Un uomo di 53 anni di Corridonia, in provincia di Ancona, è stato vittima di una truffa durata diverse settimane, in cui ha versato 7.500 euro tramite bonifici bancari. La vicenda ha avuto origine da una conoscenza via chat con una donna che si era presentata come afghana in fuga dal suo paese. La storia ha convinto l’uomo a finanziare una presunta spedizione di bagagli a casa sua, ma si trattava di un inganno ben architettato. L’intervento dei carabinieri ha permesso di individuare e denunciare tre cittadini nigeriani sospettati di aver architettato la frode, con l’accusa di truffa continuata aggravata.
La truffa e la corrispondenza via chat con la donna afghana
La truffa ha preso le mosse da una conversazione online iniziata nel marzo 2025. Il 53enne aveva stretto un rapporto su chat con una donna che si era presentata come una rifugiata afgana in pericolo, intenzionata a raggiungerlo in Italia. Lui ha creduto nella loro relazione, spinto dall’idea di un futuro incontro. La donna aveva raccontato di aver spedito i suoi bagagli in Italia, creando così un senso di urgenza e di veridicità alla sua storia.
Questa comunicazione ha fatto scattare nell’uomo la volontà di aiutarla, soprattutto di fronte alla situazione difficile che lei gli aveva descritto. Nei giorni successivi, sono intervenuti due uomini e una donna, che si sono spacciati per intermediari di una ditta di spedizioni, confermando la necessità di pagare una serie di somme per la consegna dei bagagli. A quel punto la vittima ha effettuato diversi bonifici su conti diversi, per un totale di 7.500 euro, convinto che quei soldi servissero a coprire le spese.
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La scoperta della truffa da parte della vittima
Quando il 53enne si è accorto che la donna non arrivava e che i bagagli non erano mai stati spediti, ha iniziato a dubitare della veridicità della storia. L’uomo si è rivolto ai carabinieri della sua città , raccontando i dettagli della chat, i bonifici effettuati e le richieste sospette ricevute dagli intermediari. Le forze dell’ordine hanno aperto un’indagine a partire dalla denuncia, individuando rapidamente i conti bancari su cui erano stati versati i soldi.
La denuncia e l’identificazione dei presunti responsabili
Lo sviluppo delle indagini ha portato alla denuncia di tre cittadini nigeriani, due uomini e una donna, di età compresa tra i 27 e i 35 anni, residenti nelle province di Viterbo, Pistoia e Parma. Due degli indagati avevano già precedenti penali, mentre la donna risulta incensurata. Gli investigatori li hanno accusati di truffa continuata aggravata, per aver orchestrato un inganno mediato da messaggi via chat e contatti telefonici, volto a impossessarsi del denaro della vittima.
Dettagli dell’operazione e sviluppo delle indagini a marzo 2025
Le indagini condotte dai carabinieri sono iniziate subito dopo la denuncia della vittima, in marzo 2025. I militari hanno seguito ogni passaggio dei bonifici, verificando i flussi finanziari e incrociando le informazioni sulle persone coinvolte. Sono stati raccolti elementi che hanno permesso di dimostrare la continuità delle truffe e di collegare i sospetti ai conti correnti utilizzati per ricevere il denaro.
La strategia degli indagati consisteva nell’utilizzare una storia emotiva per spingere la vittima a sostenere spese extra attraverso soggetti che si presentavano come intermediari ufficiali della spedizione dei bagagli. In realtà tutto era costruito per trarre profitto dai bonifici. I carabinieri, grazie all’analisi delle transazioni e agli accertamenti sui nominativi, hanno ricostruito l’intera catena del raggiro e raccolto elementi utili a procedere con la denuncia.
Il caso testimonia la diffusione di truffe online basate sull’inganno emotivo e la difficoltà di molte persone nel verificare la genuinità di interlocutori trovati in rete. Le autorità continuano a monitorare situazioni analoghe per prevenire nuovi episodi di frode e tutelare i cittadini.