Tre anni e otto mesi di carcere richiesti per Giovanna Pompei nel caso di tentato omicidio del marito

Tre anni e otto mesi di carcere richiesti per Giovanna Pompei nel caso di tentato omicidio del marito

La Procura di Ascoli Piceno chiede tre anni e otto mesi per Giovanna Pompei, accusata di tentato omicidio del marito Luigi Capriotti, in un caso complesso di violenza domestica.
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Tre anni e otto mesi di carcere richiesti per Giovanna Pompei nel caso di tentato omicidio del marito - Gaeta.it

La Procura della Repubblica di Ascoli Piceno ha avanzato una richiesta di condanna a tre anni e otto mesi di reclusione per Giovanna Pompei, accusata di aver tentato di uccidere il marito, Luigi Capriotti, attuale vice sindaco di Acquasanta Terme. I fatti risalgono alla notte tra il 18 e il 19 febbraio 2024, quando Pompei ha aperto il fuoco nei confronti del marito. Il caso è attualmente oggetto di un processo che si svolge con rito abbreviato presso il Tribunale di Ascoli Piceno. Nell’udienza di oggi, le richieste di assoluzione sono state presentate sia dai legali della difesa che da quelli della parte civile.

Dettagli del caso e accusa

I legali di Giovanna Pompei, Giulio Natali e Andrea Silvestri, hanno presentato un’istanza per l’assoluzione dell’imputata, chiedendo di non procedere ulteriormente contro di lei. Allo stesso modo, anche l’avvocato Nazario Agostini, che rappresenta Capriotti, ha espresso simili posizioni. Luigi Capriotti ha sempre sostenuto che il colpo d’arma fosse partito accidentalmente, manifestando anche l’intenzione di ritirare la sua costituzione di parte civile. Queste dichiarazioni, sebbene abbiano sollevato qualche dubbio, non hanno scosso l’accusa.

Dalla prospettiva della Procura, lo sparo non è considerato un incidente, ma il culmine di un acceso litigio coniugale. Secondo le ricostruzioni, la donna avrebbe diretto l’arma contro il marito, creando un serio rischio di ferirlo in aree vitali. Per questa ragione, l’accusa formalizza il reato di tentato omicidio, ritenendo la condotta di Pompei estremamente grave.

La posizione della difesa e il contributo di Capriotti

La linea difensiva e i legali di Pompei si sono battuti per chiarire che non vi fosse alcuna intenzione di causare morte o danno. Nonostante l’accaduto, hanno insistito sul fatto che il colpo fosse frutto di un tragico errore, partito da una pistola calibro 357 Magnum, arma detenuta da Capriotti per esigenze di difesa domestica. Questa versione è stata parzialmente avvalorata dallo stesso Capriotti, rimasto ferito al braccio durante l’incidente.

Nel corso dell’udienza, è emerso un quadro complesso della situazione familiare tra i coniugi Pompei e Capriotti, un matrimonio che nei suoi rimi toni nascondeva tensioni e conflitti. La voci di una lite coniugale, agitata e accesa, sono state considerate elementi cruciali per comprendere il contesto in cui sono avvenuti i fatti.

Le prossime fasi del processo

Il procedimento legale è giunto a un punto critico con le dichiarazioni odierne da parte della difesa e della parte civile. Si attende ora una decisione del giudice dell’udienza preliminare che potrebbe influenzare il futuro dei coniugi coinvolti in questo drammatico caso. Gli sviluppi del processo potrebbero riservare ulteriori sorprese, specialmente considerando la volontà di Capriotti di ritirarsi come parte civile.

Si rimane in attesa di notizie aggiornate, mentre il Tribunale di Ascoli Piceno prosegue con la sua opera di accertamento dei fatti, cercando di fare luce su un evento che ha scosso non solo la comunità locale, ma anche l’opinione pubblica, suscitando grande interesse e preoccupazione per la violenza domestica.

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