Udienza preliminare a milano per le psicologhe e avvocata coinvolte nel caso di alessia pifferi

Udienza preliminare a milano per le psicologhe e avvocata coinvolte nel caso di alessia pifferi

L’udienza preliminare a Milano coinvolge psicologhe, l’avvocata Alessia Pontenani e altri indagati per falso e favoreggiamento nella perizia psichiatrica di Alessia Pifferi, condannata per la morte della figlia Diana.
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Il 1° luglio 2025 si terrà a Milano l’udienza preliminare per il procedimento che accusa psicologhe e l’avvocata Alessia Pontenani di falso e favoreggiamento nella gestione della perizia psichiatrica di Alessia Pifferi, condannata per la morte della figlia Diana. - Gaeta.it

L’udienza preliminare del procedimento che coinvolge psicologhe e l’avvocata Alessia Pontenani si terrà il primo luglio 2025 davanti al gup di Milano, Roberto Crepaldi. L’indagine nasce da quella principale su Alessia Pifferi, la donna condannata in primo grado per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, Diana. Il nuovo fascicolo riguarda accuse di falso e favoreggiamento e coinvolge più persone legate alla gestione della perizia psichiatrica di Pifferi.

I capi d’accusa e le persone coinvolte

L’inchiesta bis, condotta dal pm Francesco De Tommasi, ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per quattro psicologhe, una delle quali lavora al carcere di San Vittore, nonché per l’avvocata Alessia Pontenani e per Marco Garbarini, consulente della difesa. Secondo l’accusa, queste persone avrebbero manipolato Pifferi per ottenere una perizia psichiatrica favorevole alla donna. Il reato contestato è di falso e favoreggiamento, cioè un intervento che avrebbe alterato la verità processuale e aiutato la 39enne a condurre la propria difesa in modo irregolare.

La vicenda si svolge a Milano, in un contesto che ha visto una forte attenzione pubblica e mediatica, date le cause del decesso della piccola Diana e la tragedia che ha scosso l’opinione pubblica. Il caso originario ha portato ad una condanna per Pifferi, ma questa seconda inchiesta mira ad accertare condotte illegali messe in atto dopo i fatti, durante il processo.

Le intercettazioni e gli sviluppi dell’inchiesta

Nel corso delle indagini, sono state raccolte intercettazioni importanti. In una conversazione, la stessa Pifferi faceva riferimento a un “piano” di cui era a conoscenza, suggerendo collegamenti tra lei e i professionisti coinvolti. La presenza di queste intercettazioni nelle carte dell’inchiesta rafforza l’ipotesi che volesse collaborare a una perizia costruita per modificare il corso del processo.

Il fascicolo iniziale aveva sette indagati, ma uno di questi ha scelto di uscire dal procedimento, optando per l’accesso alla “messa alla prova”. Questa procedura consente di sospendere il procedimento penale in cambio di un percorso di recupero, e rappresenta una via alternativa rispetto al processo tradizionale.

Il gruppo di difesa formatosi attorno alle persone coinvolte, comprendente anche l’avvocato Mirko Mazzali, si prepara a contestare le accuse nel corso dell’udienza preliminare chiamata a stabilire la presenza o meno di elementi sufficienti per procedere a giudizio.

Il ruolo delle psicologhe e dell’avvocata nel procedimento

Le psicologhe indagate, oltre a lavorare in ambito penitenziario come nel caso di San Vittore, sarebbero state coinvolte nel far ottenere alla Pifferi una perizia psichiatrica che potesse influenzare la sua posizione nel processo per la morte della figlia. Il sospetto è che abbiano fornito supporto non neutrale, creando un quadro patologico non corrispondente al reale stato mentale della donna.

L’avvocata Alessia Pontenani, figura chiave nel processo, è accusata di aver favorito questo tipo di perizia e la gestione delle informazioni. Il consulente della difesa, Marco Garbarini, avrebbe partecipato in qualche modo alla redazione o al supporto della perizia stessa.

L’indagine mira a chiarire se l’insieme di queste figure abbia agito per falsificare elementi rilevanti, modificando il giudizio sulla capacità di intendere e di volere di Pifferi, elemento determinante per la sentenza.

La prossima fase del processo e le strategie difensive

Il primo luglio 2025 rappresenta un passaggio chiave per definire il proseguo del procedimento. Il gup Roberto Crepaldi dovrà valutare se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio o archiviare le accuse. Nel dibattimento preliminare, le difese hanno intenzione di dimostrare l’assenza di illeciti nelle azioni degli indagati.

I legali sosterranno che ogni attività delle psicologhe e dei consulenti si sia svolta nel rispetto della normativa, ribadendo la correttezza dell’operato dell’avvocata Pontenani. Le argomentazioni dovranno mettere in discussione le intercettazioni e i presunti elementi di manipolazione, presentando possibili alternative interpretative ai fatti contestati.

Questa fase giudiziaria sarà seguita con attenzione per i riflessi sul caso di Alessia Pifferi, che continua a suscitare dibattito rispetto agli aspetti legali e psicologici, anche in relazione al trattamento dei processi riguardanti crimini familiari e perizie psichiatriche.

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