Nel cuore di Kiev, in occasione del Giorno della sovranità ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky ha diffuso un messaggio che riflette l’importanza di radici storiche e valori condivisi, richiamando eventi fondamentali per l’identità del paese. Il riferimento al Battesimo della Rus’-Ucraina sottolinea un momento cruciale della storia dell’est Europa, legato all’adozione del cristianesimo da parte di un popolo centro dell’odierna Ucraina.
Il significato del Giorno della sovranità in ucraina e il contesto storico
Il Giorno della sovranità ucraina si celebra per ricordare il processo con cui l’Ucraina si è affermata come Stato indipendente e sovrano, distinto nelle sue istituzioni e nella sua cultura. Questa giornata assume una connotazione particolare in rapporto al complesso scenario geopolitico attuale, dove la difesa della propria autonomia nazionale diventa un punto focale della vita pubblica. Il presidente Zelensky ha ripetuto un messaggio di permanenza e resistenza: “Gli ucraini erano qui, gli ucraini sono qui, gli ucraini rimarranno qui”. Con queste parole, ribadisce la forza di un popolo che ha attraversato varie fasi storiche e riconferma la volontà di rimanere saldamente radicati in quella terra.
Il messaggio si collega strettamente all’identità storica, culturale e spirituale che affonda le sue radici nel Medioevo. La sovranità per l’Ucraina è una vittoria che si alimenta della memoria collettiva e al contempo rappresenta un impegno verso il futuro.
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Il battesimo della Rus’-Ucraina: un evento che segna la nascita di un’identità
Il Battesimo della Rus’-Ucraina è l’evento che ha sancito la cristianizzazione della Rus’, lo stato slavo orientale con capitale Kiev, nella seconda metà dell’XI secolo. Questo atto, voluto dal principe Vladimir, ha rappresentato una pietra miliare nello sviluppo politico, culturale e religioso della regione. Attraverso l’adozione del cristianesimo ortodosso, la Rus’ si è affine e distinta rispetto ai vicini, gettando le basi di una tradizione che ancora oggi influenza la società ucraina.
Quella cristianizzazione non è solo un fatto religioso; è un punto di svolta per la formazione di una cultura scritta, basata su una rete di valori comuni consolidati. Si tratta di un richiamo frequente nella narrativa nazionale, specie in momenti di difficoltà, poiché serve a ricordare una radice profonda che sorregge la coesione sociale. La storia del Battesimo viene celebrata ogni anno, perché rappresenta non solo un tempo passato, ma un legame vivo che il popolo ucraino vuole mantenere saldo.
Il messaggio del presidente Zelensky e la centralità dell’identità ucraina
Il testo diffuso su Telegram da Volodymyr Zelensky nel Giorno della sovranità sottolinea più volte la presenza e la permanenza del popolo ucraino sul proprio territorio. La ripetizione della frase “Gli ucraini erano qui, gli ucraini sono qui, gli ucraini rimarranno qui” rafforza un sentimento collettivo di appartenenza e resistenza. Questa dichiarazione si lega a un discorso più ampio sull’importanza della difesa dei valori nazionali e dello spirito comunitario.
Il presidente ha accostato il saluto al Giorno della Repubblica, celebrando il Battesimo della Rus’-Ucraina come una tappa fondamentale nella storia della sovranità ucraina. Conclude il messaggio con l’espressione “Gloria all’Ucraina!”, un saluto tradizionale che esprime rispetto e orgoglio nazionale. L’approccio usato nei comunicati istituzionali mira a sottolineare l’unità popolare e il ruolo della storia antica nella costruzione di un’identità solida, in grado di affrontare le sfide del presente.
L’uso delle piattaforme digitali come Telegram permette una comunicazione diretta con i cittadini, mettendo in luce l’importanza del legame tra istituzioni e popolazione. Questo criterio dirige la narrazione pubblica verso un senso di partecipazione collettiva attorno a temi storici e patriottici, così di attualità in quel 2025.
La Rus’ di Kiev: dalla capitale di uno stato slavo alla moderna Ucraina
La Rus’ di Kiev ha avuto un ruolo centrale nella storia dell’Europa orientale fin dal IX secolo. È considerato l’antenato degli stati slavi orientali di oggi, come Ucraina, Russia e Bielorussia. Questo stato aveva una struttura politica legata a una dinastia di principi e una società divisa tra nobili, guerrieri e contadini. Kiev, la capitale, emergeva come punto di riferimento culturale e commerciale.
La cristianizzazione, con il Battesimo, ha segnato la trasformazione della Rus’ da un insieme di comunità tribali ad uno stato con una religione ufficiale, strutture amministrative e un sistema di leggi. Questa tappa ha aperto relazioni diplomatiche con l’impero bizantino e influenzato profondamente l’arte, l’architettura e la letteratura locale.
Nel contesto contemporaneo, la Rus’ di Kiev è vista come una radice storica che lega il passato della regione con l’odierna nazione ucraina. Questa continuità storica e culturale risulta determinante nelle discussioni politiche e sociali, specialmente per definire identità e legittimità territoriale.
L’eredità della Rus’ viene frequentemente ribadita nelle celebrazioni ufficiali e nei discorsi pubblici. Non è soltanto una memoria storica, ma un elemento attivo della costruzione del senso di appartenenza popolare, che accompagna le sfide politiche e militari del tempo presente.