A marzo 2025, il mercato del lavoro italiano presenta alcune variazioni rispetto al mese precedente. Il numero degli occupati registra una lieve contrazione, ma su base annua il bilancio rimane in positivo. Nel frattempo, il tasso di disoccupazione mostra una piccola crescita, spinta soprattutto dal segmento giovanile. I dati diffusi dall’istat offrono un quadro aggiornato e dettagliato della situazione occupazionale nel paese.
Andamento mensile dell’occupazione a marzo 2025
Secondo gli ultimi dati istat, a marzo il numero totale degli occupati si attesta a 24 milioni e 307 mila persone. Tuttavia, rispetto al mese scorso, si registra una diminuzione di circa 16 mila occupati, che corrisponde a un calo dello 0,1%. Questa flessione è contenuta ma segnala un rallentamento nel ritmo di crescita del mercato del lavoro.
Nonostante la riduzione del numero di lavoratori, il tasso di occupazione resta invariato, stabile al 63%. Questo indica che la quota di persone in età lavorativa effettivamente impegnate in un’attività professionale non cambia rispetto a febbraio. Anche il tasso di inattività permane fermo al 32,9%, suggerendo un equilibrio tra coloro che cercano lavoro e chi invece non è attivamente impegnato nella ricerca o nella disponibilità all’impiego.
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Categorie specifiche interessate dal calo mensile
Il calo mensile riguarda principalmente categorie specifiche di lavoratori, mentre altre mostrano dinamiche diverse: la diminuzione complessiva è dovuta a fluttuazioni temporanee che potrebbero dipendere da fattori stagionali o ciclici, come attività agricole o settori con contratti a termine.
Confronti su base annua: crescita degli occupati e trasformazioni nel lavoro dipendente e autonomo
Guardando al periodo marzo 2024 – marzo 2025 la situazione occupazionale mostra una crescita netta. Gli occupati aumentano di 450 mila unità, quasi il 2% in più rispetto all’anno precedente. Questo aumento deriva da una variazione positiva nella categoria dei dipendenti permanenti, che crescono di 673 mila unità. Parallelamente, gli autonomi aumentano di 47 mila.
Al contrario, i lavoratori con contratti a termine diminuiscono di 269 mila unità, una diminuzione significativa che indica probabilmente una riduzione dei rapporti di lavoro temporanei o stagionali. Questo cambiamento modifica l’assetto generale del mondo del lavoro, portando a un maggior peso dei contratti stabili rispetto a quelli a termine.
Questi dati suggeriscono un rallentamento delle forme di impiego meno stabili e un aumento delle posizioni durature. Tale tendenza può riflettere mutamenti nelle politiche aziendali o nell’economia, che favoriscono contratti a tempo indeterminato o attività in proprio rispetto alle forme temporanee.
Aumento della disoccupazione e impatto sui giovani e sugli uomini a marzo 2025
Il tasso di disoccupazione a marzo si attesta al 6%, con un aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente. L’incremento più rilevante riguarda il tasso di disoccupazione giovanile, che raggiunge il 19%, segnando un aumento significativo di 1,6 punti percentuali. Questo dato evidenzia che la fascia under 25 incontra maggiori difficoltà nell’accesso al mercato del lavoro, anche in un contesto con segnali misti per l’occupazione.
L’aumento delle persone che cercano un’occupazione riguarda esclusivamente la popolazione maschile e i lavoratori sotto i 50 anni. In termini assoluti, si tratta di 32 mila persone in più che si mettono alla ricerca di un lavoro. Questa dinamica non coinvolge quindi le donne o la fascia di età superiore ai 50 anni.
Pressione demografica e mercato del lavoro
Queste variazioni indicano una pressione maggiore su alcuni gruppi demografici del mercato del lavoro, in particolare giovani e uomini in età produttiva. Le cause possono essere legate a cambiamenti nei settori produttivi o a difficoltà specifiche nella transizione verso nuove occupazioni.
Sintesi dei dati istat e scenari del mercato del lavoro italiano
I dati istat su marzo 2025 descrivono un mercato del lavoro italiano che lascia intravedere luci e ombre. Da un lato, la stabilità del tasso di occupazione al 63% conferma una quota consistente di persone attive professionalmente. Dall’altro, l’aumento della disoccupazione, e in particolare del tasso giovanile vicino al 20%, segnala un nodo ancora difficile da sciogliere.
L’aumento su base annua degli occupati, con un maggior peso di dipendenti permanenti e autonomi, fa pensare a un modello di lavoro che sta cercando di consolidarsi. Le forme temporanee mostrano invece una decisa contrazione, che può avere impatti vari in diversi gruppi sociali.
Non a caso, il mercato del lavoro resta soggetto a tensioni, soprattutto per i più giovani e per certi segmenti maschili, chiamati a superare sfide di inserimento e riconversione.
I prossimi mesi saranno fondamentali per capire se queste tendenze possono stabilizzarsi o mutare ulteriormente, alla luce anche delle condizioni economiche generali del paese e delle politiche attive del lavoro.