Il programma “Piazza Libertà”, condotto da Armando Manocchia, torna in onda giovedì 14 novembre 2024 alle 20:30 sul canale Rumble. Questo episodio affronterà il tema delle vittime del Covid-19 attraverso le voci di Eleonora Coletta e Sabrina Gualini, due figure che hanno vissuto sulla propria pelle la tragedia della pandemia, contribuendo alla creazione di una coscienza collettiva sulle difficoltà del periodo.
L’intervento di Eleonora Coletta
Eleonora Coletta, avvocato da venti anni e attiva nel campo della sanità, porta un’esperienza diretta nella lotta per la giustizia per le vittime del Covid-19. Dal suo ruolo all’INAIL e come Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Taranto, ha approfondito inchieste legate alla terapia e alla protezione legale in contesti sanitari. Il suo libro “Canale terminale” rappresenta un grido di allerta, scaturito dalla morte di familiari durante la pandemia, che ha evidenziato le carenze e le contraddizioni del sistema sanitario pugliese.
La narrazione di Eleonora è accompagnata dalla fondazione del comitato “verità e giustizia vittime Covid – Moscati Taranto“, che ha raccolto testimonianze di famiglie afflitte da una perdita profonda e dolorosa. Questo spazio ha un ruolo cruciale nel fornire supporto e visibilità alle vicende di coloro che hanno subito l’impatto devastante della pandemia, spesso trascurati dalla narrazione ufficiale.
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In qualità di vice Presidente del Comitato Nazionale Familiari Vittime Covid, Coletta scorge l’importanza della condivisione delle storie. La sua opera è culminata nella realizzazione del libro “Volevo solo tornare a casa“, una testimonianza d’amore e dolore delle famiglie, che raccoglie esperienze variegate di chi ha combattuto contro il virus e ha perso i propri cari. Le pagine di questo volume rappresentano un omaggio a chi non è più con noi e desiderano far luce su una verità spesso taciuta.
La storia di Sabrina Gualini
Sabrina Gualini è una mamma di quattro figli che ha affrontato con coraggio le sfide poste dalla pandemia. La sua vita quotidiana, come quella di molte altre famiglie, è stata profondamente segnata dal lockdown. Viene evidenziato un episodio significativo: alcuni concittadini hanno scattato foto a suo figlio e le hanno utilizzate per fomentare critiche su una piattaforma sociale. Questo evento ha acceso un riflettore sugli effetti devastanti della pandemia non solo su scala sanitaria, ma anche sociale.
Dopo la morte del padre in un reparto Covid, Sabrina si è unita ad altri familiari per formare il Comitato Nazionale Familiari Vittime Covid. La nascita di questo comitato ha permesso una condivisione emozionale, creando un network di sostegno che ha portato alla compilation di storie. Queste narrazioni colloquiano con il significato di una lotta che continua, un’importante raccolta di testimonianze da donare alle generazioni future, affinché la memoria di ciò che è stato non venga dimenticata.
Il libro “Volevo solo tornare a casa” segna la realizzazione di un sogno collettivo, un atto d’amore per coloro che non sono più con noi, una via per fare luce su quanto accaduto. Ogni racconto è carico di emozioni e significato, un invito a riflettere sulla fragilità della vita e sull’importanza del ricordo. La pubblicazione ha richiesto sforzi significativi, inclusi momenti di difficoltà; nonostante tutto, la volontà di dare voce a chi ha subito la perdita si è tradotta in pagina definitivamente.
L’importanza della narrazione
La discussione che si terrà nella puntata di oggi si propone di mettere in evidenza il processo di riconoscimento delle vittime del Covid-19, le loro storie e il dolore provato da tantissime famiglie. La narrazione di Eleonora e Sabrina è un invito a riflettere su come la società possa rispondere a tali tragedie. Il riconoscimento delle vittime del Covid deve accompagnarsi a una riflessione più ampia sui diritti, sulla giustizia e su come onorare il loro ricordo.
Il programma non si limita a raccogliere racconti, ma tende una mano a chi all’interno della società fatica a elaborare la propria perdita. La volontà di portare alla luce questi temi può fornire non solo supporto ma anche educazione alla comunità riguardo le generazioni future. Alcuni degli argomenti affrontati includeranno le segnalazioni avvenute al Parlamento, che hanno portato a richieste di leggi per equiparare le vittime di Covid-19 a quelle di altri crimini, sottolineando l’importanza di questo riconoscimento.
“L’amore e il ricordo sono ciò che resta” sottolinea Sabrina Gualini, focalizzandosi sull’urgenza di evitare che la sofferenza e la gioia di chi non è più con noi vengano dimenticate. La partecipazione a eventi di questo tipo si configura come un atto necessario, un’opportunità per la comunità di riflettere e condividere un percorso di guarigione e omaggio.