Tra l’11 e il 12 marzo 2025, dopo un incontro a ginevra tra rappresentanti di stati uniti e cina, i mercati finanziari hanno vissuto un momento di tregua che ha modificato subito i loro andamenti. La pausa sui dazi annunciata al termine del summit ha avuto un grande impatto sulle principali materie prime e sulle valute, dopo settimane di tensione e cali diffusi. Gli investitori hanno reagito con un cauto ottimismo, attenuando la pressione sui portafogli globali che avevano sofferto dal cosiddetto “giorno della liberazione”, il 2 aprile, data in cui si erano intensificate le misure commerciali.
L’effetto della tregua sui dazi tra stati uniti e cina sui mercati finanziari
Il primo incontro tra le delegazioni di washington e pechino a ginevra ha generato un clima più rassicurante sui mercati europei e americani. Dopo molte settimane di incertezza dovuta alla guerra commerciale, la sospensione temporanea dell’aumento dei dazi ha ridotto la paura di ulteriori escalation. Le borse, che da tempo mostravano segni di nervosismo con discese incontrollate per via delle tensioni bilaterali, hanno finalmente trovato qualche respiro.
Stabilizzazione degli indici azionari
Gli indici azionari hanno registrato una stabilizzazione, con oscillazioni più contenute rispetto ai giorni precedenti. A farla da padrone è stato il sentimento degli investitori, più propenso a rinnovare posizioni e a limitare le vendite. Questa pausa nel conflitto commerciale ha spinto alcuni fondi a rivedere le loro strategie, soprattutto nel settore manifatturiero e tecnologico, tra i più colpiti dagli aumenti dei dazi. Nonostante la tregua, gli esperti continuano a monitorare l’evolversi degli sviluppi politici perché la situazione rimane fragile e qualsiasi passo falso potrebbe riaccendere le tensioni.
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Il crollo dell’oro e la rinascita del petrolio nei mercati globali
L’annuncio della tregua ha provocato un forte movimento sui prezzi delle materie prime. In particolare l’oro ha subito una rapida discesa dopo settimane di crescita legata al suo ruolo di “bene rifugio” in momenti di incertezza. Con l’allentamento delle tensioni commerciali, gli investitori hanno ridotto gli acquisti del metallo prezioso, causando un calo significativo del suo valore.
Il rialzo del petrolio
Al contrario il petrolio ha ripreso quota. I contratti futures sul barile hanno registrato una risalita dovuta a due fattori principali: il timore di una riduzione della domanda aveva spinto i prezzi verso il basso, ma la tregua ha fatto riscoprire fiducia nelle dinamiche economiche internazionali. Anche i produttori di petrolio hanno reagito positivamente, sperando in una ripresa della crescita globale che mantenga stabile la domanda di energia. Il barile ha guadagnato terreno sia nelle borse asiatiche, che in quelle europee, dopo settimane di volatilità acuta.
Il dollaro recupera terreno sulle principali valute mondiali
Sul fronte valutario, il dollaro americano si è rafforzato rispetto alle principali monete come euro, yen giapponese e yuan cinese. La notizia della tregua commerciale ha dato nuovo slancio alla valuta statunitense, considerata un punto di riferimento per gli investitori internazionali. Il miglioramento sulle fronti dei rapporti commerciali ha ridotto i timori di una recessione negli stati uniti, aumentando la domanda di dollari per investimenti e scambi internazionali.
Osservazioni delle banche centrali
Le banche centrali hanno osservato con attenzione questi movimenti. In particolare la risalita del dollaro rischia di complicare le politiche monetarie di altre nazioni che dipendono fortemente dall’andamento della valuta americana. cina e giappone, ad esempio, stanno valutando come mantenere la stabilità dei propri mercati in un contesto di rialzo del dollaro. Il cambio euro-dollaro ha vissuto oscillazioni pronunciate, ma con una tendenza complessiva verso il rafforzamento della moneta americana.
Questi eventi hanno sottolineato la forte interconnessione tra politica internazionale e mercati economici globali. La pausa sui dazi tra stati uniti e cina ha dimostrato quanto basti una svolta diplomatica per invertire tendenze che sembravano ormai consolidate, anche se rimane spazio per incertezze nei prossimi mesi.