Un salvataggio che ha tenuto col fiato sospeso fino all’ultimo, con un finale che ha emozionato tutta la comunità di Pompeiana. Un bambino disperso è stato rintracciato tra la vegetazione fitta, grazie all’intervento tempestivo di un volontario della protezione civile. Quel momento, carico di tensione, si è trasformato in sollievo e gioia, racconta chi ha vissuto in prima persona quei minuti concitati. La vicenda ha attirato l’attenzione sulle attività di soccorso e la presenza fondamentale dei volontari nei dintorni del piccolo centro ligure.
Quando è stato scoperto il bambino tra rovi ed erbacce
Dario Mattiauda, volontario della protezione civile di Pompeiana, non dimenticherà facilmente quella giornata. Era impegnato insieme a due colleghi in una perlustrazione nella campagna circostante quando ha notato qualcosa che rompeva la monotonia del paesaggio. “C’era una sagoma diversa rispetto alla vegetazione”, racconta. Inizialmente non riusciva a capire cosa fosse, ma l’intuito lo ha spinto a fare un controllo più attento. La forma irregolare e immobile si è presto rivelata essere un bambino rannicchiato tra i rovi, quasi invisibile. Il racconto mostra la prontezza e l’attenzione ai dettagli, fondamentali in situazioni di emergenza, specialmente in un ambiente naturale difficoltoso come questo.
La condizione del bambino al momento del ritrovamento
Il bambino, appena scorto, non dava alcun segno di movimento né di risposta. Rimaneva immobile, nascosto tra gli arbusti e l’erba alta. Solo dopo attimi di silenzio, ha alzato lentamente un braccio e si è toccato il naso. Quel gesto, apparentemente piccolo, ha rappresentato per i soccorritori la conferma della sua vitalità. Da quel momento l’atmosfera è cambiata. L’emozione ha preso il sopravvento, trasformando un’azione di routine in un evento memorabile per chi era sul posto.
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La pronta risposta e le operazioni successive
Subito dopo aver individuato il bambino, il volontario ha attivato tempestivamente i soccorsi, chiamando il 112 per segnalare la posizione e richiedere un intervento urgente. La tempestività nella comunicazione è stata decisiva per coordinare l’arrivo delle squadre di emergenza. Nel territorio di Pompeiana, come in molte aree rurali, la copertura di agenti di protezione civile e volontari resta una risorsa necessaria per fare fronte a casi di dispersione o incidenti all’aperto.
Le condizioni del bambino al momento del ritrovamento erano critiche dal punto di vista emotivo, ma non presentavano ferite evidenti. Il gruppo di volontari lo ha aiutato a raggiungere una zona più accessibile, in attesa dell’arrivo dei mezzi medici. Il bambino, benché spaesato, ha potuto ricevere assistenza poco dopo. L’azione condivisa tra membri esperti della protezione civile ha dimostrato come l’organizzazione sul territorio funzioni anche in momenti di emergenza improvvisi.
Il valore dei volontari nei soccorsi
L’episodio sottolinea l’importanza della presenza sul campo di professionisti e volontari formato, quelli che conoscono bene il territorio e sanno come muoversi tra boschi e scorci naturali non sempre agevoli. Il ruolo dei soccorritori va oltre la semplice coordinazione: è fatto di attenzione, azioni precise e capacità di confronto con chi, in quei momenti, vive paura e disorientamento.
La protezione civile e il suo impegno a pompeiana
La protezione civile di Pompeiana opera con un gruppo di volontari che interviene su diverse situazioni di emergenza legate soprattutto a eventi naturali o dispersioni nell’ambito di aree boschive e collinari. La vicenda del bambino ritrovato conferma come il loro lavoro sia fondamentale per la sicurezza della comunità. Oltre alla presenza sul campo, questi volontari contribuiscono anche alle attività di prevenzione e sensibilizzazione, spesso coinvolgendo cittadini e scolaresche.
Formazione e prevenzione come pilastri del lavoro
Le campagne di monitoraggio e le esercitazioni svolte durante l’anno permettono di mantenere viva la competenza necessaria per affrontare casi come quello di Pompeiana. Il territorio, con i suoi sentieri avvolti dalla vegetazione, richiede una continua attenzione da parte di chi si occupa di proteggere chi si trova in difficoltà. Sapere riconoscere segnali anche minimi come un braccio alzato in mezzo ai rovi può fare la differenza e salvare una vita.
Nelle operazioni di soccorso è fondamentale anche il coordinamento con altri enti, dai vigili del fuoco ai servizi sanitari. Un sistema complesso che funziona soprattutto grazie al lavoro sul campo di volontari come Mattiauda, che ogni giorno si mettono a disposizione della comunità, affrontando rischi e momenti di tensione, come quello raccontato. La vicenda del bambino ha avuto un esito positivo, ma ricorda l’importanza di mantenere alta la guardia su possibili emergenze, soprattutto in zone dove il territorio può diventare insidioso.