Nei fondali marini di Pozzuoli, a pochi passi da Napoli, si cela un tesoro archeologico di grande valore. Un antico tempio, risalente a circa duemila anni fa, costruito da immigrati dell’antico regno di Nabataea, è stato recentemente scoperto grazie ai lavori della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli. Questo ritrovamento non solo racconta storie di antiche rotte commerciali, ma offre anche spunti incredibili sulla cultura dei Nabatei, noti per i loro magnifici edifici scolpiti nella roccia.
La scoperta del tempio sommerso
La conferma dell’esistenza di questo tempio è arrivata dopo diversi studi e scoperte di materiali archeologici già noti. Iscrizioni nella lingua nabatea erano state già rinvenute in passato, insieme ad altari e basi dedicate al dio localmente chiamato Dusares. Le recenti ricerche, condotte lungo la Ripa Puteolana, hanno portato a localizzare il sito con maggiore precisione, rivelando un vero e proprio santuario sommerso. Questo complesso rappresenta dunque il primo tempio dedicato alla cultura nabatea mai ritrovato al di fuori della loro terra d’origine.
Sotto l’acqua, sono stati individuati due altari di grandi dimensioni dotati di fori per betili aniconici, non molto diversi da quelli già esposti al Museo Archeologico Nazionale dei Campi Flegrei. I reperti, che presentano iscrizioni ricorrenti con il messaggio “Dusari sacrum”, richiamano l’attenzione e suscitano curiosità riguardo le pratiche religiose dei Nabatei e la loro interazione con il mondo romano.
Contesto storico e culturale dei Nabatei
Nabataea, celebre per Petra, sede di straordinarie costruzioni scolpite nella roccia, controllava antiche vie commerciali che collegavano il nord Arabia al Mediterraneo. Queste rotte erano fondamentali per il commercio di beni pregiati come incenso, oro e profumi. La ricchezza del regno raggiunse un picco notevole nel primo secolo d.C., un periodo caratterizzato da uno sviluppo economico e da scambi intensi che hanno influenzato l’intera regione mediterranea.
Il tempio di Pozzuoli, quindi, non è solo una struttura religiosa. Era anche un punto di riferimento per i commercianti nabatei, simbolo della loro influenza nella vita commerciale e culturale dell’epoca. Esaminando la struttura, emergono interessanti elementi di architettura e cultura, evidenziando come i Nabatei abbiano integrato pratiche e stili romani con le loro tradizioni locali.
Scoperte recenti e ricerche in corso
Le esplorazioni più recenti, guidate dall’archeologo Michele Stefanile, hanno aperto nuove strade alla comprensione di questo tempio. Dal 2021, Stefanile e il suo team hanno intrapreso studi subacquei nell’area, cercando di determinare l’estensione del tempio e la sua importanza storica. La rivelazione di stanze sommerse con architettura romana, contenenti altari di marmo bianco e iscrizioni latine, ha confermato l’idea che questa struttura fosse dedicata agli dei nabatei, mista a influenze romane.
I resti di questo tempio non solo offrono una finestra sul passato, ma rivelano anche cambiamenti culturali e incertezze politiche, come l’abbandono del porto di Puteoli dopo l’occupazione romana dell’Arabia nel 106 d.C. Le rotte commerciali, una volta prosperose, crollarono e questo, secondo gli studi, potrebbe aver portato i Nabatei a evitare il porto un tempo vitale.
Implicazioni per la storia del commercio e del culto
Questa scoperta di Pozzuoli non solleva solamente interrogativi sull’architettura e le pratiche religiose, ma anche sull’evoluzione delle relazioni commerciali tra Roma e i regni arabi. Le mutazioni politiche e commerciali hanno avuto un impatto diretto sul posizionamento di strutture come il tempio, ora sepolto sotto strati di mare e storia. L’importanza di questa scoperta non risiede solo in ciò che è stato trovato, ma soprattutto in ciò che rappresenta per la narrazione storica di un’epoca messa sotto esame da studiosi e archeologi.
Con i continui progressi nelle ricerche subacquee e l’interesse per il patrimonio culturale sotterraneo, il tempio di Pozzuoli emerge come un angolo di storia da esplorare ulteriormente, promettendo di rivelare ancora molti segreti sul passato commerciale e religioso di una delle aree più affascinanti d’Italia.