Rivoluzione agricola: l’ue riforma il settore primario con il nuovo piano di Christophe Hansen

Rivoluzione agricola: l’ue riforma il settore primario con il nuovo piano di Christophe Hansen

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, accoglie positivamente il nuovo approccio dell’Unione Europea per l’agricoltura, puntando su redditività e sostenibilità nella Politica Agricola Comune 2028-2034.
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Rivoluzione agricola: l’ue riforma il settore primario con il nuovo piano di Christophe Hansen - Gaeta.it

A Roma, il 19 febbraio, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha accolto con favore le novità imposte dal nuovo approccio dell’Unione Europea nei confronti dell’agricoltura. Durante una presentazione avvenuta a Bruxelles, il commissario europeo all’agricoltura, Christophe Hansen, ha delineato un piano di lavoro che segna un significativo cambio di rotta rispetto al passato. La nuova visione del settore primario intende mettere al centro l’agricoltore e superare le ideologie che, nel corso degli anni, hanno portato a una perdita di competitività per l’Europa.

Un nuovo corso per l’agricoltura europea

Giansanti ha sottolineato l’importanza di questo rinnovato approccio, evidenziando come il piano rappresenti un’opportunità per riportare l’agricoltura europea ai livelli che merita. La transizione avviata si discosta nettamente dal precedente Green Deal, evidenziando la necessità di focalizzarsi su aspetti economici e sociali. A differenza del passato, in cui le politiche agricole erano più teoriche, oggi si parla di redditività e competitività, concetti che si traducono in pratiche concrete. La semplificazione dei processi e una forte spinta verso l’innovazione sono al centro di questo nuovo orientamento.

Un punto cruciale di questa iniziativa riguarda le decisioni che dovranno essere fondate su dati scientifici. Giansanti ha rimarcato questo aspetto, affermando che solo attraverso l’evidenza scientifica si possono mettere in atto strategie efficaci per garantire un futuro prospero all’agricoltura in Europa. Rimanere ancorati alle evidenze è essenziale non solo per migliorare la produzione, ma anche per tutelare l’ambiente e valorizzare le aree rurali, elementi sempre più bisognosi di attenzione.

L’importanza della nuova pac 2028-2034

Come presidente del Copa, Giansanti ha ribadito più volte, negli ultimi mesi, l’importanza di porre l’accento su questi temi. Oggi, questi concetti trovano spazio nel documento di lavoro che guiderà le future proposte relative alla Politica Agricola Comune per il periodo 2028-2034. Il rafforzamento delle filiere e la promozione della trasparenza e della tracciabilità sono considerati fondamentali per garantire prodotti sempre più sicuri ai consumatori. Questa consapevolezza è essenziale per costruire un rapporto di fiducia tra produttori e cittadini.

Le nuove politiche non si limitano a riformulare le pratiche aziendali, ma cercano anche di promuovere una cultura agricola più responsabile e informata. Confagricoltura sta lavorando attivamente per incoraggiare queste iniziative e migliorare la qualità e la sicurezza alimentare, con l’obiettivo di rispondere a una domanda crescente da parte dei cittadini riguardo la provenienza e la qualità dei prodotti che consumano.

La sostenibilità e le risorse necessarie

In questo contesto di novità, Giansanti ha altresì messo in evidenza un punto cruciale: la necessità di risorse adeguate per sostenere questa nuova direzione politica. Affrontare le sfide attuali e raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 non potrà avvenire senza investimenti significativi. La nuova PAC deve preservare la sua struttura europea, mantenendo un equilibrio tra la salvaguardia delle piccole aziende e il potenziamento delle aziende agricole che operano in mercati internazionali.

Il documento presentato non fornisce informazioni dettagliate sulle modalità di finanziamento. Confagricoltura ha già espresso contrarietà riguardo a un fondo nazionale unico per il finanziamento delle politiche di coesione e della PAC, ritenendo che un approccio diversificato sarebbe più utile per affrontare le esigenze proprie di ogni realtà agricola. La strada da percorrere è lunga, ma le basi per una trasformazione significativa del settore agricolo europeo sono ora ben delineate.

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