L’azione decisiva che sta interessando la residenza abusiva del boss Giovanni Di Annicella, attualmente in carcere, segna un’importante fase nella lotta contro l’abusivismo e le infiltrazioni mafiose nel comune di Arzano. La casa di circa 180 metri quadrati, occupata dalla famiglia del noto esponente del clan Moccia dal 2014, sarà demolita dopo anni di attesa e rimostranze da parte delle autorità. Nonostante fosse stata già acquisita al patrimonio comunale nel 2016, la situazione di occupazione si è protratta fino a oggi, aumentando la pressione sociale per un intervento definitivo.
Un’operazione sotto il segno della legalità
L’operazione di sgombero coinvolge un’ampia collaborazione tra diverse forze dell’ordine, tra cui il Commissariato di Frattamaggiore, i Carabinieri della Tenenza locale, e la Polizia Municipale di Arzano. Questi agenti sono supportati dai vigili del fuoco e dai servizi sanitari, dimostrando l’importanza di un intervento coordinato per garantire la sicurezza dell’operazione. L’abbattimento della residenza abusiva rappresenta un messaggio chiaro da parte delle istituzioni che sono determinati a ripristinare la legalità ne contesti segnati dalla criminalità organizzata.
Nel corso dell’operazione sono emerse domande importanti riguardo alla gestione della proprietà; la Direzione Distrettuale Antimafia ha avviato indagini dettagliate per capire come sia stato possibile che l’edificio rimanesse sotto il controllo della famiglia Di Annicella nonostante le disposizioni di confisca e il precedente scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni camorristiche. La questione sottolinea le sfide persistenti nel combattere le conseguenze ereditate dalle attività mafiose.
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Contestazioni e pressioni per il rispetto della legalità
La sollecitazione per questo intervento è giunta dall’Ufficio Ambiente e Patrimonio del Comune, raccogliendo anche il supporto di associazioni come l’Antonino Caponnetto, che da tempo denunciava la situazione con segnalazioni al Procuratore Nicola Gratteri. Queste denunce hanno messo in luce la necessità di affrontare le problematiche riguardanti la gestione del patrimonio pubblico ad Arzano. L’azione di oggi assume quindi un significato simbolico, rappresentando una rottura rispetto a una lunga storia di tolleranza nei confronti dell’illegalità legata ai clan mafiosi.
Nei prossimi mesi il comune prevede di avviare anche un abbattimento di un’altra abitazione abusiva, appartenente al clan Amato-Pagano, in via Zanardelli. Queste misure, sebbene necessarie, dovranno seguire un’attenzione continua per garantire che le azioni non si fermino a eventi occasionali, ma siano parte di una strategia più ampia contro l’abusivismo e il controllo mafioso. Avere delle case occupate dalla criminalità organizzata è un segno di degrado sociale e un ostacolo al rilancio del territorio, e ad Arzano c’è una crescente consapevolezza della necessità di affrontare il problema con risolutezza e continuità.