Un episodio di violenza e intimidazione ha scosso la tranquilla routine quotidiana dei pendolari in viaggio tra Padova e Castelfranco. La rapina, avvenuta il 17 febbraio 2022, ha visto coinvolto un ragazzino di soli 14 anni, trasformato in bersaglio da una “baby gang” di tre giovani. I dettagli di questa vicenda, che ha suscitato allarme nella comunità, sono emersi durante l’udienza del 29 ottobre, alla presenza del giudice dell’udienza preliminare, Carlo Colombo.
La dinamica della rapina sul treno
Il pomeriggio del 17 febbraio si è trasformato in un incubo per il giovane, colpito dalla prepotenza di tre ragazzi tra i 21 e i 23 anni, con origini italiane. La vittima si trovava nel treno, sua abituale modalità di viaggio, quando è stata accerchiata dai tre, che si sono avvicinati con atteggiamenti minacciosi. In pochi istanti, il ragazzino si è ritrovato bloccato contro il finestrino del convoglio, costretto a svuotare le tasche del suo portafoglio, nel quale si trovavano solo 20 euro. Un bottino misero, ma il terrore vissuto dal minorenne è stato indelebile.
I tre presunti aggressori, Y.L. , H.B. e M.D. , sono stati difesi da avvocati esperti, ma nulla sembra sminuire la gravità dell’accaduto. Durante l’udienza, è emerso che i bulli avevano persino registrato la scena con un cellulare, documentando le loro azioni intimidatorie. La rapina, durata solo cinque minuti, ha mostrato quanto fosse audace e spietata la gang, che si afferma con prepotenza nei confronti dei meno giovani.
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La paura e la decisione di denunciare
Dopo essere sfuggito all’aggressione, il minorenne ha scelto di non allertare immediatamente le forze dell’ordine. Spaventato e scosso, ha deciso di tornare a casa e confidare l’accaduto ai genitori. Solo il giorno seguente ha presentato una denuncia alla polizia ferroviaria, avviando così un’importante indagine. La paura del ragazzino era comprensibile, soprattutto considerando le minacce ricevute: “Se ne parli con qualcuno ti ammazziamo“. Queste parole non hanno fatto altro che generare angoscia e disorientamento nel giovane.
Le indagini sono proseguite rapidamente, aiutata dalla disponibilità delle telecamere di sorveglianza installate nei treni. Grazie all’analisi dei filmati, gli inquirenti sono riusciti a individuare i tre aggressori. Quando è stata richiesta l’identificazione, il 14enne non ha esitato: sono i tre che lo hanno minacciato e derubato, facendo crollare la sua innocenza in un attimo.
Un processo in corso e le speranze di giustizia
Il caso ha catturato l’attenzione della comunità locale, dove la paura di viaggiare in treno sta crescendo. La vicenda è diventata un’occasione per riflettere su quanto sia necessario proteggere i giovani e garantire la sicurezza nei mezzi pubblici. Il processo in abbreviato, programmato per il 27 novembre, rappresenta ora un passo fondamentale verso la giustizia. I tre giovani si trovano a fronteggiare non soltanto il processo penale, ma anche il giudizio di una comunità indignata per quanto accaduto.
È un momento cruciale per la scuola e la società, che devono collaborare per educare i giovani a evitare simili comportamenti e a costruire un ambiente più sicuro per tutti. La vicenda del 14enne ricorda che ogni piccolo atto di violenza può avere conseguenze devastanti, e che la società nel suo complesso ha il compito di prendere una posizione chiara contro la prevaricazione e l’intimidazione.