Un’indagine per truffa aggravata coinvolge almeno quaranta persone in tutta Italia, otto delle quali in Piemonte, quattro nel capoluogo torinese. Vittime di una rete che prometteva orologi e accessori di lusso a prezzi vantaggiosi, ma che invece ha lasciato conti correnti svuotati senza consegne. La Procura di Como ha aperto un fascicolo contro un uomo già noto alle forze dell’ordine. L’indagine parte da Torino e punta a fare luce su un fenomeno sempre più frequente nel commercio digitale di prodotti firmati.
La truffa: annunci accattivanti e prezzi troppo bassi per orologi e accessori
Il meccanismo usato dal presunto truffatore era replicato quasi identico per ogni vendita. Attraverso social network come Instagram, WhatsApp e anche email, venivano pubblicati annunci con immagini curate di orologi di marche come Cartier, Omega, Zenith e accessori Montblanc. I prezzi indicati si aggiravano tra 500 e 1.500 euro, molto più bassi del valore reale. Questo attirava acquirenti interessati a fare un affare rapido e conveniente.
Le offerte apparivano disponibili immediatamente, favorendo l’urgenza e la pressione emotiva sull’acquisto. Una volta ricevuto il pagamento, l’oggetto promesso spariva: nessuna spedizione, nessuna risposta alle richieste di informazioni. A quel punto, le vittime si ritrovavano con conti correnti svuotati e più nessun modo per recuperare la merce. Il raggiro ha colpito soprattutto persone inesperte delle dinamiche commerciali online, che non hanno saputo riconoscere i segnali di allarme.
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Opinione dell’avvocato torinese
L’avvocato Gino Arnone, che cura alcune delle denunce, ha spiegato che si trattava di un sistema ben organizzato. “L’utilizzo di più canali di comunicazione e offerte competitive creava un senso di fiducia e urgenza. Anche la risposta assente dopo il pagamento era parte della strategia per non lasciare tracce e sottrarsi alle responsabilità.” Così, è stato possibile ingannare decine di persone sparse in tutto il paese.
Il passato criminale del principale indagato e le indagini partite da torino
L’uomo accusato di essere il promotore della truffa ha un passato che già destava sospetti. Nel 2023 era stato fermato dopo essere stato trovato in possesso di ventimila euro in banconote false e una divisa della polizia. Questi elementi fanno pensare a un’attività criminale strutturata e consolidata, non a un episodio isolato o improvvisato.
Le segnalazioni rimasero però inizialmente circoscritte, senza un salto d’attenzione pubblico significativo. Solo negli ultimi due anni, grazie al passaparola e agli articoli giornalistici sul caso, le denunce sono aumentate. La svolta è arrivata con la presentazione della denuncia da parte dell’avvocato Arnone presso la Procura di Torino. Da lì il fascicolo è passato alla Procura di Como, dove si svolgerà la prima udienza a ottobre 2025.
Interesse nazionale per l’indagine
La portata dell’indagine ha attirato notevole interesse, perché riguarda persone da Nord a Sud del paese, e un fenomeno, quello delle truffe online nel mercato del lusso, che si sta facendo sempre più frequente e complesso. La complessità delle piattaforme digitali e la capacità dei truffatori di sfruttare canali social rende più difficile l’individuazione e la tutela degli acquirenti.
Le difficoltà delle vittime nel recuperare il denaro e l’allarme delle autorità
Le persone truffate stanno cercando di recuperare quanto perso, ma i risultati ad oggi sono scarsi. L’imputato risulta nullatenente e le possibilità di agire con un sequestro di beni sono limitate. Il denaro versato dai clienti è dunque un costo probabilmente perso, se non emergono risorse nascoste o nuove prove durante l’istruttoria.
Le forze dell’ordine e la polizia postale hanno rilasciato avvertimenti per chi fa acquisti online, soprattutto in mercati di seconda mano di lusso. Si consiglia di diffidare delle offerte eccessivamente basse, preferire metodi di pagamento che lasciano traccia e rivolgersi a venditori certificati o portali ufficiali. Spesso però l’urgenza e la voglia di ottenere un prodotto esclusivo a un prezzo conveniente annebbiano il giudizio dei compratori.
L’allarme delle autorità
Il caso evidenzia la fragilità degli acquirenti di fronte a meccanismi collaudati di inganno digitale. Lo scenario online, in rapido sviluppo negli ultimi anni, ospita anche situazioni di rischio alte ma spesso poco percepite. Le autorità rimangono impegnate a intercettare queste frodi e sensibilizzare la popolazione.
Prospettive dell’indagine e possibile allargamento del numero di vittime
Al momento il procedimento giudiziario contro M.F. riguarda almeno quaranta persone, ma non sono escluse ulteriori denunce. L’eco mediatica potrebbe incentivare altre vittime timorose a farsi avanti. Durante la prima udienza prevista per ottobre 2025 a Como si aspetta un’ampia discussione sui fatti e, eventualmente, l’emissione di misure cautelari.
Torino, dove tutto è iniziato, resta al centro dell’attenzione per questo caso. La città segue da vicino gli sviluppi, che potrebbero diventare un riferimento per altre inchieste simili. Resta da vedere come sarà fronteggiata la tutela degli acquirenti e la gestione di questi fenomeni che si articolano su territori vasti e tramite strumenti digitali. Nel frattempo, le vittime rimangono in attesa di risposte e giustizia.