Un grave incidente avvenuto sui Piani Resinelli ha avuto esito fatale per un base jumper di 33 anni. L’uomo, dopo essersi lanciato dal Forcellino, ha perso la vita precipitando al suolo. La triste notizia ha scosso non solo gli amici e i familiari della vittima, ma anche la comunità degli appassionati di sport estremi, evidenziando le insidie legate a tali attività avventurose.
La dinamica dell’incidente
Il lancio e la caduta fatale
L’incidente si è verificato intorno alle ore 13:00, quando il base jumper ha deciso di compiere il suo audace salto dal Forcellino, una località montana rinomata per le sue opportunità di volo. Secondo le prime ricostruzioni fornite dalle autorità, l’uomo ha affrontato il salto con determinazione, ma durante il volo ha incontrato un imprevisto. Un malfunzionamento della tela che avrebbe dovuto garantirgli una planata sicura ha compromesso il volo, portando a una precipitazione fatale.
Immediato è stato l’allerta da parte degli amici, preoccupati per la mancanza di contatto con il base jumper. Hanno prontamente attivato i soccorsi, segnalando l’accaduto. Le forze dell’ordine, giunte sul posto, hanno avviato le indagini per chiarire eventuali responsabilità e le circostanze esatte dell’incidente. Non è la prima volta che il Forcellino si trasforma in un tragico palcoscenico per sportivi, motivo per cui ci si interroga sulla sicurezza e le pratiche di lancio adottate.
L’intervento dei soccorsi
In seguito alla chiamata di emergenza, è stata rapidamente mobilitata una squadra di soccorso multidisciplinare. Sono stati coinvolti l’elisoccorso, il Soccorso alpino, i Vigili del fuoco e i Carabinieri, tutti impegnati nella ricerca dell’uomo e nel ripristino delle condizioni di sicurezza nella zona del lancio. Le operazioni di ricerca sono state delicate e complesse, dato il terreno impervio e le difficoltà di visibilità nei boschi sottostanti il punto di lancio.
Dopo ore di ricerche, il cadavere del base jumper è stato rinvenuto nei boschi, confermando il temuto esito dello sfortunato evento. Le forze dell’ordine sono ora concentrate sull’analisi della scena e sull’interrogazione degli amici presenti al momento dell’incidente per ricostruire ogni dettaglio.
Precedenti tragici nella stessa zona
Un altro incidente mortale
La morte del base jumper di 33 anni riporta alla mente un altro tragico episodio avvenuto nella stessa località. Nel mese di febbraio, Alessandro Fiorito, un noto pilota professionista di 61 anni originario di Gallarate, ha perso la vita in circostanze simili. Anche lui si era lanciato dallo stesso punto con una tuta alare. Questo incidente ha acceso i riflettori sulle potenziali insidie di un’attività considerata affascinante e avventurosa, ma che comporta elevati rischi.
Le similitudini tra gli incidenti pongono questioni importanti sulla sicurezza delle attrezzature utilizzate dai base jumper e sull’adeguatezza dei protocolli di lancio. Gli esperti del settore sono ora chiamati a riflettere sulle misure preventive necessarie per evitare futuri incidenti mortali. La comunità degli appassionati di sport estremi, benché appassionata e dedicata, deve confrontarsi con la realtà di un’attività che purtroppo si è dimostrata fatale in diverse occasioni.
La tragedia del base jumper di 33 anni rappresenta non solo una perdita personale per il suo circolo di amici e familiari, ma anche un monito a tutti coloro che si avvicinano a questa pratica avventurosa. La speranza è che tali incidenti possano servire a sensibilizzare sull’importanza della sicurezza e della preparazione adeguata, affinché il volo rimanga un’esperienza di libertà, non di dolore.
Ultimo aggiornamento il 10 Settembre 2024 da Armando Proietti