Giovedì, il mondo giudiziario italiano si fermerà in una giornata di sciopero indetta dall’Associazione Nazionale Magistrati . La protesta si concentra sulla riforma riguardante la separazione delle carriere dei magistrati, attualmente in discussione al Senato dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera. Con le coccarde tricolori sulle toghe, i magistrati intendono spiegare ai cittadini le ragioni del loro dissenso, sottolineando l’importanza di mantenere l’integrità della Costituzione.
La mobilitazione della magistratura
A dicembre, l’ANM aveva indetto questa mobilitazione, ora concretizzata in un evento che va oltre una semplice giornata di astensione dal lavoro. Secondo il neosegretario generale Rocco Maruotti, l’intento è quello di incontrare la cittadinanza per condividere le preoccupazioni relative alla riforma in discussione. Gli eventi si svolgeranno in diverse città italiane, con il momento culminante a Roma, dove le magistrature della capitale si troveranno a interagire direttamente con il pubblico.
Le attività programmate includono un flash mob sulla scalinata della Corte di Cassazione, dove i magistrati esibiranno simbolicamente le loro toghe decorate con coccarde tricolori, sollevando una copia della Costituzione in segno di protesta. A seguire, ci sarà un’assemblea pubblica al cinema Adriano, la quale sarà aperta a tutti i cittadini e prevede la partecipazione dei vertici dell’ANM e di vari ospiti di spicco, tra cui scrittori e avvocati.
Eventi in tutta Italia
Le iniziative si svolgeranno anche nelle principali città italiane. A Milano, un flash mob è previsto davanti al Palazzo di Giustizia, seguito da un’assemblea che avrà luogo in Aula Magna. A Genova, la presenza dell’attore Antonio Albanese aggiungerà un tocco di significatività all’evento, dove leggerà un testo di Piero Calamandrei. A Napoli, l’incontro si terrà nella biblioteca Tartaglione del Palazzo di Giustizia, con partecipazioni attese da scrittori noti come Maurizio De Giovanni e Viola Ardone. Inoltre, molte città hanno pianificato eventi che coinvolgeranno anche studenti delle scuole superiori e universitari, ampliando il numero di partecipanti e la consapevolezza sulla questione.
Le reazioni del governo
La mobilitazione dei magistrati si preannuncia carica di tensioni politiche, soprattutto in vista dell’incontro previsto con la premier Giorgia Meloni il 5 marzo. Maruotti ha definito questo incontro come un’occasione per spiegare ulteriormente le preoccupazioni legate alla riforma, sottolineando che i magistrati non sono avversari dello Stato, ma piuttosto professionisti con la responsabilità di proteggere i diritti dei cittadini. Secondo lui, le modifiche alla Costituzione dovrebbero essere affrontate con un maggiore grado di dialogo e ascolto.
Tuttavia, la risposta da parte del governo, rappresentata dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, ha mostrato una posizione differente. Delmastro ha evidenziato che le riforme costituzionali avrebbero dovuto essere discusse con tutte le categorie interessate e ha negato qualsiasi intenzione punitiva nei confronti della magistratura. Secondo il governo, le affermazioni secondo cui esiste un intento di sottomettere il pubblico ministero all’esecutivo sono considerate strumentali e infondate.
Le implicazioni della riforma
La riforma in discussione è di particolare importanza, in quanto mira a riscrivere parti della Carta Costituzionale. Maruotti e altri magistrati sostengono che una tale modifica non solo ritocca lo status stesso della magistratura ma potrebbe avere ripercussioni dirette sulla capacità della giustizia di operare in modo indipendente. Negli ultimi giorni, la tensione è cresciuta, riflettendo il divario tra le posizioni governative e quelle del mondo giudiziario. Con lo sciopero in arrivo, si prevede che il dibattito pubblico sull’argomento si intensificherà, attirando l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica verso una questione che attraversa le fondamenta della democrazia italiana.
La giornata di protesta rappresenta non solo una mobilitazione professionale, ma anche un momento di riflessione collettiva sul futuro della giustizia in Italia e sulla necessità di mantenere vivo il dialogo tra le istituzioni e la società civile.