Scadenza per le nomine alla Commissione Ue: pochi nomi e un’assenza di equilibrio di genere

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Scadenza per le nomine alla Commissione Ue: pochi nomi e un'assenza di equilibrio di genere - Gaeta.it

La scadenza per le candidature alla nuova Commissione Europea si avvicina e la situazione si complica. Mentre molti Paesi hanno presentato un solo candidato, la richiesta della presidente Ursula von der Leyen di eleggere sia uomini che donne continua a rimanere disattesa. L'assenza di un equilibrio di genere nelle proposte evidenzia le disparità che persistono nel contesto politico europeo, con solo pochi Paesi che hanno rispettato la richiesta di nominare candidati sia maschili che femminili.

La situazione delle candidature

Scadenza e condizioni imposte

La scadenza per la presentazione delle candidature alla Commissione Europea è stata fissata al 30 agosto. Ursula von der Leyen, alla guida dell'Unione, ha sollecitato ogni Stato membro a proporre due nomi: uno di sesso maschile ed uno di sesso femminile. Tuttavia, la maggior parte delle nazioni ha risposto con un'inadeguata proposta, indicando solo un singolo nome, prevalentemente maschile. Questa situazione mette in luce un'inefficienza nell’adeguamento alle politiche di inclusione di genere promosse dall'Unione Europea.

Il caso della Bulgaria

Nel complesso panorama delle proposte, la Bulgaria si distingue per aver rispettato la richiesta di von der Leyen. In una mossa dell’ultimo minuto, il governo bulgaro ha presentato due candidati: Ekaterina Zaharieva, ex ministra degli Esteri, e Julian Popov, ex ministro dell’Ecologia. Questa decisione è stata confermata tramite un post dalla rappresentanza bulgara presso l'Unione Europea, dopo discussioni tra il presidente Rumen Radev e il primo ministro Dimitar Glavchev. La Bulgaria, quindi, si afferma come l’unico Stato ad aver inviato due nomi, rispettando i requisiti richiesti e cercando di bilanciare la rappresentanza di genere.

Le nomine eccellenti e le attese

L'Italia e la candidatura di Raffaele Fitto

Dall'Italia, la scelta è caduta su Raffaele Fitto, un politico con una lunga carriera alle spalle. Originario di Maglie, in provincia di Lecce, Fitto è laureato in Giurisprudenza e ha iniziato la sua carriera politica nel 1990 come consigliere regionale all'interno della Democrazia Cristiana. È poi diventato deputato al Parlamento Europeo in tre occasioni: nel 1999, 2014 e 2019. La sua nomina come commissario europeo, seppur non inaspettata, solleva interrogativi sulla mancanza di alternative femminili nel panorama italiano per questa posizione.

La Danimarca e la proposta di Dan Jørgensen

Un altro nome di spicco è quello di Dan Jørgensen, proposto dalla Danimarca. Socialdemocratico di lungo corso, Jørgensen ha ricoperto precedentemente il ruolo di membro del Parlamento Europeo dal 2004 fino al 2013. Con questa candidatura, la Danimarca continua a sostenere la sua tradizionale attenzione per le questioni europee, nonostante la mancanza di una proposta femminile in questa tornata. La nomina rientra in un più ampio rimpasto governativo, annunciato dalla premier Mette Frederiksen, segnalando una continua evoluzione della scena politica danese.

Il Belgio tra incertezze politiche

La mancanza di un candidato

A differenza di altri Paesi, il Belgio si trova attualmente in una situazione di stallo politico, che ha impedito la nomina di un commissario europeo. Nonostante la posizione di von der Leyen, che promuove un equilibrio di genere nella nuova Commissione, è previsto che il Belgio indichi un candidato di sesso maschile. Questa affermazione evidenzia ulteriormente la resistenza a un cambiamento significativo all'interno della cultura politica locale. Fino ad oggi, le candidature femminili per posizioni di rilievo nell'Unione Europea sono state disperse e insufficienti. La situazione belga rappresenta un esempio di come le dinamiche interne possano ostacolare il progresso su temi di inclusione e rappresentanza di genere.

Questo scenario complesso pone interrogativi sulla volontà delle nazioni europee di adottare un approccio più equilibrato e inclusivo nelle nomine politiche, in un'epoca in cui la diversità e l'inclusione sono temi centrali nell'agenda internazionale.

Ultimo aggiornamento il 31 Agosto 2024 da Laura Rossi

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