di rinascita del territorio. Ogni ponte diventa così non solo un elemento tecnico, ma un simbolo della storia e della sofferenza vissute, accompagnate dalla scelta e volontà di ricostruire e connettere di nuovo le due sponde.

L’esposizione offre un racconto articolato che mette in luce come i ponti siano stati strategici durante i conflitti, centri di passaggio per eserciti, ma anche punti di riferimento per la ricostruzione civile ed economica.

L’evento culturale tra ambiente, tecnica e memoria collettiva

La mostra “Il fiume Isonzo e i suoi ponti” si presenta come un’opportunità per riflettere sulle tante identità che convivono lungo il fiume. Non si tratta solo di ingegneria o architettura, ma di un insieme di elementi che fondono ambiente naturale, difficoltà tecniche e patrimonio storico.

Il rapporto tra territorio e opera umana qui assume tinte complesse, viste le specificità storiche dell’area isontina, spesso teatro di tensioni e riconciliazioni. Si intende mettere in rilievo il valore culturale dei ponti e il messaggio che portano avanti, legando passato e presente su un terreno che conserva la memoria di eventi sia drammatici sia di rinascita.

Collaborazione transfrontaliera

Attraverso questo evento culturale, il pubblico può comprendere meglio la natura del fiume e dei suoi attraversamenti, apprezzare la cura necessaria nella loro progettazione e restauro, e riconoscere quanto queste strutture siano parte della ricchezza storica e paesaggistica del territorio. La collaborazione tra ingegneri italiani e sloveni rende evidente la dimensione transfrontaliera, che richiama a una comune responsabilità nella tutela e valorizzazione di questo patrimonio.

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