La storia di Sara, una bambina di appena otto anni, segna un importante traguardo nella chirurgia oncologica pediatrica. Dopo sei cicli di chemioterapia e un intervento chirurgico di ben nove ore, gli specialisti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma sono riusciti a rimuovere un nefroblastoma, un tumore renale di notevoli dimensioni. Questa operazione non solo rappresenta una vittoria medica, ma fornisce una nuova speranza a molte famiglie che affrontano diagnosi simili.
Il tumore complesso e la sua diffusione
Sara era affetta da un nefroblastoma al rene destro, un tipo di tumore che può colpire i bambini. Nel suo caso, la massa tumorale aveva assunto dimensioni considerevoli, arrivando a pesare circa 1,5 chili. Questa neoplasia si era estesa anche all’interno della vena renale e della vena cava inferiore, raggiungendo addirittura l’atrio destro del cuore a causa di una trombosi neoplastica. È importante sottolineare che questa particolare estensione di tumore si verifica solo in un ristretto numero di casi, pari al 4-10% delle diagnosi di nefroblastoma.
Prima di intraprendere il lungo e complesso intervento chirurgico, Sara ha ricevuto sei cicli di chemioterapia. Questo trattamento, sotto la guida del professor Franco Locatelli e del suo team di oncologi, aveva l’obiettivo di ridurre la massa tumorale, facilitando così l’operazione successiva. La fase di preparazione all’intervento ha incluso l’impiego di tecnologie avanzate per la diagnostica per immagini, tra cui l’elaborazione tridimensionale del tumore. Grazie a queste tecniche, i medici sono stati in grado di pianificare ogni singolo passaggio dell’intervento con grande precisione.
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L’intervento chirurgico: un lavoro di squadra
L’operazione che ha visto coinvolte diverse specialità mediche, ha richiesto il coordinamento di un’équipe multidisciplinare composta da oncologi, chirurghi, cardiochirurghi e anestesisti. Questo approccio ha permesso di affrontare la complessità della situazione di Sara, garantendo così un’elevata sicurezza per la giovane paziente.
La chirurgia è iniziata con la rimozione del rene destro, il cui volume era dieci volte superiore a quello normale a causa della massa tumorale. In seguito, i cardiochirurghi, sotto la guida del professor Lorenzo Galletti, hanno eseguito un arresto temporaneo del cuore della bambina, utilizzando un sistema di circolazione extracorporea per mantenere le funzioni vitali durante la rimozione della parte del tumore che aveva invaso l’atrio cardiaco. Dopo aver ripristinato il battito cardiaco, i chirurghi hanno completato l’operazione, eseguendo l’asportazione del residuo tumorale dalla vena cava inferiore.
In totale, l’intervento è durato più di nove ore. Le fasi anestesiologiche sono state gestite dal team di Terapia Intensiva Cardiochirurgica, diretto dal dottor Luca Di Chiara. Questa operazione si è rivelata non solo un grande risultato tecnico, ma anche una testimonianza della capacità medica di affrontare casi estremamente difficili grazie ad un’efficace programmazione e alla sinergia tra diverse competenze.
Il recupero e la convalescenza di Sara
Dopo l’intervento, Sara ha trascorso un breve periodo in terapia intensiva, dove i medici hanno monitorato attentamente la sua condizione. Attualmente, la bambina è in fase di convalescenza e sta ricevendo le cure adeguate per un recupero positivo. Durante la scorsa settimana, Sara ha festeggiato il suo ottavo compleanno in ospedale insieme alla sua famiglia e ai medici che si stanno prendendo cura di lei.
Il percorso di cura di Sara non finisce qui. Dopo l’intervento, è prevista per lei una serie di sedute di radioterapia addominale e ulteriori cicli di chemioterapia per garantire una completa remissione della malattia. Questa esperienza rappresenta per Sara e la sua famiglia una nuova opportunità per affrontare con determinazione la sfida alla malattia.
Nefroblastoma: fattori e statistiche in Italia
Il nefroblastoma, noto anche come tumore di Wilms, è una neoplasia rara che colpisce principalmente i bambini tra 1 e 5 anni, con un picco di incidenza tra i 2 e i 3 anni. Rappresenta circa il 90% dei tumori renali pediatrici, sebbene i tumori ai reni abbiano una rappresentanza limitata, essendo meno del 5% delle neoplasie in questa fascia di età. In Italia, si registrano circa 8 casi ogni milione di bambini.
Le cause alla base del nefroblastoma non sono completamente comprese. I reni si sviluppano a partire da particolari cellule staminali durante la crescita embrionale. In alcuni casi, tali cellule possono persistere nel rene dopo la nascita e, a causa di mutazioni genetiche, proliferare in modo incontrollato. La sua diagnosi e trattamento richiedono competenze specialistiche e approcci terapeutici mirati, rendendo la gestione di questa condizione un tema di grande rilevanza nell’ambito della pediatria oncologica.