Le tensioni tra Stati Uniti e Russia restano alte mentre il conflitto in Ucraina continua a provocare vittime e danni. Il presidente Usa Donald Trump ha commentato con durezza le operazioni militari di Mosca, definendole “disgustose” e annunciando nuove sanzioni. Nel frattempo, Washington spinge per una soluzione rapida del conflitto, con obiettivi fissati a settembre. Sul campo, l’Ucraina denuncia attacchi massicci e rivolge appelli alla comunità internazionale per un cambio di regime in Russia.
Critiche di trump alle azioni russe in ucraina e minaccia di nuove sanzioni
Donald Trump si è espresso con rilievo sulle recenti mosse della Russia in Ucraina, definendole “disgustose” durante un incontro con i giornalisti. Il presidente Usa ha rimarcato più volte il termine per sottolineare la gravità delle operazioni militari avviate da Mosca. Trump ha annunciato che Washington applicherà nuove sanzioni contro la Russia per tentare di frenare le iniziative belliche, ma ha anche riconosciuto che non è chiaro se Vladimir Putin subirà realmente conseguenze da queste misure.
Questa posizione arriva in un momento di forte tensione, dopo l’escalation di attacchi russi che hanno colpito diverse città ucraine. Trump sembra voler mantenere un equilibrio fra la fermezza nelle parole e la cautela nell’azione, lasciando aperta la possibilità di ulteriori restrizioni economiche o diplomatiche. L’obiettivo rimane quello di intimidire Mosca e costringerla a rivedere le proprie scelte sul terreno, anche se non viene escluso che il presidente russo possa reagire con durezza.
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Le sanzioni, già in vigore da tempo, rappresentano uno strumento principale nella strategia americana per contrastare l’aggressione russa. Il discorso di Trump segnala una volontà di incrementare la pressione, senza tuttavia specificare quali settori o figure potrebbero essere colpiti dai nuovi provvedimenti.
L’impegno degli stati uniti per una soluzione rapida al conflitto entro l’8 agosto
John Kelley, alto funzionario della diplomazia statunitense, ha illustrato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la posizione di Washington sul conflitto in Ucraina. Kelley ha fissato come obiettivo la ricerca di un accordo per porre fine alla guerra entro la prima settimana di agosto, nello specifico entro l’8 agosto. L’amministrazione americana si prepara ad adottare misure ulteriori per incentivare il raggiungimento della pace.
Questo annuncio arriva in un contesto di forte tensione diplomatica, con gli Usa pronti a intensificare la pressione su Mosca attraverso strumenti politici, economici e diplomatici. La dichiarazione all’Onu sottolinea la volontà degli Stati Uniti di partecipare attivamente a un negoziato che possa interrompere le ostilità in tempi brevi. Kelley ha evidenziato come gli Stati Uniti non si limitino a sanzioni, ma siano propensi a valutare azioni supplementari, anche non specificate, per fermare la guerra.
Il discorso al Consiglio di sicurezza sottolinea anche l’urgenza di una risposta globale coordinata. Gli Stati Uniti spingono affinché gli altri membri delle Nazioni Unite appoggino iniziative condivise, volte a risolvere un conflitto che ha generato migliaia di vittime e provocato devastazioni in vaste aree dell’Ucraina.
Attacco russo a diverse città ucraine e le condanne di zelensky e sybiga
Il giorno precedente all’intervento di Trump e Kelley, le forze russe hanno lanciato un massiccio attacco contro Kiev e altre zone chiave come Dnipro, Poltava, Sumy e Mykolaiv. Secondo stime ufficiali, il bilancio delle offensive conta almeno 16 morti e più di 150 persone ferite. Volodymyr Zelensky ha definito l’azione russa “brutale e deliberata”, confermando l’intenzione di Mosca di proseguire una guerra aggressiva.
Il presidente ucraino ha accusato ripetutamente Mosca di terrorismo e ha chiesto agli altri Paesi di sostenere un cambiamento di regime in Russia, per bloccare definitivamente le aggressioni. Zelensky ha ribadito che senza un intervento deciso a livello internazionale, i tentativi di destabilizzazione continueranno anche dopo la fine delle ostilità attuali.
Anche il ministro degli Esteri Andriï Sybiga ha condannato l’attacco, definendo la mattinata a Kiev “orribile” e riportando danni a edifici residenziali, scuole e ospedali. Su X , Sybiga ha sottolineato la necessità di esercitare la massima pressione su Mosca, puntando a un coordinamento più stretto sulle sanzioni già esistenti. Ha voluto inoltre attribuire a Putin l’intento di continuare a distruggere e uccidere, spronando la comunità internazionale ad agire con maggiore forza.
Queste dichiarazioni segnano una richiesta concreta di sostegno internazionale che parte proprio dal governo ucraino, stremato dall’escalation militare e dal costo umano e materiale crescente del conflitto. La sfida ora riguarda la risposta che le principali potenze mondiali sapranno offrire per modificare lo scenario sul terreno.