L’amministrazione Trump ha deciso di inasprire i dazi sulle importazioni europee, portandoli al 30%, segnando una nuova fase di tensione tra Stati Uniti e Unione europea. Questa mossa ha suscitato reazioni immediate in Italia, dove i principali gruppi parlamentari chiedono al governo di chiarire la posizione e le contromisure per difendere l’economia nazionale e il sistema produttivo.
Le critiche al governo meloni per la gestione dei rapporti con washington
I presidenti dei gruppi parlamentari del Partito Democratico, Francesco Boccia e Chiara Braga, hanno espresso giudizi severi sulla linea adottata dall’esecutivo italiano guidato da Giorgia Meloni. Secondo i due esponenti, la scelta di dimostrarsi eccessivamente accondiscendenti verso Washington ha indebolito la posizione italiana.
Nel mirino finisce l’esenzione concessa ai colossi americani dalla global tax, una misura giudicata controproducente per l’equità fiscale globale e per la tutela delle imprese europee. Allo stesso tempo, l’accettazione dell’accordo sull’aumento delle spese militari, voluto da Washington, viene valutata come un compromesso che non ha portato benefici concreti in cambio. Queste decisioni, messe in relazione alla nuova impennata dei dazi, sono viste come elementi che hanno fatto scivolare l’Italia in una posizione di debolezza, senza alcuna garanzia di protezione dagli Stati Uniti.
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Boccia e Braga chiedono quindi un cambio di rotta che non si limiti a gesti formali o comunicati istituzionali, ma che traduca la difesa degli interessi nazionali in azioni precise e condivise a livello europeo.
La decisione di trump e il suo impatto sui rapporti transatlantici
Il 2025 ha visto un’escalation nelle tensioni commerciali con l’annuncio del presidente uscente statunitense che ha inviato una lettera alla Commissione europea per ribadire la fine del ruolo dell’UE come alleato strategico per gli Stati Uniti. La misura più significativa riguarda l’aumento dei dazi sulle merci europee, fissati ora al 30%, una percentuale che sfida aperture di dialogo e crea un quadro complesso per le relazioni economiche.
Questa decisione arriva in un contesto di rapporti già tesi: duri i richiami del mondo politico europeo e interno sulla necessità di una reazione decisa. I settori industriali italiani, in particolare, potrebbero risentire pesantemente delle misure americane, con il rischio di peggioramenti economici e perdita di posti di lavoro. L’aumento dei costi d’importazione rischia di colpire aziende esportatrici e l’intero tessuto produttivo. L’inasprimento dei dazi arriva inoltre dopo una fase in cui l’Italia aveva assunto posizioni di cautela e cooperazione con gli Stati Uniti, accentuando così la delusione tra chi si aspettava una maggiore protezione da parte degli alleati.
La richiesta di un confronto parlamentare e azioni per tutelare imprese e lavoratori
Alla luce delle tensioni generate dalle scelte americane, emerge la richiesta urgente che il governo italiano torni a confrontarsi apertamente con il parlamento. Boccia e Braga hanno annunciato che chiederanno la convocazione della presidente del consiglio e del ministro dell’economia per un’informativa dettagliata sulle strategie adottate.
Serve chiarire quali misure sono previste per tutelare le aziende italiane e salvaguardare i posti di lavoro potenzialmente a rischio a causa delle barriere doganali imposte dagli Stati Uniti. Il dialogo con gli altri membri europei diventa indispensabile, per evitare che l’Italia rimanga isolata in un momento delicato. L’appello rivolto a Giorgia Meloni chiede anche un superamento del silenzio istituzionale, definito “imbarazzante”, per affrontare pubblicamente la questione e fornire risposte concrete.
I parlamentari auspicano un coinvolgimento attivo dell’Italia nel fronte europeo che si oppone alle misure protezionistiche statunitensi, puntando a una linea comune che metta al centro i diritti delle imprese e i lavoratori colpiti dalla crisi commerciale. Il timore più immediato è che gli effetti negativi si traducano in una contrazione delle attività industriali e in un aumento della disoccupazione.
Il rinnovato confronto parlamentare
Il rinnovato confronto parlamentare potrebbe segnare un passaggio decisivo per definire con chiarezza il mandato con cui l’Italia si muove sulla scena internazionale. L’obiettivo dichiarato è evitare che le difficoltà derivanti da decisioni estere ricadano senza tutela sul sistema produttivo nazionale, mettendo il paese in una posizione di svantaggio dopo anni di relazioni instabili con gli Stati Uniti.