Il caso di Giulio Bonvicini, 69 anni, residente a Lallio in provincia di Bergamo, ha tenuto con il fiato sospeso la comunità della zona nella prima settimana del 2025. L’uomo era uscito a passeggio con il suo cane e non aveva fatto ritorno a casa, dando inizio a una lunga e complicata ricerca durata quasi quattro giorni. Le successive ricerche hanno portato purtroppo al ritrovamento del corpo nel fiume Brembo, a Filago.
La scomparsa e il primo allarme lanciato dalla famiglia
Bonvicini era uscito di casa nel pomeriggio di lunedì, portando con sé il cane, come faceva spesso per fare una passeggiata nelle vicinanze della sua abitazione a Lallio. Quando l’uomo non è rientrato, la moglie ha subito avvisato i soccorsi segnalando la scomparsa, preoccupata per il fatto che non dava sue notizie da diverse ore. Non essendo rintracciabile, la sua assenza ha subito sollevato dubbi e lanciato un’allerta per una possibile emergenza.
Il cane è stato ritrovato poche ore dopo da una giovane che lo ha preso in custodia temporaneamente. La ragazza lo ha portato in un canile vicino, in modo da garantirgli assistenza, e poco dopo ha potuto restituirlo alla famiglia di Bonvicini. Questi primi accadimenti hanno acceso le speranze che anche l’uomo potesse essere ritrovato in fretta, ma la situazione sarebbe peggiorata rapidamente con i giorni successivi.
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Le ricerche coordinate e i primi ritrovamenti
Le autorità hanno avviato subito un piano di ricerca articolato e complesso attorno alla zona in cui l’uomo era stato visto l’ultima volta con il cane. I soccorritori, con a capo la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco, hanno usato diversi mezzi per scandagliare il territorio: sommozzatori, droni e persino un elicottero hanno scandagliato aree difficili da raggiungere con le sole ricerche a piedi.
Durante queste operazioni è stata ritrovata l’auto di Bonvicini parcheggiata vicino al luogo del ritrovamento del cane. All’interno c’erano ancora gli occhiali e gli abiti che l’uomo indossava quel pomeriggio di lunedì, pantaloncini e canottiera compresi. La presenza dell’automobile vicino al fiume ha amplificato la preoccupazione: sospetti sono sorti rapidamente sulla possibilità che fosse successo qualcosa proprio nel tratto del Brembo vicino a Filago.
Il ritrovamento del corpo e le indagini in corso
Dopo quasi quattro giorni di ricerche, giovedì pomeriggio le squadre di soccorso hanno individuato il corpo senza vita di Giulio Bonvicini nelle chiuse del fiume Brembo a Filago. La corrente del fiume lo aveva trascinato diverso tratto a valle. Sul posto sono intervenuti inquirenti e medici legali per effettuare i rilievi e gli accertamenti necessari che aiutino a stabilire la dinamica dell’accaduto.
Le cause della morte non sono ancora del tutto chiare e l’indagine è tuttora aperta. Non si esclude nessuna ipotesi, dalla caduta accidentale a eventi più complessi. Le autorità cercano di ricostruire attraverso testimonianze e dati raccolti il percorso dell’uomo nei giorni della sua scomparsa. La sua figura come benzinaio noto e stimato in paese ha lasciato un segno nella comunità locale, che segue da vicino l’evolversi della vicenda.
La tragica fine di Giulio Bonvicini ha scosso il territorio bergamasco, mettendo sotto i riflettori la sicurezza nei dintorni dei corsi d’acqua e le difficoltà che si possono incontrare in quelle zone durante attività all’aperto.