Un tentato furto con un valore di almeno 80mila euro è stato bloccato a Vercelli all’interno del deposito amazon. La polizia municipale ha fermato un autista di tir che ha cercato di introdursi nel magazzino con documenti falsificati e targhe contraffatte. L’episodio conferma la continuità di furti organizzati contro i centri logistici del colosso dell’e-commerce nel Nord Italia.
Il tentativo di furto e la scoperta dei documenti sospetti
Questa volta la strategia criminale si è mossa con precisione, ma è naufragata grazie all’attenzione degli agenti di polizia municipale. Un autista di tir, arrivato al magazzino amazon di Vercelli, si è presentato con un mezzo e dei documenti che destavano sospetti. Il camionista ha cercato di confondersi tra altri autisti, presentandosi con un codice di accreditamento identico a quello di un secondo tir straniero, anch’esso appena giunto.
Il fatto che due veicoli totalmente indipendenti portassero lo stesso codice ha subito fatto emergere dubbi. La polizia ha quindi fermato i due automezzi per ulteriori verifiche. Il primo autista, che ha effettuato il check-in più rapido, però, ha attirato maggiore attenzione. Durante i controlli, sono state scoperte sei targhe all’interno del suo camion: quattro contraffatte e due originali, di provenienza romena. Inoltre, il cassone del mezzo conteneva quattro etichette adesive blu, che riportavano i simboli dell’Unione europea e dell’Italia. Quelle etichette servivano per mascherare l’identità del camion e facilitarne la circolazione tra confini senza problemi.
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La denuncia e le conseguenze amministrative
A seguito del fermo, l’autista è stato denunciato per tentato furto. Il mezzo su cui viaggiava è stato soggetto a un fermo amministrativo di tre mesi, bloccando così ogni ulteriore tentativo di movimentazione. Gli investigatori hanno quantificato il valore della merce presumibilmente coinvolta tra gli 80 e i 100mila euro, un bottino significativo che spiega la necessità di uno sforzo investigativo intenso.
L’episodio testimonia la complessità dei meccanismi usati per introdursi nei magazzini amazon. I gruppi di criminalità organizzati sembrano adottare metodi consolidati, che prevedono l’uso di documenti falsi, targhe clonate e codici di accesso rubati. L’obiettivo è entrare in modo indisturbato, caricando merci da rivendere illegalmente a prezzi inferiori.
La modalità del furto e i precedenti nei depositi amazon del nord italia
Le forze dell’ordine sottolineano come il metodo individuato a Vercelli sia simile a quelli già riscontrati in altri magazzini amazon del Nord Italia. La tecnica dei tir con targhe false e documenti clonati è ormai nota. Si fa uso di duplicati delle credenziali di accesso per superare i controlli e operare senza destare sospetti.
I depositi amazon sempre nel mirino della criminalità
Questo modus operandi richiede coordinamento e preparazione, indicativi della presenza di una regia criminale più vasta e ben strutturata. Le indagini rilanciano una possibile dimensione sovranazionale dietro questi azioni, dove reti coinvolgono soggetti capaci di manomettere documenti ufficiali e gestire mezzi pesanti in modo fraudolento.
Anche se il tentativo a Vercelli non ha avuto successo, rimane il fatto che i depositi amazon continuano a essere obiettivi preferiti. I furti in questi centri mettono a rischio le operazioni logistiche e comportano perdite economiche ingenti. La vigilanza sulle entrate e i controlli vengono intensificati con l’obiettivo di arginare queste incursioni.
Le autorità riescono a intervenire rapidamente quando emergono anomalie, ma la struttura criminale resta pronta a escogitare nuove tecniche. Le indagini in corso proveranno a individuare i legami e le persone coinvolte nella rete, per interrompere sul nascere questi blitz pianificati con attenzione.
Il controllo sul territorio e la collaborazione tra forze dell’ordine e responsabili della sicurezza interna ai magazzini si rivelano indispensabili per affrontare questo tipo di minaccia. La dinamica di Vercelli conferma quanto sia necessario mantenere alta la guardia sui centri nevralgici della logistica moderna.