Le indagini condotte dal Nucleo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria, in collaborazione con la Procura della Repubblica, hanno portato all’identificazione di alcuni presunti autori dell’abbandono di rifiuti nel Torrente Sant’Agata. Questo corso d’acqua, significativo per la città , ha subito un grave degrado ambientale a causa della presenza crescente di materiali di scarto provenienti principalmente da cantieri edili. Le accuse mosse comprendono abbandono di rifiuti, gestione illecita di discariche e violazioni delle normative paesaggistiche.
Le indagini e la situazione critica
Le operazioni investigative sono emerse da ripetuti sopralluoghi effettuati dalle autorità competenti, i quali hanno rivelato una situazione di estrema gravità nel Torrente Sant’Agata. La presenza di rifiuti, aumentata nel tempo, include non solo materiali di risulta di lavori di costruzione, ma anche guaine bituminose e altri tipi di scarti, generando preoccupazione tra i residenti e gli ambientalisti locali. I rifiuti non solo deturpano un’area naturale di grande valore, ma possono anche avere impatti negativi sulla salute pubblica e sull’ecosistema circostante.
Oltre ai materiali solidi, gli inquirenti hanno riscontrato segni evidenti di bruciature lungo diversi tratti del torrente, evidenze di combustione illegale di rifiuti abbandonati. Tali pratiche non solo costituiscono una violazione delle normative ambientali, ma contribuiscono anche all’inquinamento dell’aria e al deterioramento della qualità della vita nella zona. L’aggregazione di rifiuti non trattati rappresenta un rischio costante per la fauna e la flora del torrente, oltre a minacciare le sorgenti d’acqua vicine.
Utilizzo di tecnologie per il monitoraggio del territorio
Il Nucleo Carabinieri Forestale ha implementato diverse strategie investigative, tra cui l’installazione di specifiche apparecchiature di videoripresa. Questa tecnologia ha consentito di documentare numerosi episodi di abbandono, permettendo così di identificare i presunti trasgressori. Attraverso questo sistema di monitoraggio, gli agenti hanno ottenuto prove fotografiche e video che rivelano attività illecite, facilitando l’azione legale nei confronti degli autori di tali crimini ambientali.
Le riprese hanno evidenziato non solo il deposito illegittimo di rifiuti, ma anche il deturpamento di un’area protetta, che è parte integrante del patrimonio naturalistico della città di Reggio Calabria. Come tale, il Torrente Sant’Agata è soggetto a severe normative paesaggistiche, che mirano a preservare l’integrità ambientale e a proteggere le aree di rilevante interesse ecologico. La violazione di queste leggi può comportare sanzioni severe e misure correttive imposte dalle autorità competenti.
Questo intervento delle forze dell’ordine si pone come un segnale forte contro l’inquinamento e il degrado ambientale, sottolineando l’importanza della salvaguardia delle risorse naturali, comprese le aree fluviali che rivestono un ruolo essenziale nell’ecosistema locale. Gli sviluppi futuri di queste indagini saranno seguiti con attenzione dalla comunità e dalle istituzioni, sperando in un’azione risolutiva per il ripristino della bellezza paesaggistica del Torrente Sant’Agata.