Smantellata rete criminale dedicata al furto e alla cannibalizzazione di automobili nel torinese

Smantellata rete criminale dedicata al furto e alla cannibalizzazione di automobili nel torinese

Un’operazione dei carabinieri di Settimo Torinese ha smantellato un’organizzazione criminale dedita al furto di auto e alla vendita illecita di ricambi, con gravi implicazioni per la sicurezza stradale.
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Smantellata rete criminale dedicata al furto e alla cannibalizzazione di automobili nel torinese - Gaeta.it

Un’operazione condotta dai carabinieri di Settimo Torinese ha portato a galla un’organizzazione criminale specializzata nel furto di automobili e nella successiva vendita illecita di pezzi di ricambio. Al centro di questo fenomeno vi sono stati principalmente i modelli Fiat Panda e Lancia Ypsilon, particolarmente richiesti per la loro popolarità e facilità di smontaggio. Le indagini hanno permesso di scoprire come questa rete alimentasse un mercato nero capace di mettere a rischio la sicurezza stradale e di danneggiare gravemente l’industria automobilistica.

L’operazione dei carabinieri

A inizio novembre 2024, l’operazione messa in atto dai carabinieri ha portato all’arresto di tre individui: due uomini di Settimo Torinese, rispettivamente di 40 e 37 anni, accusati di effettivi furti diritti, e un uomo di 43 anni di Torino, sospettato di aver commissionato furti mirati, come quello di alcuni portelloni. La rete criminale compredeva anche una giovane donna, ex fidanzata del 37enne, che avrebbe assistito durante uno dei colpi, e i proprietari di due autodemolizioni, uno situato a Settimo e l’altro a Mappano, denunciati a piede libero per ricettazione. L’operazione ha evidenziato il livello di complicità esistente tra i membri della rete e come questi fossero ben organizzati.

La genesi delle indagini

Le indagini, coordinate dal PM Ludovico Bosso della procura di Ivrea, hanno avuto inizio a febbraio di quest’anno in seguito a un episodio di particolare gravità. Protagonisti della vicenda sono stati i proprietari di un’abitazione di Settimo Torinese che, sorpresi da un intruso, si sono ritrovati coinvolti in una colluttazione. Nonostante la fuga del criminale, l’accaduto ha acceso lospot sulla sicurezza e sulle attività illecite nella zona, portando all’avvio di accertamenti più approfonditi che hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione criminale dedita al furto e alla cannibalizzazione di auto.

Il modus operandi della banda

Poco a poco, i carabinieri hanno ricostruito il modus operandi della banda, che smontava le auto in tempi brevi, asportando rapidamente pezzi chiave come portiere, cofani e motori, destinati a rifornire carrozzerie locali. Questi pezzi rubati venivano venduti a prezzi competitivi, facilitando la rapida monetizzazione dei furti e alimentando un mercato parallelo per i ricambi non tracciabili. Grazie a questa pratica, i membri della rete hanno potuto operare indisturbati, contemporaneamente danneggiando i legittimi proprietari e minando la fiducia nei servizi di riparazione e nell’intero settore automobilistico.

Implicazioni per il settore automobilistico

La criminalità legata al furto e alla vendita di pezzi di ricambio rubati ha ripercussioni significative sia per i cittadini colpiti che per l’industria automobilistica. Gli acquisti di ricambi non certificati mettono a repentaglio la sicurezza stradale, poiché gli utenti potrebbero trovarsi a utilizzare veicoli con componenti di scarsa qualità o addirittura difettosi. Le auto più colpite, come la Fiat Panda e la Lancia Ypsilon, non solo sono facilmente smontabili, ma anche ampiamente diffuse, il che rende la loro cannibalizzazione ancora più lucrativa. L’incertezza sul valore economico di questo mercato illegale è un elemento che gli investigatori stanno cercando di quantificare.

Collaborazioni e responsabilità nel mercato nero

Le indagini hanno rivelato un sistema complesso, in cui ogni individuo all’interno dell’organizzazione aveva un ruolo specifico, dalla realizzazione dei furti alla movimentazione e alla vendita dei pezzi rubati. La complicità di carrozzieri pronti ad acquistare ricambi senza documenti legittimi ha ulteriormente rafforzato il flusso di beni rubati. L’anello di congiunzione, rappresentato dai titolari delle autodemolizioni, offriva un’apparente legittimità a transazioni altrimenti illecite, rendendo più difficile l’individuazione delle tracce del crimine. La ricerca di questi professionisti compiacenti resta un obiettivo cruciale per le forze dell’ordine con l’intento di smantellare completamente questa rete.

Un impegno collettivo contro la criminalità

L’operazione ha ricevuto un buon riscontro dalla comunità e dalle autorità competenti, evidenziando l’impatto positivo che l’attività investigativa può avere nella lotta contro tali crimine. Tuttavia, rimane urgente un’azione continua per fronteggiare il fenomeno della cannibalizzazione delle auto, che coinvolge anche i cittadini. Essi sono invitati a prestare attenzione e segnalare qualsiasi attività sospetta, aumentando così la possibilità di evitare ulteriori crimini. Le inchieste continuano per identificare altri individui implicati, in particolare tra coloro che operano nelle carrozzerie, mantenendo alta l’attenzione su un fenomeno in continua evoluzione.

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