Trento: Cgil e Fillea spingono per fermare lavoro nelle ore più calde a tutela della salute dei dipendenti

Trento: Cgil e Fillea spingono per fermare lavoro nelle ore più calde a tutela della salute dei dipendenti

Cgil e Fillea chiedono alla provincia di Trento un’ordinanza per sospendere il lavoro nelle ore più calde, per proteggere i lavoratori dell’edilizia dalle ondate di calore sempre più intense in Trentino.
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Cgil e Fillea chiedono alla provincia di Trento di sospendere i lavori all’aperto nelle ore più calde per proteggere i lavoratori dall’aumento delle temperature estive e aggiornare le norme di sicurezza sul rischio calore. - Gaeta.it

L’estate 2025 ha portato temperature anomale in Trentino, creando forti preoccupazioni per i lavoratori esposti al calore. Cgil e Fillea hanno chiesto alla provincia di intervenire con un’ordinanza che imponga la sospensione delle attività nelle ore più calde del giorno, soprattutto nei settori più a rischio come l’edilizia. Questa iniziativa nasce dall’urgenza di salvaguardare la salute dei lavoratori in un contesto climatico che fa registrare ondate di calore sempre più frequenti e intense. Ecco cosa chiedono i sindacati e qual è la posizione delle istituzioni.

Richieste di cgil e fillea per stop lavoro nelle ore più calde in trentino

Cgil e Fillea hanno ufficialmente chiesto alla provincia di Trento di emanare un’ordinanza che fermi le attività lavorative durante le ore più calde della giornata. La proposta nasce dalla constatazione che questo tipo di provvedimento è già stato adottato in diverse regioni italiane, rafforzando le misure nazionali per la tutela dal rischio da calore. Manuela Faggioni Sella, responsabile salute e sicurezza della Cgil del Trentino, insieme a Giampaolo Mastrogiuseppe, segretario generale della Fillea che rappresenta i lavoratori dell’edilizia, hanno rimarcato che non si tratta di una richiesta innovativa ma di una concreta messa in pratica delle linee guida nazionali.

Clima e necessità di tutela per i lavoratori all’aperto

Le temperature che registriamo in queste settimane evidenziano la necessità di un intervento a tutela delle lavoratrici e lavoratori più vulnerabili, specie chi lavora all’aperto. La richiesta è rivolta a settori dove il rischio è particolarmente alto, come l’edilizia, che subisce direttamente lo stress da calore intenso. I sindacati sottolineano che già in passato le amministrazioni hanno adottato misure generiche, come modifiche agli orari di lavoro o la distribuzione di bevande, ma queste non sarebbero più sufficienti di fronte alla crescente gravità dell’emergenza climatica.

Posizione della provincia di trento e misure già in vigore

Dalla provincia di Trento al momento non risultano comunicazioni ufficiali su nuove ordinanze in materia di rischio caldo. Le misure attualmente attive sono quelle previste da anni e contemplano flessibilità oraria, cassa integrazione straordinaria durante le condizioni più critiche, e somministrazione di bevande e sali minerali nei luoghi di lavoro. Questi provvedimenti restano validi, ma non sono stati implementati in risposta alle recenti ondate di calore che si sono anticipate nella stagione.

Reazioni e aspettative dai sindacati

L’assenza di un provvedimento specifico ha alimentato le proteste dei sindacati, che chiedono alla provincia di non ritardare ulteriormente una risposta più strutturata. Dal tavolo provinciale per la salute e sicurezza sul lavoro non sono arrivate novità o aggiornamenti delle linee guida. Per le organizzazioni dei lavoratori, questo aspetto è particolarmente grave perché non tiene conto della realtà che vede il clima mutare rapidamente e mettere a rischio la sicurezza e la salute di chi lavora soprattutto all’aperto.

Normativa inps e inail sul rischio calore nei settori più esposti

Inps e Inail hanno definito alcune regole precise per prevenire colpi di calore e altri problemi legati al caldo estremo, soprattutto nel comparto dell’edilizia e delle casse. La normativa stabilisce che le attività possono essere sospese a partire da temperature di 35° percepiti, ovvero non solo il dato reale ma quello che il corpo effettivamente sente. Questa soglia è particolarmente rilevante per lavorazioni specifiche, come la posa di manti stradali o il rifacimento di facciate e tetti, dove l’esposizione al sole e l’uso di indumenti protettivi pesanti amplificano il rischio.

Applicazione e criticità

La sospensione temporanea del lavoro non riguarda soltanto chi opera al sole diretto, ma anche certe fasi in cui le condizioni ambientali non si possono mitigare, o dove si impiegano materiali che sono sensibili alle alte temperature. Queste indicazioni, per quanto presenti, non sempre vengono applicate rigorosamente sul territorio e i sindacati chiedono che vengano tradotte in regole obbligatorie a livello provinciale.

Impatto delle ondate di calore sulla sicurezza dei lavoratori

Le ondate di calore non portano solo un disagio immediato ma aumentano anche il rischio di incidenti sul lavoro. Alte temperature influenzano la concentrazione e la capacità fisica, elementi fondamentali per chi svolge mansioni pesanti o tecniche. I sindacalisti Manuela Faggioni Sella e Giampaolo Mastrogiuseppe riflettono sull’urgenza di coinvolgere anche le imprese in questo processo, affinché il tema diventi una priorità condivisa e non solo una questione sindacale.

Strategie per ridurre i rischi

Per loro arginare i rischi legati al caldo estremo significa agire su più fronti: ridurre le ore di esposizione, garantire pause adeguate, fornire mezzi e materiali per contrastare gli effetti delle temperature elevate. Il dialogo con le imprese deve portare a misure che rendano il lavoro più sostenibile e sicuro, soprattutto in estate, quando il caldo fa emergere problemi di sicurezza spesso sottovalutati.

Chiamata all’azione per aggiornare le linee guida provinciali

Le organizzazioni sindacali lanciano un appello deciso affinché il tavolo provinciale per la salute e sicurezza aggiorni le linee guide sul rischio caldo. Nel contesto attuale, dove cambiano clima e condizioni di lavoro, mantenere documenti e protocolli obsoleti rischia di lasciare scoperti molti lavoratori vulnerabili. La mancanza di aggiornamenti ha effetti concreti proprio nel mancato riconoscimento di situazioni di pericolo che sempre più spesso si presentano durante le ondate di calore.

Richiesta di revisione e norme più strette

Le richieste puntano a una revisione completa, non solo formale, che riconosca le nuove condizioni ambientali e imponga regole più strette, includendo l’obbligo di sospendere il lavoro nelle ore più rischiose. Il risultato auspicato è una protezione più reale e tangibile, che tenga conto non solo delle norme nazionali ma anche delle esigenze specifiche del territorio trentino.

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