Scandalo spyware: l'allerta di Meta su attivisti e giornalisti intercettati in Italia

Scandalo spyware: l’allerta di Meta su attivisti e giornalisti intercettati in Italia

Meta avverte di una violazione della sicurezza su Whatsapp, coinvolgendo Luca Casarini e altri attivisti. Si indaga sull’uso di spyware da parte dei servizi segreti italiani, sollevando preoccupazioni sui diritti umani.
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Scandalo spyware: l'allerta di Meta su attivisti e giornalisti intercettati in Italia - Gaeta.it

Meta, la società che gestisce il servizio di messaggistica Whatsapp, ha recentemente lanciato un allarme riguardante la violazione della sicurezza di alcuni dispositivi di telefoni, tra cui quelli di Luca Casarini, noto capomissione e fondatore della ONG Mediterranea. Questa situazione ha sollevato preoccupazioni sul grado di sorveglianza e sulle potenziali violazioni dei diritti umani a carico di attivisti e giornalisti, che si trovano al centro di un’inchiesta internazionale.

La violazione della sicurezza di Whatsapp

Mediterranea Saving Humans ha reso noto che Luca Casarini è stato contattato da Meta, che ha confermato la compromissione del suo telefono tramite l’uso di uno spyware sofisticato, noto come Paragon. Questo software, sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions, è stato segnalato come uno dei più avanzati al mondo ed è utilizzato da vari governi, inclusi quelli degli Stati Uniti e di nazioni alleate. Meta ha raccomandato a Casarini di cambiare immediatamente il cellulare e ha suggerito di consultare The Citizen Lab, una squadra di esperti di cybersecurity dell’Università di Toronto.

Le indagini sono già in corso, e i ricercatori di The Citizen Lab hanno iniziato a esaminare il dispositivo di Casarini per determinare la durata e l’estensione dell’intrusione. Si stima che questo particolare attacco abbia mirato a un numero significativo di obiettivi in tutto il mondo, con oltre 90 casi segnalati che interessano attivisti sociali, giornalisti e membri della società civile. La scoperta di questa violazione non è casuale; essa si inserisce in un contesto più ampio di attacchi informatici mirati nei confronti di chi difende i diritti umani e si oppone ai sistemi oppressivi.

Interrogativi sull’intervento dei servizi segreti

Un’altra problematica sorgente riguarda il presunto coinvolgimento dei servizi segreti italiani nella sorveglianza di Casarini e di altri attivisti. Mediterranea ha fatto notare che la loro attività, focalizzata sul soccorso in mare e sull’assistenza a migranti in difficoltà, ha messo i membri della ONG nella lista di quelli monitorati dai servizi d’intelligence, in particolare dall’Aise, l’agenzia per la sicurezza estera italiana. Questo ha sollevato domande sul ruolo del governo italiano in queste operazioni e sull’autenticità delle affermazioni riguardanti la protezione dei diritti umani.

Alcuni dubbi emergono: il governo italiano ha dato il permesso per tali interventi? Qual è la posizione ufficiale del governo riguardo l’uso di software come Paragon? Fanpage ha amplificato queste preoccupazioni chiedendo chiarimenti sulle eventuali operazioni di sorveglianza realizzate dall’esecutivo italiano, sollecitando una risposta concreta da Palazzo Chigi.

La risposta della politica

Da parte del Partito Democratico, ci si aspetta una presa di posizione netta da parte del governo. Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del PD, ha invitato Palazzo Chigi a rispondere a domande cruciali riguardanti la sorveglianza di giornalisti e attivisti, chiedendo esplicitamente chiarimenti su chi abbia spiato il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Con l’emergere della notizia che oltre 100 persone, tra cui giornalisti e attivisti italiani, siano state spiati, le richieste di trasparenza da parte delle autorità sono diventate più pressanti.

Il governo ha l’obbligo di rassicurare i cittadini sulla protezione dei loro diritti fondamentali e sulla libertà di espressione. I recenti eventi hanno messo in evidenza il rapporto delicato tra sicurezza nazionale e diritti civili, creando un clima di paura tra coloro che operano per garantire giustizia e assistenza ai più vulnerabili.

Sulle questioni di privacy e sorveglianza, la società civile chiede risposte chiare e un impegno fermo da parte delle istituzioni. In questo contesto, l’attenzione mediatica e pubblica rimarrà alta, mentre i dettagli delle indagini verranno probabilmente resi noti nei prossimi mesi.

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