Trento in allerta: orsi sempre più presenti, sindaci chiedono azioni concrete

Trento in allerta: orsi sempre più presenti, sindaci chiedono azioni concrete

Crescente preoccupazione in Trentino per la proliferazione degli orsi: sindaci chiedono politiche di contenimento efficaci per tutelare sicurezza pubblica ed economia locale, minacciate dalla presenza invasiva dei grandi predatori.
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Trento in allerta: orsi sempre più presenti, sindaci chiedono azioni concrete - Gaeta.it

Gli orsi in Provincia di Trento stanno diventando un tema caldo e la questione richiede un’immediata attenzione da parte delle istituzioni. Durante un incontro recente a Roma, venticinque sindaci provenienti dalle zone della Val di Non e della Val di Sole hanno messo in luce la crescente presenza di questi animali sul territorio. Con oltre 110 esemplari accertati e una crescita annua del 10-11%, la situazione ha iniziato a sollevare preoccupazioni sia per la sicurezza pubblica che per l’economia locale.

La situazione attuale degli orsi in Trentino

La popolazione di orsi in Provincia di Trento continua a crescere in modo esponenziale, alimentando timori tra gli agricoltori e le comunità locali. Nel contesto di un incontro con il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione del Senato, i sindaci hanno evidenziato i problemi connessi alla coesistenza con questi grandi predatori. Il fenomeno non è marginale: la crescente confidenza degli orsi con le aree antropizzate ha comportato rischi per la sicurezza e ha sollevato interrogativi sul futuro dell’economia locale, che si basa anche sull’agricoltura e sul turismo all’aria aperta.

I rappresentanti locali hanno espresso la loro frustrazione per la scarsa gestione di questa questione, che è emersa in modo preoccupante dopo il rilascio dei primi esemplari nel territorio. Il risultato di queste azioni, secondo i sindaci, è una presenza sempre più invasiva degli orsi, che stavano originariamente progettati per essere ripopolati in modo controllato.

Politica e gestione dei predatori

Il punto cruciale dell’incontro è stata la richiesta di politiche di contenimento più efficaci per i grandi predatori. Il senatore Luca De Carlo ha condiviso le preoccupazioni dei sindaci, sottolineando che anni di inattività nel gestire il fenomeno hanno portato a una situazione difficile da controllare. Richiamando la sua esperienza diretta come sindaco di Calalzo di Cadore, De Carlo ha messo in evidenza come il fenomeno del ripopolamento degli orsi sia stato gestito in modo inadeguato fin dall’inizio.

La narrativa secondo cui l’agricoltura è considerata dannosa ha ostacolato l’adozione di misure necessarie, creando un divario tra le esigenze degli agricoltori e le priorità politiche. De Carlo ha annunciato un ciclo di incontri a livello nazionale per discutere la comunicazione e l’informazione riguardo all’agricoltura, sperando così di cambiare la percezione pubblica e sensibilizzare l’opinione politica sui temi agricoli. Questa iniziativa si propone di far emergere una visione più realistica della vita in montagna, che non può trascurare le necessità delle popolazioni locali.

La necessità di un intervento

La convivenza con i grandi predatori, in particolare gli orsi, si sta rivelando sempre più problematica. Nel corso dell’incontro, i sindaci hanno espresso preoccupazione non solo per la sicurezza pubblica, ma anche per il significato economico che una gestione corretta degli orsi potrebbe avere sui territori. L’economia trentina si basa su settori come l’agricoltura e il turismo all’aria aperta, entrambi minacciati dalla presenza invasiva degli orsi.

Secondo De Carlo, le politiche attuali devono essere ridefinite, puntando a stabilire misure concrete e scientifiche per affrontare il problema. L’approccio deve essere basato su una comprensione chiara del rapporto tra i predatori e le aree abitate. Si stima che senza un intervento mirato, la situazione non farà altro che aggravarsi, creando conflitti tra le esigenze degli animali e quelle degli abitanti delle zone montane. La gestione costruttiva del fenomeno potrebbe, auspicabilmente, garantire un futuro equilibrato per gli orsi e per le comunità trentine.

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