Rischio dimezzamento delle terapie per bambini autistici nell’area nord di Napoli, famiglie in allarme

Rischio dimezzamento delle terapie per bambini autistici nell’area nord di Napoli, famiglie in allarme

Famiglie di bambini autistici nel napoletano denunciano il rischio di riduzione del 50% delle terapie nel centro di riabilitazione in provincia di caserta, a causa di una delibera regionale contestata.
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Un intervento regionale rischia di ridurre del 50% le terapie per bambini autistici dell'area napoletana, suscitando proteste da famiglie e associazioni che denunciano una violazione del diritto alla salute e chiedono un intervento delle autorità sanitarie. - Gaeta.it

Un intervento regionale sta mettendo a rischio la continuità delle cure per molti bambini autistici che vivono nel napoletano. Diverse famiglie hanno denunciato che i servizi di riabilitazione, fondamentali per i loro figli, potrebbero essere ridotti drasticamente. A sollevare la questione è l’associazione la battaglia di andrea, che da anni segue da vicino le esigenze dei bambini con disabilità e le difficoltà delle loro famiglie. Le lamentele riguardano soprattutto un centro di riabilitazione in provincia di caserta, dove numerosi genitori temono che le terapie vengano tagliate a metà, basandosi su indicazioni regionali che favoriscono i bambini residenti in quella provincia.

Segnalazioni dalle città dell’asl napoli 2 nord sulle riduzioni terapeutiche

Negli ultimi giorni molte famiglie provenienti da cardito, crispano e caivano hanno segnalato disagi gravi. Queste città fanno parte dell’asl napoli 2 nord e distano pochi chilometri dal centro di riabilitazione oggetto delle proteste, situato invece in provincia di caserta. Ai genitori è stato comunicato che le terapie per i loro figli autistici verranno ridotte del 50%. Secondo quanto riferito, il centro si è giustificato citando una delibera regionale emanata nel luglio 2024. In particolare, questa normativa prevede che il centro di caserta debba accogliere almeno l’80% di bambini residenti nella sua provincia, limitando così l’accesso agli utenti provenienti da altre zone dell’asl napoli 2 nord.

La normativa e le sue conseguenze per le famiglie

Il contenuto di questa delibera ha generato malumore, perché costringe molte famiglie a scegliere se sottoscrivere volontariamente il dimezzamento delle ore di trattamento tramite una modulistica predisposta oppure subire un taglio d’ufficio. In quest’ultimo caso, il rischio concreto è la mancata conferma dei piani terapeutici alla loro naturale scadenza. Questo tipo di imposizione, secondo i genitori, non tiene conto delle prescrizioni degli specialisti che seguono ciascun bambino, con terapie individualizzate e calibrate sulle esigenze specifiche di ogni piccolo paziente.

Le reazioni dei genitori e le preoccupazioni sulla tutela della salute

Romina, madre di un bambino che frequenta il centro, racconta con preoccupazione che molte mamme hanno già firmato il modulo fornito, spinte dalla paura di perdere definitivamente il diritto alle cure. La firma, spesso ottenuta dopo pressioni e senza possibilità di ottenere spiegazioni più dettagliate, rappresenta per loro una resa davanti a un’imposizione considerata ingiusta. Il taglio delle terapie rischia di compromettere i progressi raggiunti dai piccoli, con un grave impatto sul loro sviluppo e sull’equilibrio familiare.

Diritto alla salute e principio di uguaglianza

Dalle risposte ricevute dal centro, emerge la volontà di rispettare la delibera regionale, scaricando la responsabilità sulla regione campania. Tuttavia i genitori sottolineano che questa decisione contrasta con principi costituzionali fondamentali. L’articolo 3 della Costituzione Italiana stabilisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e vieta qualsiasi tipo di discriminazione basata su condizioni personali o sociali. L’articolo 32 poi riconosce la salute come diritto inviolabile e afferma che la Repubblica deve tutelarla sia per l’individuo che per la collettività. Per questi motivi, si parla di una violazione dei diritti dei bambini che, pur vivendo nei comuni limitrofi, verrebbero esclusi da trattamenti necessari se non residenti in provincia di caserta.

Il ruolo dell’associazione la battaglia di andrea e le azioni in corso

L’associazione la battaglia di andrea ha preso posizione in difesa delle famiglie colpite da questa situazione. La presidente asia maraucci ha annunciato la mobilitazione dei propri legali per tutelare i diritti dei bambini autistici. La battaglia di andrea si è attivata nel notificare il problema alle autorità competenti, segnalando al direttore generale dell’asl napoli 2 nord, mario iervolino, la gravità delle conseguenze che il dimezzamento delle terapie potrebbe causare.

Interventi richiesti alle autorità sanitarie

Il direttore generale è stato informato con la speranza che intervenga per bloccare l’applicazione della delibera regionale nel modo attuale, garantendo la continuità dei piani terapeutici secondo le indicazioni degli specialisti. La difesa della salute dei più fragili, soprattutto in un territorio come quello del napoletano dove l’accesso ai servizi può essere già complicato, resta la priorità. Le famiglie attendono risposte concrete dal sistema sanitario, che non può ignorare la qualità di vita e il diritto alle cure di questi bambini, indipendentemente dal luogo di residenza.

Il dibattito resta aperto e il caso desta attenzione anche fuori dai confini regionali, perché riguarda un tema cruciale: il diritto alla salute deve trovare sempre un equilibrio che superi rigide barriere amministrative. Per i bambini autistici di cardito, crispano e caivano, la speranza è che le condizioni offerte dal centro non vengano ridotte e che le cure proseguano senza interruzioni né disparità.

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