Il prossimo 27 luglio a Caserta si terrà il concerto del direttore d’orchestra Valery Gergiev, figura controversa per la sua vicinanza a Vladimir Putin. L’evento ha scatenato reazioni politiche forti e proteste da parte di associazioni impegnate nella denuncia della propaganda russa in Italia. La vicenda mette in luce un contrasto acceso tra esponenti politici e richieste di chiarimenti su finanziamenti pubblici destinati a iniziative culturali legate a sostenitori del Cremlino.
Lo scontro tra pina picierno e antonio tajani sul concerto di gergiev
Il dibattito pubblico è esploso con un confronto acceso fra pina picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, e antonio tajani, vicepremier e ministro degli Esteri. Picierno ha espresso chiaramente il suo disappunto per la presenza di gergiev in Campania, definendo la sua partecipazione come “una ferita inaccettabile per la regione e per l’Italia”. Ha sottolineato l’importanza di riconoscere la figura di gergiev come un simbolo che non può essere ignorato, vista la sua notorietà per la vicinanza politica a putin.
Tajani, però, ha risposto precisando che l’invito non è stato esteso dal governo, ma dalla regione Campania, e ha evidenziato che il direttore d’orchestra possiede un passaporto olandese che gli consente di viaggiare liberamente nell’Unione europea. Ha ribadito la sua posizione contraria all’invito, ma ha chiarito di non poter intervenire direttamente perché la competenza non ricade sul governo nazionale. La replica di picierno lo ha accusato di scaricare la responsabilità, paragonandolo a ponzio pilato e richiedendo un impegno politico più deciso contro l’evento.
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Questo scambio ha rimarcato la difficoltà di gestire situazioni in cui cultura e politica si intrecciano, soprattutto quando coinvolgono personalità considerate legate a regimi controversi come quello russo. La divergenza tra le istituzioni evidenzia una spaccatura sul modo di affrontare la presenza di figure simboliche legate a geopolitiche delicate.
Memorial italia e la raccolta firme per bloccare il concerto
Nel frattempo, l’associazione memorial italia ha lanciato una campagna per chiedere la cancellazione del concerto di gergiev a Caserta. In poche ore sono state raccolte oltre 700 firme a sostegno dell’appello, indirizzato alle istituzioni locali ed europee. Memorial definisce gergiev un “sostenitore entusiasta” di putin e lo considera una “arma di infiltrazione culturale e whitewashing,” cioè un mezzo per legittimare attraverso l’arte un regime responsabile di crimini di guerra.
L’associazione ha inviato una lettera alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen e al presidente della regione Campania Vincenzo De Luca. Nel documento si sollecita un’indagine sulle risorse pubbliche, comprese quelle europee, destinate ad eventi culturali con personaggi collegati direttamente al regime russo. Inoltre, memorial chiede la creazione di un fondo speciale per sostenere artisti che si oppongono al regime di putin.
La difesa dei valori democratici italiani ed europei è al centro delle richieste, con un invito ad intensificare i controlli per evitare che soldi pubblici finiscano in eventi propagandistici mascherati da iniziative culturali. La sollecitazione è arrivata anche ai presidenti di camera e senato, lorenzo fontana e ignazio la russa, affinché istituiscano un organismo parlamentare con il compito di monitorare e contrastare la propaganda russa.
Il significato politico e culturale del concerto di gergiev nel contesto europeo
Memorial italia qualifica il concerto del 27 luglio non solo come un evento artistico, bensì un gesto politico che rischia di conferire legittimità a un regime coinvolto in conflitti e violenze. La presenza sul palco di gergiev rappresenta un ritorno simbolico di un artista legato al Cremlino, supportato da istituzioni pubbliche. L’associazione sottolinea che “l’arte in tempo di guerra non può mai essere neutrale,” e ospitare un personaggio del genere mentre le città ucraine subiscono bombardamenti e civili muoiono, significa trasformare il teatro in una piattaforma di propaganda.
Nell’Unione europea casi simili si sono verificati raramente, per questo la rassegna casertana assume rilievo particolare. L’evento si inserisce in un fenomeno più ampio definito come “guerra ibrida,” dove la propaganda usa strumenti culturali per influenzare l’opinione pubblica. Memorial mette in guardia dal rischiare di normalizzare queste pratiche, facendo credere che la cultura sia indifferente alla situazione politica e ai conflitti in corso.
L’associazione rimarca inoltre che l’invito a gergiev non rappresenta una forma di censura, ma una presa di posizione contro la strumentalizzazione dell’arte come mezzo di propaganda. La richiesta nasce da una consapevolezza sull’importanza di mantenere spazi culturali liberi da infiltrazioni politiche che legittimano regimi che violano i diritti umani.
Firme di personalità e associazioni contro la diffusione di propaganda russa in italia
L’appello di memorial italia ha raccolto la firma di numerosi nomi noti appartenenti al mondo della cultura, della scienza e della politica. Tra questi ci sono Oleksandra Matviichuk, premi Nobel per la pace 2022 e direttrice del centro per le libertà civili di Kiev, oltre a diversi ex premi Nobel, scrittori, registi e musicisti. A sostegno dell’appello si sono uniti anche parlamentari italiani e figure legate al mondo della ricerca scientifica.
L’associazione ha ricevuto firme anche da organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti umani, come il Norwegian Helsinki Committee e la Federazione Italiana Diritti Umani. I firmatari provengono principalmente dall’Italia e dall’Ucraina, con attivisti che denunciano la diffusione di propaganda russa nei media e nelle istituzioni italiane.
Tra le azioni richieste c’è un controllo più accurato sui contenuti propagandistici diffusi nel paese e l’adozione di misure per impedire che fondi pubblici contribuiscano a finanziare iniziative collegate al Cremlino. Le preoccupazioni riguardano anche testi scolastici e programmi che presentano narrazioni allineate alla propaganda russa, contribuendo così a una disinformazione che può influenzare l’opinione pubblica.
La denuncia sulle modalità di diffusione della propaganda culturale del cremlino in italia
Memorial italia evidenzia come la propaganda russa trovi spazio anche grazie a media, social network e rappresentanti pubblici che rilanciano le narrazioni del Cremlino, minimizzando o giustificando operazioni militari e crimini di guerra. Numerosi esempi documentati mostrano come questa influenza si sia estesa anche nel sistema educativo. Un recente studio dell’Istituto Germani ha analizzato 28 manuali scolastici per scuole medie inferiori e superiori che presentano opinioni legate alla propaganda russa invece che fatti verificati.
Inoltre, canali televisivi come RT hanno promosso documentari che danno una lettura distorta del conflitto in Ucraina, incolpando il paese ospitante per l’escalation del conflitto. Tutto ciò contribuisce a creare un quadro di informazione parziale e potenzialmente pericoloso.
L’invito rivolto a gergiev per un concerto pubblico che riceve sostegno da enti pubblici si inserisce proprio in questo contesto di uso strumentale della cultura, mascherato con richiami al pacifismo o alla difesa della libertà di opinione. L’allarme riguarda il rischio che iniziative simili rafforzino una propaganda che mira a dividere e indebolire i valori democratici in Europa e in Italia.