La recente decisione della Corte d’Appello dell’Aquila relativa ai morti nel terremoto del 6 aprile 2009 ha sollevato dubbi e controversie per l’assoluzione della Presidenza del Consiglio dei ministri, attribuendo la responsabilità alla condotta considerata incauta dei giovani coinvolti nei crolli. Tra i ricordi delle vittime, Nicola Bianchi emerge per la sua scelta di rimanere nella città per un esame prima di venire coinvolto nella tragedia.
Richiesta di Risarcimento Respinta: Le Azioni dei Giovani sotto Osservazione
I genitori dei sette studenti, inclusi Nicola Bianchi, hanno avanzato una petizione in appello per ottenere un risarcimento per le loro perdite. Tuttavia, la Corte d’Appello ha respinto la richiesta, affermando che non vi erano prove concrete del fatto che i ragazzi fossero stati influenzati dalle reassurance del vice capo della protezione civile, De Bernardinis, l’unico condannato penalmente nel caso.
L’Amarezza del Padre: Sergio Bianchi e il Suo Dolore
Sergio Bianchi, padre di Nicola, ha espresso la sua profonda tristezza per la sentenza, manifestando il dolore della perdita del figlio e criticando il trattamento differenziato riservato ad altri studenti coinvolti. Ha evidenziato le disomogeneità nelle valutazioni legali e la difficile comprensione dei criteri alla base della decisione della Corte. Ha ricordato le controversie condominiali inerenti alla casa di Nicola, mai chiarite, che hanno contribuito ad aumentare la frustrazione e il lutto della sua famiglia.
L’Ingiustizia Percepita: Un Processo Contestato dai Familiari
Il signor Bianchi considera il processo ingiusto nei confronti del figlio e degli altri giovani deceduti, fondato su presupposti dubbi che lasciano irrisolte molteplici domande e sofferenze legate alla tragedia del terremoto in Abruzzo.
Ultimo aggiornamento il 15 Luglio 2024 da Marco Mintillo