Scoperta di una nuova specie di ascidia mobile nel golfo di napoli cambia le carte in tavola sulla biologia marina

Scoperta di una nuova specie di ascidia mobile nel golfo di napoli cambia le carte in tavola sulla biologia marina

Nel golfo di Napoli scoperta Françoisea monnioti, un’ascidia unica per la sua capacità di muoversi sul fondo marino; la scoperta apre nuove prospettive sulla biologia marina e la tutela degli ecosistemi costieri.
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Nel golfo di Napoli è stata scoperta *Françoisea monnioti*, una nuova specie di ascidia capace di muoversi attivamente sul fondale marino, una caratteristica unica che apre nuove prospettive nello studio della biologia marina e sottolinea l'importanza della tutela degli ecosistemi costieri. - Gaeta.it

Nel golfo di napoli è stata individuata una specie di ascidia mai osservata prima, con caratteristiche che potrebbero rivoluzionare la conoscenza della biologia marina. Un gruppo di ricercatori italiani e spagnoli ha portato alla luce questa nuova creatura, chiamata Françoisea monnioti, in omaggio a una riconosciuta ascidiologa francese recentemente scomparsa.

La specie françoisea monnioti: un ascidia diversa dalle altre

Françoisea monnioti è lunga poco più di un centimetro ed è stata trovata sui fondali sabbiosi davanti a villa rosebery, nell’area di posillipo. Contrariamente alle ascidie tradizionali, che rimangono fissate su rocce o superfici solide, questa nuova specie ha messo in mostra comportamenti inconsueti per un organismo della sua classe. Il più sorprendente è la sua capacità di muoversi attivamente sul fondo marino, strisciando in modo simile a un piccolo gasteropode.

Quando le condizioni ambientali si fanno sfavorevoli, Françoisea monnioti riesce a liberarsi dai granelli di sabbia che la ricoprono, consentendole di migrare verso nuove zone più adatte alla sua sopravvivenza. Questa capacità di spostamento è stata documentata per la prima volta in un’ascidia e rappresenta una novità importante. Il dottorando Riccardo Virgili, autore principale dello studio pubblicato su Invertebrate Systematics, sottolinea come questo tipo di mobilità sia inedita e meriti ulteriori approfondimenti.

Ascidie: parenti invertebrati stretti degli vertebrati e bioindicatori dell’ambiente marino

Le ascidie appartengono a un gruppo affascinante di organismi, spesso trascurati, ma di grande interesse biologico. Nel percorso evolutivo, infatti, sono considerate tra i parenti più prossimi ai vertebrati pur essendo invertebrati. Questa parentela le rende cruciali per studiare la storia evolutiva della vita sulla terra.

Oltre a questo, le ascidie svolgono un ruolo di bioindicatori: la loro presenza e il loro stato di salute aiutano a valutare l’integrità degli ecosistemi marini. Il monitoraggio di queste specie fornisce dati preziosi sulle condizioni delle acque, sull’inquinamento e sugli effetti dei cambiamenti climatici.

La scoperta di una specie dall’insolita capacità di movimento apre una nuova finestra sulle strategie adottate da questi animali per adattarsi a fattori esterni. Si pensa che Françoisea monnioti possa aver sviluppato questa mobilità proprio per rispondere alle modifiche del proprio habitat, tra cui variazioni di temperatura e qualità dell’acqua.

Un segnale importante dalla baia di posillipo: biodiversità e tutela degli ecosistemi marini

Il ritrovamento di Françoisea monnioti in una zona altamente urbanizzata come la baia di posillipo ricorda quanto sottile e fragile sia la biodiversità nascosta nei mari vicino alle grandi città. Quest’area, pur soffrendo l’impatto dell’inquinamento e dell’urbanizzazione, conserva forme di vita ancora sconosciute o poco studiate.

Fabio Crocetta, coordinatore della ricerca presso la stazione zoologica Anton Dohrn, evidenzia che questa scoperta invita a prestare maggiore attenzione alla protezione degli ambienti costieri. Isolare e comprendere la biodiversità è essenziale per capire l’effetto che i fattori umani e climatici esercitano sugli organismi marini.

L’emersione di una specie mai osservata finora dimostra quanta vita ancora si cela sott’acqua, anche nei luoghi più vicini alle città. Nel contempo, mette in guardia sull’urgenza di programmi di conservazione mirati e di una gestione più accurata delle risorse marine.

Sfide future nello studio dell’ascidia nomade del golfo di napoli

Il ritrovamento di un’ascidia con capacità di movimento e migrazione solleva interrogativi sulle sue strategie di sopravvivenza. Ora i ricercatori dovranno capire se Françoisea monnioti rappresenti un’eccezione o se questa mobilità sia una strategia adottata da altre specie simili, magari ancora non identificate.

Inoltre, sarà importante studiare come i cambiamenti ambientali influenzano il suo comportamento e la sua distribuzione. La capacità di spostarsi potrebbe rappresentare una risposta all’aumento della temperatura o all’inquinamento, elementi che alterano il fondo marino e i suoi abitanti.

L’attenzione è puntata anche sulla necessità di classificare e proteggere tempestivamente queste nuove forme di vita, prima che vengano compromesse dalle pressioni ambientali. Questo studio del golfo di napoli mostra che gli oceani, pure vicini alle metropoli, riservano ancora molte sorprese e sfide da affrontare per la scienza e la tutela della natura.

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