Trump mostra immagini errate su presunte violenze anti-bianchi in sudafrica durante incontro con ramaphosa

Trump mostra immagini errate su presunte violenze anti-bianchi in sudafrica durante incontro con ramaphosa

L’incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Cyril Ramaphosa si trasforma in polemica per l’uso errato di immagini provenienti dal Congo, usate da Trump per sostenere accuse infondate su violenze ai boeri in Sudafrica.
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Durante un incontro alla Casa Bianca, Donald Trump ha mostrato immagini false, attribuendole a violenze contro la minoranza bianca in Sudafrica, ma le foto provenivano dalla Repubblica Democratica del Congo, scatenando polemiche e accuse di disinformazione. - Gaeta.it

L’incontro alla Casa Bianca tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il capo di stato sudafricano Cyril Ramaphosa si è trasformato in un episodio di polemica per via delle immagini mostrate da Trump ai giornalisti. Queste fotografie, utilizzate per sostenere accuse su presunte violenze contro la minoranza bianca in Sudafrica, sono risultate invece provenire da un contesto completamente diverso, sollevando dubbi sulle affermazioni del presidente americano.

Le immagini mostrate da trump e la loro origine reale

Durante il vertice di mercoledì 2025 alla Casa Bianca, Trump ha esibito alcune fotografie che volevano dimostrare, a suo dire, che in Sudafrica fosse in corso una campagna di uccisioni contro la minoranza bianca, nota come boeri. Nelle immagini si vedono operatori umanitari con tute protettive mentre sollevano sacche contenenti corpi. Queste foto non sono però scatti dal Sudafrica, bensì provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo.

Le fotografie, realizzate dal videoreporter Djaffar Al Katanty per l’agenzia Reuters, risalgono a febbraio 2025 e ritraggono la città di Goma, teatro di violenze recenti causate da scontri tra esercito regolare e gruppi paramilitari. I corpi nelle sacche appartengono a detenute di un carcere, vittime di un incendio causato dai ribelli dopo il rilascio dei prigionieri maschi. Questa precisa localizzazione è stata verificata da diverse fonti giornalistiche.

Un giornalista statunitense, Michael Tracey, era già intervenuto prima della conferma di Reuters, rilevando che le immagini non avevano alcun legame col Sudafrica e non rappresentavano violenze su agricoltori bianchi.

Il contenuto del blog conservatore da cui è tratta la stampa mostrata da trump

Le fotografie proiettate da Trump derivano da una stampa di un post pubblicato sul blog conservatore American Thinker, diretto da Andrea Windburg. L’articolo, intitolato «Parliamo dell’Africa, che è dove ti porta il tribalismo», elenca una serie di esempi per criticare le politiche antirazziste e le cosiddette parole d’ordine della sinistra americana.

Nel testo viene citato anche il Sudafrica, assieme ad altri paesi africani, come un luogo in cui tali politiche porterebbero a gravi conseguenze sociali. Le fotografie, nella versione originale, sono correttamente attribuite al Congo e al suo conflitto interno, ma Trump le ha descritte in modo distorto per sostenere tesi non confermate.

Andrea Windburg ha successivamente ammesso che Trump ha confuso la realtà delle immagini, ma nello stesso tempo ha espresso il proprio supporto alla sua tesi sul genocidio dei bianchi, ignorando la specificità dei fatti.

La controversia intorno alle affermazioni di trump e le reazioni sulle immagini

Le affermazioni di Trump hanno acceso un dibattito acceso sulla realtà delle violenze in Sudafrica, spesso oggetto di interpretazioni polarizzate. Il presidente americano ha parlato infatti dei boeri, agricoltori bianchi che detengono una buona parte delle terre nel paese, sostenendo che fossero vittime di una campagna sistematica di uccisioni. Questa tesi però non ha alcun fondamento né dati confermati da enti indipendenti o organizzazioni internazionali.

Il fatto che Trump abbia mostrato immagini che riguardano invece un altro paese e un conflitto differente ha suscitato critiche, anche perché la presentazione è stata fatta davanti a Ramaphosa e alla stampa in un momento ufficiale.

Andrea Windburg, la direttrice editoriale del blog dove è stato pubblicato il post originale, ha risposto con una analogia sostenendo che “l’errore sull’attribuzione delle foto non annulla la realtà della sua denuncia sul presunto genocidio dei bianchi.” Nella sua replica ha paragonato la confusione di Trump a un errore nel descrivere elementi simbolici senza negare la sostanza del contenuto.

Questo scambio dimostra come le immagini e la narrazione possono essere usate come strumenti per sostenere tesi politiche, ma anche quanto sia importante verificare il contesto per evitare disinformazione, specie in incontri tra capi di stato.

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