Ricorso in appello per l'incandidabilità di Maurizio Gambini alle elezioni comunali di Urbino 2024

Ricorso in appello per l’incandidabilità di Maurizio Gambini alle elezioni comunali di Urbino 2024

Il ricorso di due elettori di Urbino contro la candidatura di Maurizio Gambini per il terzo mandato consecutivo solleva questioni legali sui limiti normativi nelle elezioni comunali 2024.
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Il ricorso contro la candidatura di Maurizio Gambini alle elezioni comunali di Urbino del 2024 contesta il superamento del limite di due mandati consecutivi per sindaci in comuni sotto i 15mila abitanti, con la decisione finale attesa dalla corte d’appello di Ancona. - Gaeta.it

Le controversie legate alla candidatura di Maurizio Gambini alle elezioni comunali di Urbino nel giugno 2024 sono al centro di un ricorso legale. Due elettori di Urbino, assistiti dagli avvocati Daniele Granara e Leonardo Guidi, hanno presentato un appello per contestare la legittimità della candidatura e del mandato del sindaco uscente. La questione riguarda i limiti sul numero di mandati consecutivi previsti dalla legge per i sindaci nelle città con meno di 15mila abitanti.

Motivi del ricorso e posizione degli elettori

Il ricorso proposto dai legali rappresenta due cittadini di Urbino che hanno chiesto alla corte di appello di verificare e accertare l’incandidabilità di Maurizio Gambini. Secondo quanto sostenuto, Gambini avrebbe già svolto due mandati consecutivi come sindaco. La normativa vigente impone, infatti, un limite netto al numero di mandati consecutivi per i primi cittadini in comuni con popolazione inferiore a 15mila abitanti, categoria in cui Urbino rientra. Gli elettori, appoggiati dagli avvocati, chiedono quindi che venga dichiarata la “causa di incandidabilità” nei confronti di Gambini.

Il punto centrale è che Gambini abbia superato il limite previsto e quindi non potesse partecipare alla tornata elettorale del giugno 2024. Questa richiesta include anche conseguenze più ampie: l’esclusione dal procedimento elettorale e la decadenza dalla carica, in caso di conferma della violazione normativa.

La sentenza del tribunale e la decisione di ricorso in appello

Il 7 aprile 2025 il tribunale civile di Urbino aveva già emesso una sentenza chiamando in causa la stessa questione. In quel provvedimento, i giudici confermarono la legittimità del terzo mandato di Gambini, ritenendo ammissibile la sua candidatura, pur essendo il terzo consecutivo. La motivazione si basa sull’interpretazione delle disposizioni relative ai comuni con meno di 15mila abitanti, classifica a cui Urbino appartiene come città co-capoluogo di provincia.

Non soddisfatti da questa valutazione, gli elettori hanno presentato un nuovo ricorso in appello alla corte di Ancona, chiedendo un riesame della decisione. Il confronto giuridico tra le due istanze ruota attorno all’applicazione del legislatore sulle candidature dopo due mandati consecutivi in comuni di piccole dimensioni.

Implicazioni del caso per la governance locale e le elezioni 2024

Se la corte di appello dovesse confermare l’incandidabilità di Gambini, scatterebbe automaticamente l’esclusione dal procedimento elettorale per le elezioni di giugno 2024 e la conseguente decadenza dal ruolo di sindaco. La sentenza potrebbe avere riflessi sullo scenario politico urbano, modificando gli equilibri in vista del voto.

In assenza di verdetto favorevole, Gambini rimarrebbe alla guida di Urbino con il terzo mandato consecutivo. La data dell’udienza è stata fissata per il 15 settembre 2025, dove saranno valutate le argomentazioni delle parti in causa. L’esito interesserà non solo la città ma potrà fornire un precedente interpretativo per altre realtà simili in Italia.

Limiti normativi e dibattito nel diritto elettorale italiano

Il ricorso evidenzia come i limiti imposti dalla legge sulle candidature siano un tema molto dibattuto e ancora aperto nel diritto elettorale italiano, in particolare per le amministrazioni comunali di città medio-piccole. Urbino si trova dunque al centro di una disputa che, anche sul piano giudiziario, definisce i confini del potere locale.

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