La crisi nei rapporti tra Technogym e Fiom-Cgil è esplosa in seguito al licenziamento di un dipendente che ricopriva anche il ruolo di rappresentante sindacale. Questo evento ha suscitato una mobilitazione attiva all’interno dell’azienda, famosa a livello mondiale per le sue attrezzature fitness. Il lavoratore, con una carriera di circa 30 anni nella compagnia e un lungo coinvolgimento nella Rappresentanza Sindacale Unitaria , si è visto contestare la sua condotta lavorativa, alimentando il dibattito sulla legittimità del provvedimento e sulle modalità di gestione delle relazioni sindacali da parte dell’azienda.
Dettagli del licenziamento
Il dipendente licenziato, in prossimità della pensione, è stato oggetto di sei lettere di contestazione disciplinare, quattro delle quali sono arrivate nell’ultima fase del suo lavoro. La questione si è aggravata fino a culminare nel licenziamento ufficiale comunicato il 31 ottobre, successivamente confermato durante una procedura di conciliazione presso Confindustria avvenuta il 7 novembre. La mancanza di un incontro diretto tra i rappresentanti della Fiom e l’azienda ha alimentato le tensioni, con il sindacato che ha espresso forte perplessità riguardo alla legittimità di questo provvedimento.
La posizione del sindacato Fiom-Cgil
Il sindacato Fiom-Cgil ha valutato il licenziamento come un atto di persecuzione, in particolare per la sua posizione attiva all’interno della Rsu. Il segretario Fiom di Forlì-Cesena, Fabio Torelli, ha dichiarato che finora non hanno ricevuto opportunità di confronto diretto con Technogym, essendo i colloqui avvenuti solo tra l’azienda e il legale del lavoratore. Torelli ha sottolineato che dal punto di vista sindacale ogni crisi occupazionale è considerata una sconfitta. Inoltre, è stata convocata un’assemblea dei lavoratori che potrebbe influenzare le future azioni del sindacato, confermando il clima di tensione all’interno dell’azienda.
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La reazione di Technogym
D’altra parte, Technogym ha categoricamente respinto le accuse secondo cui il licenziamento sarebbe stato influenzato da attività sindacali. Secondo l’azienda, il provvedimento sarebbe da considerarsi esclusivamente legato alla condotta del dipendente come lavoratore, senza alcuna connessione con il suo ruolo di rappresentante sindacale. L’azienda ha ribadito di aver seguito scrupolosamente tutte le normative vigenti in termini di contestazioni e tempi di preavviso, giustificando le sue azioni come procedure standard di gestione del personale.
Questa situazione rappresenta un nuovo capitolo nelle relazioni tra azienda e sindacato, con ripercussioni potenzialmente significative per il clima lavorativo all’interno di Technogym e la sua reputazione nel panorama industriale italiano. Con il sindacato pronto a mobilitare i lavoratori, il futuro delle trattative appare incerto e pieno di sfide.