Udienza a pavia per accertamenti dattiloscopici sul delitto di chiara poggi, indagato unico è andrea semplice

Udienza a pavia per accertamenti dattiloscopici sul delitto di chiara poggi, indagato unico è andrea semplice

La procura di Pavia riapre le indagini sul delitto di Chiara Poggi a Garlasco con nuovi esami dattiloscopici su reperti conservati, mentre la difesa di Andrea Sempio si oppone ad alcune analisi.
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La procura di Pavia riapre le indagini sul delitto di Chiara Poggi con nuovi esami dattiloscopici su reperti conservati da quasi vent’anni, concentrandosi su impronte digitali per chiarire il ruolo di Andrea Sempio, unico indagato. - Gaeta.it

La procura di Pavia ha avviato un nuovo filone d’indagine sul delitto di Chiara Poggi, uccisa nel 2007 a Garlasco. In tribunale è fissata l’udienza per nominare un perito che dovrà eseguire esami dattiloscopici su reperti conservati da quasi vent’anni. L’unico indagato per omicidio in concorso resta Andrea Sempio, al centro di questo aggiornamento investigativo. L’attenzione si concentra su alcune tracce e materiali rilevanti per chiarire i dettagli di una vicenda che continua a suscitare interesse.

Le disposizioni del gip e la nomina del perito dattiloscopico

Il giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli, nell’ambito dell’istruttoria aperta dalla procura, ha disposto l’affidamento di nuovi accertamenti dattiloscopici. Questi riguardano alcuni oggetti sequestrati all’epoca del delitto avvenuto il 13 agosto 2007, tra cui confezioni di tè, cereali e yogurt. La scelta di rivolgere l’analisi a un esperto del settore mira a fare luce sull’eventuale presenza di impronte utili ai fini dell’indagine.

Test in corso a milano e opposizione della difesa

I test in corso a Milano si concentrano invece su analisi biologiche, a causa della forte opposizione della difesa di Sempio a ulteriori accertamenti dattiloscopici in quella sede. Per questo motivo, la nuova perizia sarà svolta in tribunale a Pavia, alla presenza delle parti coinvolte nel procedimento penale. Il giudice ha dunque voluto garantire un procedimento chiaro e controllato da tutti gli attori processuali.

L’udienza fissata rappresenta un passaggio cruciale per la riapertura della fase istruttoria relativa ai dettagli delle impronte digitali rilevate sui reperti indagati. Questo gruppo di oggetti, conservato negli archivi investigativi da quasi due decenni, può ora sottoporsi a esami più specifici e moderni, per consentire un quadro più preciso delle prove emergenti.

Il ruolo dei reperti e le tracce papillari oggetto di nuova analisi

Tra i reperti sui quali saranno effettuati i nuovi esami figurano anche fogli di acetato con tracce papillari, raccolte nella prima fase delle investigazioni. Questi elementi potrebbero rivelare impronte digitali non ancora esaminate o confermare quelle già tracciate all’epoca dei fatti. L’importanza di queste analisi risiede nell’opportunità di ricostruire movimenti e presenze nell’abitazione di Garlasco dove è stato trovato il corpo di Chiara Poggi.

L’attenzione sulle confezioni alimentari

Le confezioni alimentari, ad esempio, possono contenere impronte riconducibili a persone entrate in contatto con quegli oggetti o all’interno di ambienti chiave per la ricostruzione del delitto. Vengono pertanto riprese sotto la lente d’ingrandimento per trovare eventuali elementi che possano sostenere o mettere in discussione le accuse rivolte ad Andrea Sempio.

Questa nuova fase di esame appare più approfondita rispetto a quella originaria, data la tecnologia a disposizione oggi rispetto al periodo in cui è stata condotta la prima perizia. Il ritrovamento di ulteriori impronte potrebbe portare allo sviluppo di nuove piste investigative o a confermare le conclusioni precedenti, a seconda delle evidenze riscontrate.

Distruzione della ‘traccia 33’ e implicazioni per l’indagine

Un dettaglio emerso recentemente riguarda la cosiddetta ‘traccia 33’, un’impronta attribuita dalla procura a Andrea Sempio. Tale traccia era stata individuata sulla parete delle scale che conducono alla cantina della villetta di Garlasco, dove è stato rinvenuto il corpo della vittima. In passato, questa impronta era stata asportata dallo strato superficiale del muro per prelevarla.

Perdita del reperto e rigetto di nuove verifiche

Secondo quanto riferito dalla procura di Pavia, questo reperto sarebbe andato distrutto e non è attualmente disponibile per ulteriori analisi. Non facendo parte del materiale depositato dai carabinieri del Ris di Parma, la procura ha rigettato una recente richiesta di nuova verifica biologica sulla traccia in questione, spiegando che è stata “interamente utilizzata”.

La perdita di questo reperto rappresenta un problema per gli accertamenti perché riduce il materiale su cui si possono condurre approfondimenti. La sua attribuzione resta comunque un elemento centrale per la ricostruzione della dinamica dell’omicidio, specialmente in relazione alla posizione delle impronte sul luogo del delitto.

Il valore delle evidenze e le sfide investigative

La distruzione di evidenze rilevanti complica ulteriormente un procedimento già complesso e controverso. Ogni reperto, infatti, è prezioso in inchieste di lunga durata come questa, in cui nuove tecnologie o nuovi accertamenti potrebbero modificare la comprensione dei fatti. Resta quindi da vedere se i nuovi esami sulle altre tracce portino risultati significativi.

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