Il recente intervento del Tar del Lazio ha bloccato l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore, le tariffe aggiornate per le prestazioni ambulatoriali e per le cliniche accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale. La nuova normativa, che avrebbe dovuto rendere operative le tariffe a partire dal 30 dicembre, è stata rinviata a causa di un ricorso presentato dalle associazioni del settore. Questo rinvio potrebbe avere significative ripercussioni sul già delicato sistema delle liste d’attesa in ambito sanitario.
Il provvedimento del Tar e la sua motivazione
Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare presentata da alcune associazioni di categoria, che rappresentano laboratori e cliniche private accreditate. Secondo i giudici amministrativi, l’attesa per l’adozione di un nuovo nomenclatore, che avviene dopo oltre vent’anni dall’ultimo aggiornamento, rende non urgente l’efficacia del decreto. La decisione è stata ufficialmente comunicata alle parti e ha rinviato la trattazione collegiale per il 28 gennaio. Fino ad allora, il vecchio nomenclatore resterà in vigore. L’assenza di urgenza è stata uno degli argomenti chiave presentati dalle associazioni, che hanno evidenziato come il nuovo sistema avrebbe potuto creare disagi significativi nel panorama sanitario.
Impatti sulle liste di attesa e sui servizi sanitari
Il rinvio del nomenclatore avrà un impatto diretto sulle liste di attesa: le cliniche e gli ambulatori accreditati stanno già faticando a sostenere il carico di richieste provenienti dalle strutture pubbliche, che attualmente si trovano in una situazione di maggior difficoltà. Le associazioni di categoria temono che l’implementazione del nuovo listino, qualora avesse avuto effetto, avrebbe ulteriormente complicato la gestione delle prestazioni ambulatoriali, influendo negativamente sulla capacità di risposta ai pazienti. Inoltre, la riduzione dei rimborsi che il nuovo tariffario prevedeva, fino a un massimo del 70%, avrebbe creato forti tensioni economiche per le strutture, in particolare nel centro-sud Italia.
Le reazioni delle associazioni di categoria
La reazione delle associazioni di categoria non si è fatta attendere: l’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità privata accreditata ha accolto con favore la decisione del Tar. La presidente Maria Stella Giorlandino ha dichiarato che il rinnovo del nomenclatore avrebbe provocato danni notevoli agli ospedali pubblici, già in piano di rientro. A suo avviso, il provvedimento era stato fissato e applicato in tempi troppo ristretti, con il rischio di compromettere la qualità delle prestazioni e la presa in carico del paziente. La posizione espressa dalla Giorlandino mette in luce le preoccupazioni diffuse nel settore riguardo alla sostenibilità economica della sanità privata e pubblica in Italia, evidenziando la necessità di un dialogo costruttivo tra le istituzioni e i rappresentanti del settore.
Prospettive future e la scadenza del 28 gennaio
Il prossimo appuntamento fissato per il 28 gennaio rappresenta un momento cruciale per il futuro del nomenclatore e per l’intero sistema sanitario. La discussione collegiale potrebbe portare a ulteriori chiarimenti sulle modalità di applicazione delle nuove tariffe o, in alternativa, a un’ulteriore proroga. Al di là degli aspetti giuridici, le conseguenze per i cittadini e per le strutture sanitarie dovranno essere valutate con attenzione, tenendo conto delle difficoltà operative già presenti nel settore. In questo contesto, sarà fondamentale monitorare l’evoluzione della situazione e le decisioni che verranno prese nei prossimi giorni.
Ultimo aggiornamento il 30 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina