Scoperta maxi evasione fiscale in Calabria: 13.500 tonnellate di rifiuti pericolosi smaltiti illegalmente

Scoperta maxi evasione fiscale in Calabria: 13.500 tonnellate di rifiuti pericolosi smaltiti illegalmente

La Guardia di Finanza scopre una maxi evasione fiscale in Calabria, con 13.500 tonnellate di rifiuti non smaltiti legalmente e un’ecotassa evasa di quasi 2 milioni di euro.
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Scoperta maxi evasione fiscale in Calabria: 13.500 tonnellate di rifiuti pericolosi smaltiti illegalmente - Gaeta.it

Nelle ultime settimane, la Guardia di Finanza ha effettuato un intervento significativo nella Regione Calabria, rilevando una maxi evasione fiscale legata alla gestione di rifiuti. Le indagini hanno portato alla scoperta di ben 13.500 tonnellate di rifiuti pericolosi e non smaltiti in modo legale. L’ammontare dell’evasione, che addirittura sfiora i 2 milioni di euro in ecotassa, evidenzia la gravità della situazione e il potenziale impatto ambientale. Le operazioni condotte dai militari, in collaborazione con la Procura di Vibo Valentia, continuano a fare emergere problematiche legate alla illegalità e alla tutela dell’ambiente.

Le indagini a Vibo Valentia

Il Reparto Operativo Aeronavale di Vibo Valentia ha avviato accertamenti a seguito della segnalazione di un’area utilizzata in modo non conforme per il rimessaggio di imbarcazioni. Questa zona è stata sottoposta a sequestro penale e gli approfondimenti, condotti anche in collaborazione con esperti dell’Arpacal e personale tecnico della Provincia, hanno rivelato un’immensa quantità di rifiuti. Sono state rinvenute circa 7 tonnellate di rifiuti pericolosi e non, riconducibili a soggetti privati, che hanno ricevuto avvisi di indagine per il deposito abusivo. Ulteriori analisi hanno messo in luce altre 4.500 tonnellate di rifiuti attribuibili alla società proprietaria dell’area, accumulati nel corso di un periodo che va dal 2010 al 2014.

Queste scoperte hanno allertato le autorità, che hanno subordinato ogni rapporto all’esame di documenti e registri per ricostruire la rete di responsabilità e il modus operandi utilizzati per eludere la normativa vigente in materia di smaltimento dei rifiuti.

La contestazione dell’ecotassa

Finita la fase di raccolta delle prove, la Guardia di Finanza ha ricevuto il nulla osta della Magistratura per intraprendere azioni legali finalizzate a recuperare le somme evase relative alla “ecotassa”, un tributo ambientale introdotto dalla legge n.549 del 28 dicembre 1995. Questo tributo è stato creato per limitare la produzione di rifiuti e stimolare il recupero di materia prima e energia, oltre a bonificare i siti contaminati e a ripristinare le aree degradate.

L’ecotassa diventa quindi la chiave di volta per comprendere la portata della violazione. I finanzieri hanno preparato una contestazione ai presunti responsabili, attribuendo loro l’omissione del pagamento di questo tributo quando i rifiuti sono stati depositati in discarica abusiva. La somma evasa che potrebbe essere recuperata è significativa, ammontando a circa 2 milioni di euro, che si spera possa contribuire a migliorare la situazione ambientale e la gestione dei rifiuti in Calabria.

Le conseguenze e l’importanza della vigilanza

La scoperta di questa maxi evasione rappresenta non solo un durissimo colpo per i responsabili coinvolti, ma sottolinea anche la necessità di interventi costanti e mirati nella lotta contro le illegalità ambientali. Le sanzioni pecuniarie previste dalla Legge Regionale del 28 agosto 2000 n.16 si aggiungono agli obblighi di cancellazione dei rifiuti gestiti in modo illegale e all’imposizione di pesanti carichi economici per chi disregola le normative.

Questo caso non è isolato, ma rappresenta un esempio emblematico di un fenomeno più ampio che richiede monitoraggio costante e una stretta cooperazione tra le istituzioni. La Guardia di Finanza ha dimostrato ancora una volta il proprio impegno, non solo nel recupero di risorse fiscali, ma anche nella salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica, evidenziando la vulnerabilità in cui si trovano le comunità a causa di attività illecite.

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