Il previsto avvio della caccia selettiva di 469 cervi in Abruzzo, originariamente fissato per oggi, è stato rimandato a novembre. La decisione, comunicata da Emanuele Imprudente, assessore all’Agricoltura e vicepresidente della Regione Abruzzo, ha generato dibattiti e contestazioni. I motivi del rinvio coinvolgono questioni burocratiche, aspetti tecnici non definiti e preoccupazioni espresse dalle associazioni animaliste.
Motivazioni del rinvio della caccia
Il rinvio dell’inizio della caccia selettiva è dovuto principalmente al fatto che i diversi Ambiti Territoriali di Caccia non hanno ancora pubblicato gli avvisi per l’assegnazione dei capi da abbattere. Questi avvisi sono un passo fondamentale nell’organizzazione della caccia, in quanto permettono di definire chi avrà l’onere di effettuare l’abbattimento. In aggiunta, permane incertezza riguardo ai regolamenti specifici che i selezcontrollori dovranno seguire durante le operazioni di abbattimento.
Le complicazioni burocratiche non si arrestano qui. La necessità di reperire le fascette per l’identificazione e punzonatura dei capi abbattuti ha ulteriormente rallentato il processo. Si tratta di un aspetto tecnico cruciale per assicurare la tracciabilità degli animali cacciati, un tema di crescente importanza nell’ambito della gestione faunistica.
ANSA ha confermato l’assenza di un’adeguata preparazione delle strutture e dei procedimenti necessari per avviare efficacemente la caccia selettiva. Le difficoltà di reperire le risorse umane necessarie, come gli accompagnatori per le squadre di cacciatori, sono state sottolineate dagli Atc, i quali hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di una preparazione più accurata.
La reazione delle associazioni ambientaliste
La decisione della Regione ha scatenato la reazione degli ambientalisti, in particolare Aidaa , i quali vedono questo rinvio come un’opportunità per riconsiderare la questione. In un comunicato, Aidaa ha espresso soddisfazione per l’attenzione che il ricorso delle associazioni animaliste ha ricevuto, evidenziando che ci sono stati molti sostenitori a favore di questa causa, inclusi personaggi di spicco come Franz Di Cioccio, leader della PFM. L’associazione ha invitato la Regione a revocare definitivamente la decisione di avviare la caccia, visto il forte sentimento opposto tra la cittadinanza e gli ambientalisti.
Parallelamente, legali che assistono associazioni come Lav, Lndc Animal Protection e Wwf Italia hanno confermato di aver presentato un ricorso al Consiglio di Stato, alla ricerca di un pronunciamento d’urgenza per fermare la caccia. Michele Pezone, avvocato coinvolto, ha dichiarato che è in attesa di una risposta da parte dei giudici e ha espresso la convinzione che il rinvio possa essere una questione di opportunità. Questo aspetto mette in luce anche le implicazioni più ampie della caccia selettiva, che vanno oltre la gestione della fauna e toccano le relazioni tra istituzioni e popolazione.
Prospettive future per la caccia in Abruzzo
Mentre la caccia selettiva è momentaneamente sospesa, le discussioni in merito alla gestione faunistica in Abruzzo non si placano. L’ambiente politico regionale è sotto pressione da parti diverse, e la necessità di chiarire le procedure operative e di gestione è diventata cruciale. La Regione deve affrontare le preoccupazioni degli ambientalisti, così come le aspettative dei cacciatori che attendono di iniziare la loro attività.
D’altro canto, l’assegnazione dei capi e l’intero processo burocratico dovranno essere ricalibrati per garantire che si proceda in modo conforme alle normative e alle esigenze di conservazione. Con l’avvicinarsi di novembre, il dibattito sulla caccia selettiva si intensificherà ulteriormente, e sarà fondamentale per la Regione Abruzzo giungere a un compromesso che possa soddisfare le esigenze di tutte le parti coinvolte.
Tale situazione rappresenta anche un’opportunità per rivedere e migliorare le prassi di gestione della fauna, in un’ottica che consideri la biodiversità e il benessere degli animali. In questo contesto, il ruolo della comunità e delle associazioni sarà determinante per l’equilibrio tra le diverse esigenze e la pianificazione futura.