Sequestro di capannone a ciserano per smaltimento illecito di rifiuti pericolosi e lavoro nero

Sequestro di capannone a ciserano per smaltimento illecito di rifiuti pericolosi e lavoro nero

Carabinieri sequestrano capannone a Ciserano per stoccaggio illecito di rifiuti pericolosi e lavoro nero; denunciate violazioni ambientali, sicurezza sul lavoro e irregolarità legate all’immigrazione.
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I carabinieri hanno sequestrato un capannone a Ciserano usato per lo stoccaggio illecito di rifiuti pericolosi e la vendita irregolare di elettrodomestici usati, denunciando il titolare per violazioni ambientali, lavoro nero e mancata sicurezza sul lavoro. - Gaeta.it

Un’operazione dei carabinieri ha portato al sequestro di un capannone di 700 metri quadrati a Ciserano, nel bergamasco, utilizzato per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi e la rivendita di elettrodomestici usati sul mercato africano. L’intervento, che ha coinvolto diverse unità specializzate, ha svelato condizioni di lavoro irregolari e gravi violazioni delle normative sulla sicurezza.

Il sequestro e l’uso illecito del capannone

Il capannone controllato si trovava in situazione irregolare sotto molteplici aspetti. La struttura ospitava rifiuti di varia natura, tra cui materiali pericolosi come frigoriferi contenenti sostanze nocive, pneumatici e altri elettrodomestici fuori uso. Questi rifiuti venivano raccolti e selezionati senza nessuna autorizzazione, costituiendo un centro illecito per lo smaltimento e lo stoccaggio di rifiuti pericolosi e non.

Rischi e violazioni ambientali

L’ingente quantità di materiali accumulati nel capannone evidenzia il tentativo di gestire scarti rifiutandosi di rispettare le normative ambientali più basilari. Oltre ai rischi legati alla pericolosità delle sostanze, c’era anche la volontà di rimettere in commercio elettrodomestici usati destinati ad essere esportati in Africa, probabilmente senza controlli sullo stato degli apparecchi. L’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro penale dell’immobile e ha denunciato il titolare per gestione illegale di rifiuti.

Lavori irregolari e violazioni delle condizioni di sicurezza

Durante l’ispezione, sono stati trovati nove operai all’interno del capannone, di cui cinque senza contratto regolare. Questo ha portato alla denuncia del titolare per impiego di manodopera irregolare. La situazione ha messo in luce un diffuso uso di lavoro nero nel luogo, con conseguenti violazioni di diritti e garanzie fondamentali per i lavoratori.

Criticità rilevate dai vigili del fuoco

I vigili del fuoco, intervenuti durante l’operazione, hanno rilevato diverse criticità relative alla prevenzione incendi. Le uscite di emergenza non rispettavano le normative, mentre alcune aree del capannone non erano idonee all’utilizzo previsto. La mancanza di misure di sicurezza adeguate ha aggravato la situazione, configurando anche violazioni molto gravi in materia di tutela dei lavoratori e della sicurezza sul luogo di lavoro.

I reparti coinvolti e i risultati dell’operazione

Il blitz è stato condotto dai carabinieri di Treviglio insieme a reparti specializzati, tra cui il nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Bergamo, il nucleo carabinieri forestali di Curno, l’ispettorato del lavoro e i cinofili di Orio al Serio. È stato utilizzato anche un elicottero dell’arma e i vigili del fuoco per un controllo completo della struttura e del territorio circostante.

Identificazioni e denunce

Durante l’operazione sono stati identificati e denunciati anche tre cittadini extracomunitari, ritenuti responsabili di reati legati all’immigrazione irregolare. Inoltre, sono stati registrati controlli su persone con precedenti penali specifici per reati predatori e legati agli stupefacenti. L’azione combinata ha permesso di colpire una rete di irregolarità che tocca diversi ambiti, dalla criminalità ambientale al lavoro in nero e a fenomeni di illegalità connessi.

Al termine dell’intervento, le autorità hanno imposto una multa di quasi 37 mila euro al titolare per le violazioni accertate. Il sequestro del capannone rappresenta un duro colpo alle attività illecite che mettevano a rischio ambiente, sicurezza e legalità nel territorio di Ciserano, restituendo un esempio tangibile di controllo sul rispetto delle leggi.

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